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LA FURBETTA DELLA POLTRONCINA! - ALTRO CHE INDIGNAZIONE PER LE SPARATE (TRITE E RITRITE) DEL BANANA SUI GIUDICI: LA MELCHIORRE SE N’È ANDATA PERCHÉ LA POLTRONA DA SOTTOSEGRETARIO ERA TROPPO POCO, VOLEVA DIVENTARE VICE-MINISTRO - DA QUANDO ERA STATA NOMINATA NON AVEVA MAI MESSO PIEDE AL MINISTERO, “FURIBONDA” PER NON AVER INCASSATO QUANTRO PROMESSO - MA LEI RIBATTE: “HANNO PAURA DI UNA DONNA CON LE PALLE, LORO SONO ABITUATI A STRISCIARE”…

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1 - MELCHIORRE DELUSA DISERTA LA CAMERA
Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera" di venerdì 27 maggio (giorno prima delle dimissioni annunciate dalla Melchiorre)

Perché il sottosegretario Daniela Melchiorre diserta l' aula di Montecitorio? Perché era in missione martedì e non ha votato la fiducia sul decreto omnibus? E soprattutto, perché mai non si è ancora fatta vedere al ministero della Giustizia? La presidente dei Liberaldemocratici è furibonda con Berlusconi, che le aveva promesso una poltrona da viceministro. E così manda segnali a Palazzo Chigi. Lo conferma il collega Tanoni: «Se non ha ancora preso possesso del suo incarico di governo, ci saranno pure dei motivi...»

2 - "SCONTENTI" DEL PDL SUL PIEDE DI GUERRA DOPO L'ENNESIMO GIRO DI VALZER DELLA MELCHIORRE (EX PRODI, EX DINI, EX PDL, EX MISTO, EX TERZO POLO, ORA EX BERLUSCONI...)
Giovanna Casadio per "La Repubblica"

Paragonabile a un granello di sabbia. Daniela Melchiorre, la sottosegretaria che ha lasciato il governo indignata per la requisitoria del premier al G8 contro i pm, è liquidata come del tutto "insignificante" dai Responsabili e dal Pdl. È per lei l'ennesimo giro di valzer tra gli schieramenti, essendo stata ex sottosegretario del governo Prodi, ex diniana, ex Pdl, ex Misto, di nuovo Pdl, ex sottosegretario di Berlusconi e, forse, tornata ora all'opposizione con i liberal-democratici.

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"La Melchiorre? Un vero pilastro per rilanciare l'economia. Mi sono sempre chiesto se, quando l'hanno nominata sottosegretario alle attività produttive, non avessero dimenticato una "ri"... ", è il greve sarcasmo di Guido Crosetto. Mentre il ministro Rotondi, sibillino: "Dirò io la verità su quelle dimissioni".

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3- «IO SONO INCOMPATIBILE CON QUESTO GOVERNO. VOLO ALTO, ALTRI STRISCIANO»
Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"

Onorevole Daniela Melchiorre, davvero si è dimessa perché voleva fare il viceministro?
«Assolutamente no. Mi sono dimessa perché ho fatto il mestiere di magistrato con orgoglio e con onore. Pensavo di poter dare al governo il mio piccolo contributo, invece ho capito di essere incompatibile».

I suoi ex colleghi di maggioranza dicono che la nomina a sottosegretario le stava stretta.
«In un Paese in cui l'istituto delle dimissioni non è contemplato ho fatto un gesto forte, un gesto di dignità. E chi non è abituato ad avere a che fare con una donna con le palle, gioca a massacrarmi».

Perché non ha mai preso possesso del suo incarico?
«Ho assunto una posizione molto cauta perché volevo aspettare il primo Consiglio dei ministri».

Per vedere se arrivavano le deleghe a viceministro?
«Questo non sta né in cielo né in terra. Ho aspettato perché volevo vedere se Berlusconi avrebbe posto l'economia al centro dell'agenda. Invece ha cominciato a parlare dei magistrati come di un cancro da estirpare e dentro di me c'è stato un black out. Mi sono presa un sabbatico per riflettere, mai avrei potuto immaginare questo scatenamento...».

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Da sempre Berlusconi attacca le toghe, non se n'era accorta?
«Un conto è pianificare una riforma della giustizia, altro è insultare i magistrati e delegittimarli davanti al mondo. Come potevo immaginare che Berlusconi sarebbe arrivato a tanto? Quel che ha fatto davanti a Obama e ai grandi della Terra è inaccettabile, incredibile. Che tristezza, che desolazione».

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Il centrodestra rischia di esplodere. State maturando un altro cambio di casacca?
«Questi sei passaggi di cui si parla non ci sono mai stati. Io sono sempre stata liberaldemocratica e sono orgogliosa della nostra piccola forza, piena di dignità. Non accettiamo analisi del sangue, la nostra posizione non è mai cambiata».

Cosa farete dopo i ballottaggi, tornerete con Casini e Fini?
«Non ho parlato con nessuno, Italo Tanoni e io rimarremo nel gruppo misto. Sui ballottaggi non mi pronuncio, ma nessuno può dire cosa succederà dopo».

Nello staff del premier sperano di farla restare promuovendola viceministro.
«Berlusconi non mi ha mai chiamata, neanche mezza telefonata».

C'è chi dice che abbiate già deciso di votare con il centrosinistra...
«Io ho preso questa decisione da sola e me ne assumo la responsabilità, anche di fronte alla direzione dei Liberaldemocratici. Se non saranno d'accordo, lascerò la presidenza. L'esito di questa vicenda non è scontato».

Daniela Melchiorre

I Responsabili vi danno dei «ricattatori»...
«Nella mia vita ho sempre volato alto. Queste cose riguardano gente abituata a strisciare».

4- DANIELA, «DONNA CON LE PALLE» CHE CAMBIA PARTITI COME ABITI
Giancarlo Perna per "il Giornale"

I _Responsabili_ salva-Cainano

La patologica inquietudine politica della deputatessa Daniela Melchiorre l'ha trasformata in una facezia ambulante. Trascurando irresponsabilmente i suoi precedenti, la signora era stata nominata sottosegretario allo Sviluppo Economico il 6 maggio scorso. Apparteneva- ironia della sorte- al gruppo dei nove «responsabili» che il Cav ha voluto premiare con l'ingresso nel governo. Da allora, Daniela ha avuto solo il tempo- il 12 maggio- di compiere inutilmente (ai fini della stabilità psicologica) i 41 anni,prima di dimettersi dall'incarico di tre settimane prima.

Melchiorre era stata promossa per essersi schierata in aprile con la maggioranza che sollevò il conflitto di interessi tra Procura di Milano e Tribunale dei ministri sul caso Ruby. In altre parole, aveva manifestato col voto gli stessi sospetti del Cav sulle doti di equilibrio di Boccassini & Co. Detto da lei, ex magistrato, sembrava una posizione meditata. L'altro ieri invece, con un nuovo ghiribizzo, si è dimessa per il motivo opposto: protestare contro la stranota biliosità del Berlusca verso i giudici.

Come fosse improvvisamente caduta dal pero, Daniela si è indignata perché il Cav è andato a piagnucolare da Obama sui pm brutti e cattivi. «Non è accettabile che si giunga a tanta volgarità - ha detto- ... Non posso dimenticare di essere un magistrato e di avere indossato con orgoglio e con onore la mia toga». E giù una sviolinata agli ex colleghi- «orgoglio e onore che sono quelli della quasi totalità dei magistrati che, silenziosamente, svolgono il proprio dovere» -, prima di fare, con fiero cipiglio, il gran rifiuto: «Constato che, almeno per me,non vi è spazio per un contributo all'attività governativa». Ossia, io non mi sporco. Tié.

OBAMA BERLUSCONI OBAMA BERLUSCONII

Essendo questa, minimo, la quinta giravolta melchiorrea in un pugno d'anni, il centrodestra si è sbattuto qua e là per le risate. Primo a riprendersi, il collega di governo, Guido Crosetto, che per esprimere il rimpianto suscitato nel Pdl dal forfait di Daniela, si è ispirato a Crozza: «Mancherà al Paese il suo enorme bagaglio culturale, il suo profilo morale, il suo eccelso senso delle istituzioni. L'Italia perde un pilastro!». Crosetto - per inciso è uomo mite e gentile. Ergo, la Dani è il genere di smorfiosetta che può far perdere le staffe a un santo.

Essendo la signora così mobile, per parlarne bisogna trovare punti fermi. Il più saldo, è che trattasi di uno schianto. Chiome nere sciolte, labbra tumide, decolté da capogiro ne fanno una quarantenne da studios di Bollywood. È stata eletta miss Parlamento ed è la prescelta per un eventuale calendario per camionisti. Su un campione di 800 guidatori di Tir, il 27 per cento ha indicato in lei l'ideal tipo della «donna autorevole e autoritaria» da appendere in cabina. Fin qui, non ci piove.

Sul resto si va tentoni. Dani è considerata dura e volitiva. Il suo clone e compagno di partito - i Liberaldemocratici - , Italo Tanoni, un adorante, dice di lei: «È bellissima, ma con le palle». Sulla rivelazione stiamo alla parola di Tanoni, osservando però che l'attributo non attenua i confusi zig-zag della titolare.

DONATELLA E LAMBERTO DINI

Daniela è romana, sposata, un figlio. Prima di affacciarsi alla vita pubblica, ha studiato danza classica per dodici anni, come Mara Carfagna (seconda classificata nel sondaggio dei camionisti). Tanto talentuosa da farsi notare- così ha raccontato - dal coreografo Maurice Béjart. Ha vinto, su seimila concorrenti, uno dei nove posti messi in palio dalla Scala, ma lo ha subito mollato. Astrale anticipazione - anche nei numeri: nove ballerine, nove responsabili - dell'attuale sdegnoso abbandono del governo.

Attaccate al chiodo le scarpette, seguendo il solco tracciato dal padre generale, è entrata nella magistratura militare come sostituto procuratore. È stata a Verona e a Torino. Ma per amore della politica, ha lasciato presto la toga. Se la sente però addosso perché, come dice Oscar Luigi Scalfaro - che, magistrato per una manciata d'anni,ci ha menato il torrone per una vita - , una volta indossata non la deponi più.

Un po' come gli alpini che si mettono il cappello anche in spiaggia. Senza contare che il reducismo della toga paga: se fai il garantista ti corteggia il Berlusca, se fai il giustizialista ti arruola Bersani. In un modo o nell'altro, entri in Parlamento e ti sistemi. È il modo migliore per pendolare in base alla convenienza, nello stile di Dani tra aprile e maggio.
A scoprire Melchiorre è stato Lamberto Dini. Con qualche avventura alle spalle, un paio di matrimoni e una fama di charmeur , ebbe una folgorazione da intenditore.

MASTELLA LONARDINHO Emiliano Carli per Il Riformista

La bella bruna era presidente della Margherita a Milano, dove vive. La sponsorizzazione diniana, le mise le ali ai piedi talentuosi, avviando la stagione delle piroette. Comincia a flirtare con la sinistra. «Mi trattavano come un vaso in una cristalleria», disse. Così, nel 2006, in quota Lamberto, entra nel governo Prodi e diventa sottosegretario alla Giustizia del ministro Mastella.

BRIGUGLIO E BOCCHINO

È lei che pela la gatta della bambina ucraina «rapita» dalla famiglia ligure e pretesa dal Paese di origine. Fu allora che fummo abbagliati per la prima volta - nei talk show tv dalle chiome corvine e le tumescenze danielesche. Litigò col suo Guardasigilli sull'amnistia e fu punita col ritiro temporaneo delle deleghe.

Mise allora il broncio alla sinistra e si rivolse al Cav che le garantì il seggio per la legislatura successiva. Nell'aprile 2008, è eletta deputato Pdl. E ora attenti che comincia il galoppo. In luglio, lascia il Pdl per il gruppo Misto. In novembre, passa all'opposizione. Nel 2009, si presenta alle europee con i suoi LibDem e la lista è la meno votata in assoluto.

Nell'aprile 2010, lascia la sinistra per il centro. Si allea con l'Udc, poi anche con i fuorusciti finiani, intrigando con i Bocchino e i Briguglio nella santa alleanza contro il Mostro brianzolo. Il resto è noto. Quest'anno in aprile (mese delle paturnie), si riabbarbica al Cav in vista del sottosegretariato e lo ottiene. Finché, travolta dalla contropaturnia di maggio, lo rifiuta. Tra un mese, tirerà la monetina e deciderà che altro inventarsi.

CASINI E FINI

 

 


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