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UNA LANDA INFESTATA DI LANDE - DOVE INVESTIRE (E RICICLARE) I SOLDI DELLA GRANDE TRUFFA DEI PARIOLI? NEL CEMENTO, UNICA INDUSTRIA ROMANA - SECONDO ANDREA RASPI, COGNATO DEL MADOFF DE’ NOANTRI, “I PROBLEMI FINANZIARI DELLA EGP SAREBBERO FINITI GRAZIE ALL’INVESTIMENTO NEI VILLINI IN COSTRUZIONE DI UN CIRCOLO DI GOLF DELLA CAPITALE, CON L’INTERVENTO DI UN COMPRATORE DA TORINO” - NON È CHIARO SE L’OPERAZIONE SIA ANDATA IN PORTO, MA RASPI HA COMINCIATO A SVELARE, UNO A UNO, CHI SONO I CLIENTI DEI CONTI CRIPTATI…

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Valentina Errante per "Il Messaggero"

Gianfranco Lande

L'ultima trovata di Gianfranco Lande era una mega operazione immobiliare. Non più gli aerei militari, quelli del business Eurofighter da 84 milioni di euro, messo a segno nel 2008 con i soldi degli investitori. Questa volta l'obiettivo del Madoff dei Parioli era il mattone, i risparmi sarebbero finiti nell'edilizia. A raccontarlo a verbale, lo scorso 27 aprile, è stato Andrea Raspi, il fratello della compagna di Lande, finito in carcere a marzo insieme al Madoff dei Parioli.

Quando il pm Luca Tescaroli chiede a Raspi perché sia rimasto con Lande e non abbia denunciato i fatti, Raspi, che ha raccontato di avere capito della truffa nell'estate 2010 replica: «Io mi fidavo di Lande il quale diceva che stava seguendo un affare che avrebbe risolto i problemi finanziari della Egp. Si trattava di un'operazione che era stata proposta da Luca Valerio, presidente del circolo golf di Roma di via Grottarossa, il quale aveva fatto un investimento immobiliare per costruire villini e uno di questi lotti edificabili doveva essere acquistato da un tale di nome Santoro, che era il rappresentante di un gruppo di persone che volevano investire in questa operazione immobiliare. Non so in che modo questa operazione potesse risanare la situazione finanziaria di Egp, io mi fidavo di Lande».

LANDE- SEDE EGP

Tescaroli chiede chi fossero le persone rappresentate da Santoro e Lande risponde: «Non ho mai conosciuto queste persone, né ho mai conosciuto Santoro, che so essere una persona di Torino. Io speravo nella possibilità di questa operazione».

Poi Raspi parla dei suoi sette clienti, amici, che avevano investito in Eim, la società non sottoposta ai controlli degli organismi di vigilanza e non autorizzata, e aggiunge nuovi elementi anche sui conti cifrati che gli uomini del nucleo valutario della Guardia di Finanza stanno cercando di decriptare, come «Luigi De Caprio, che ha investito circa 110.000 euro nel 2007. De Caprio - dice Raspi - mi ha espressamente chiesto se potevo indirizzarlo verso fondi aggressivi. Tutti gli investimenti erano stati effettuati nel fondo Blu Water».

Parco di Roma golf

Il cognato di Lande aggiunge anche di avere rimborsato con i suoi risparmi alcuni clienti, vendendo una Porsche, prelevando denaro che aveva in banca e da un fondo. «Voglio precisare - aggiunge - che De Caprio ha voluto chiamare il suo conto Onto, immagino per motivi fiscali. De Caprio è un libero professionista». E quando gli viene chiesto dove siano stati investite le risorse dei clienti Eim, Raspi risponde: «Nel fondo Blu water delle Bahamas se non ricordo male».

Poi gli altri nomi criptati. Tescaroli comincia a elencarli, sono trenta, da Ales X a Rovigati X, continuando con Zoe, «Non li conosco», dice Raspi. Ma poi aggiunge: «Paolo Speranza aveva un conto denominato 997. Rovigati si identifica in un mio cliente, Emanuela o Manuela Rovigati. Si tratta della compagna di un mio compagno di scuola, la quale ha investito in Eim tanti anni fa, tra il 2003 e il 2005, avrà investito tra 45 mila e 50 mila euro». Raspi sostiene di non avere mai visto la lista dei 1.678 clienti di Lande dalla quale sono stati estratti i nomi in codice. Poi spiega: «Credo si sia fatto ricorso a nomi criptati per motivi fiscali».

 


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