1- IN PIEDI, ENTRA LA CORTE PER IL "PROCESSO A GIULIO CESARE". PRESIDENTE, CALTARICCONE!
Per Francesco Gaetano Caltagirone è stata una domenica durissima.
Disteso a torso nudo sul suo gommone a largo dell'Argentario, l'imprenditore romano che gli amici con confidenza esagerata chiamano Franco o Francolino, ha dovuto prepararsi con cura all'evento eccezionale che si terrà questa sera alle 21 nella sala Sinopoli dell'Auditorium di Roma.
CESARE GERONZI SI DA UN TONOGià ieri mattina le hostess del Parco della Musica dicevano che i biglietti da 12 euro per assistere al "Processo a Giulio Cesare" dove Caltariccone indosserà i panni di presidente della corte, erano esauriti. E la stessa cosa era scritta sul "Messaggero" creando il sospetto che a ramazzare tutti i biglietti sia stato lo stesso editore-costruttore-assicuratore e banchiere.
DAVIDE SASSOLI - copyright PizziL'iniziativa è l'ultimo appuntamento della Rassegna "Processi alla storia" e Caltariccone, che stupidamente i giornali definiscono l'ottavo re di Roma, salirà sullo scranno più alto per difendere il condottiero che fu pugnalato alle Idi di Marzo.
Il Calta è colto, e oltre a una collezione di denari che lo ha portato in cima alla misera classifica dei capitalisti italiani, ha una stupenda galleria di arazzi ai quali ha aggiunto nel corso degli anni un'infinità di monete greche e romane di straordinario valore.
bcrll13 paola severino piero melograniQuando gli hanno rivolto l'invito per il "Processo a Cesare", ha avuto un attimo di sbandamento perché pensava che sul banco degli imputati salisse quell'altro Cesare, amico ed ex-banchiere di Marino, che il 6 aprile è stato pugnalato da un gruppo di pretoriani guidati dietro le quinte da Giulietto Tremonti e Alberto Nagel.
Dopo il chiarimento Francolino si è rinfrancato e l'idea di parlare del vero imperatore lo ha intrigato perché, fatte le debite proporzioni, trova molte affinità con la natura complessa e taciturna del condottiero romano che aveva pochi amori, molti rancori e rari ma terribili scoppi d'ira.
CARLO NORDIOIeri i marinai del suo gommone sotto il sole cocente gli hanno portato insieme a una gazzosa gli otto volumi della storia di Roma scritta dal premio Nobel Theodor Mommsen, lo studioso tedesco che è considerato il più grande maestro dell'impero romano, una storia che Francolino conosce sulla punta delle dita. Questa sera il Calta non potrà fare a meno di ricordare le virtù e le debolezze del grande Cesare che durante la sua vita sposò tre donne (Cornelia, Pompea, Calpurnia) alle quali aggiunse una lunga galleria di amanti e una parentesi omosessuale con Nicomede, re di Bitinia.
STEFANO DOMINELLA - copyright PizziA giudicare Cesare ci saranno anche altri personaggi conosciuti al pubblico; per la difesa saliranno sul palco il giornalista Davide Sassoli (ex-vicedirettore del Tg1 e parlamentare europeo), e Paola Severino, prorettore della Luiss ed ex-vicepresidente del Consiglio superiore della magistratura militare. Per l'accusa è stato chiamato Carlo Nordio, il 64enne procuratore aggiunto di Venezia che insieme a Pisapia ha scritto recentemente il libro dal titolo speranzoso: "In attesa della giustizia".
WALTER VELTRONI RAFFAELE RANUCCIOltre al magistrato ci sarà anche Stefano Dominella, il patron della maison Gattinoni, che per la sua eleganza e dolcezza è difficile immaginare nella parte di Bruto, ma il vero colpo di scena sarà rappresentato dalla requisitoria che dovrà pronunciare Raffaele Ranucci, il gracile senatore del Pd che dopo aver conosciuto le fortune del calcio ha svoltato quando sul suo yacht è nato l'amore tra Pierfurby Casini e Azzurra Caltagirone.
Mario DraghiAdesso Ranucci, oltre ad essere un fedelissimo di WalterEgo Veltroni, è uno dei più intimi nella cerchia di Caltagirone, ma riesce difficile paragonarlo alla figura storica di Marco Antonio che dopo una vita dissoluta si innamorò di Cleopatra e partecipò alle Idi di Marzo.
Dall'alto dello scranno di presidente, il Calta dovrà tener conto delle diverse testimonianze e ieri sera quando il gommone è rientrato in porto aveva tra le mani un foglietto che i marinai hanno sbirciato e suonava così: "ogni uomo potente deve evitare il rischio delle arciconfraternite del potere, cioè delle varie lobby che spesso si nutrono di lacci e lacciuoli".
GUIDO ROSSI SOGNACaltariccone non se ne è accorto, ma sono le stesse parole pronunciate il 10 maggio scorso in occasione del Premio Guido Carli da quell'altro Cesare che si chiama Geronzi.
MICHELE SALVATI
2- SE DOMANI DRAGHI SCEGLIERÀ L'APPROCCIO "MINIMALISTA"
Anche Mario Draghi ha trascorso una domenica diversa.
Domani si terrà l'Assemblea della Banca d'Italia e per il romano adottato perfino dai tedeschi sarà l'ultima lettura delle Considerazioni Finali. Gli uffici di via Nazionale hanno preparato il draft dell'intervento che come al solito sarà contenuto in una ventina di pagine (l'anno scorso furono 18 con un finale che evocava il ritorno alla crescita).
Gli appunti più corposi sono arrivati a Draghi da Salvatore Rossi, il 62enne direttore del Centro Studi che porta baffi e capelli da attore americano. Chi lo conosce sa che Draghi alla fine scrive di suo pugno il testo finale ed è probabile che abbia una certa irritazione per tutti gli articoli che negli ultimi giorni sono usciti con suggerimenti e anticipazioni sul testo che sarà pronunciato davanti alla platea dei banchieri e degli imprenditori.
GIULIETTO TREMONTI CON BOTTA DI SONNO_5A consigliarlo si sono impegnati maestri del diritto come Guido Rossi, studiosi come Michele Salvati e giornalisti alla Mucchetti che sul "Corriere della Sera" di oggi indica nel deficit, nei derivati e nella solidità delle banche i tre dossier caldi per il futuro governatore della BCE.
Dopo aver consultato la propria coscienza e i parenti (primi fra tutti la figlia Federica e il più giovane Giacomo laureato alla Bocconi con Francesco Giavazzi) pare che Draghi abbia deciso di fare un intervento con pochi richiami forti e una prevalente impronta di carattere minimalista. L'approccio culturale è simile a quello degli storici francesi come Braudel, Bloch e Duby che Draghi ammirava sui banchi del liceo Massimo.
Nella scuola dei gesuiti i compagni di classe come Luchino di Montezemolo giocavano con le automobiline, Luigino Abete sudava divorando la merenda e Gianni De Gennaro spiava le ragazze sotto i banchi. Lui invece divorava i capolavori della scuola delle Annales dove rispetto a una visione universalistica si cercava nei dettagli delle persone e dei luoghi la chiave della storia.
Ed ecco allora le poche regole di cui il futuro capo della BCE vorrebbe parlare domani. In primo luogo i banchieri dovrebbero essere morigerati nei soldi e nel costume, senza farsi tentare dalle donne nemmeno in occasione dei matrimoni come quello di Corradino Passera che è apparso una messinscena spropositata.
In secondo luogo - ecco la seconda regola - devono essere cacciati dalle loro poltrone quei banchieri che rappresentano i frutti tossici della politica, e che per meriti conquistati guidando un camion oppure saltellando tra le segreterie dei partiti, pretendono di avere un peso "massiccio" nel sistema.
NAPOLITANOInoltre, non si devono ascoltare ministri come Giulietto Tremonti che con falsa umiltà dichiarano la loro imperfezione pur ritenendosi perfetti. E per finire sarà bene picchiare sulla testa di quelle banche che soffocano le imprese con tassi vicini al 10%.
Se domani Draghi sceglierà l'approccio "minimalista" passerà alla storia non solo come il IX Governatore di maggior successo internazionale, ma anche come l'uomo di buonsenso che prima di ascoltare i mercati e gli ex-amici di Goldman Sachs sente la voce dei clienti e dei cittadini. L'epilogo delle sue Considerazioni potrebbe ricordare infine che nessun Governatore può permettersi il lusso di ricevere a mezzanotte la telefonata di un banchiere che dice: "ti darei un bacio in fronte...".
Una regola dimenticata dal suo predecessore.
PAOLO GLISENTI
3- COMMEMORAZIONE DI VITO LATERZA CON NAPOLITANO CON "PEPE" (SUSSIEGO E PROSOPOPEA)
L'invito è riservato a pochi amici e tra questi a Giorgio Napolitano, il presidente che oggi alle 17 si recherà in via di Villa Sacchetti per commemorare i dieci anni dalla scomparsa dell'editore Vito Laterza.
In una palazzina alle spalle di Villa Borghese sarà ricordata la figura dell'uomo che nei primi anni '60 aprì un ufficio a Roma trasferendo la moglie Antonella e i due figli Federico e Giuseppe. Sarà quest'ultimo, detto "Pepe", ad accogliere con il sussiego e la prosopopea che lo distinguono la ristretta cerchia degli invitati.
LETIZIA MORATTI E BERLUSCONIPoi, nell'incontro a porte chiuse, gli ospiti si siederanno nella sala per ascoltare l'intervento di Napolitano seguito da quelli di Eugenio Scalfari e Tullio De Mauro.
4- GLISENTI HA GIÀ PREPARATO LA VALIGIA PER TORNARE A ROMA SE PISAPIA DIVENTERÀ SINDACO
Avviso ai naviganti: "Si avvisano i signori naviganti che Paolo Glisenti ha già preparato la valigia per tornare a Roma se Pisapia diventerà sindaco.
Il bagaglio firmato Vuitton comprende preziose confezioni di profumo Floris acquistate a Carnaby Street insieme a pomate per il viso provato dalle fatiche degli ultimi 15 giorni.
In caso di sconfitta per donna Letizia Moratti di Rivombrosa, il buon Glisenti tornerà alla sua società di consulenza di Roma per dare una mano al sindaco dalle scarpe ortopediche Alemanno. E per lui salterà la promessa di salire alla presidenza della Sea, la società degli aeroporti milanesi che in autunno dovrebbe quotarsi a Piazza Affari".