1- MERDA ROSSO SANGUE
Michele Serra per La Repubblica
Zia Cosima! Ma zia di chi? Mia no. Ma non ha un cognome e un nome normali, come tutti, la signora, quanto basta per i documenti di Questura e per le notizie di nera sui delitti di paese? Zia Cosima, zio Michele, Olindo e Rosa, Erika e Omar, e la povera Sarah, la povera Chiara, la povera Yara, la povera Melania, il piccolo Tommy, il piccolo Samuele, carnefici e vittime trasformati in puffi da schierare sul plastico indecente di un gioco di società di massa.
Altro che banalità del male: il male ha un indotto miliardario, palinsesti interi, paginate di giornale, esperti a gettone, conduttori che ci campano da una vita e a ogni nuovo delitto si attizzano come se ringiovanissero di vent´anni. Un conto è il diritto di cronaca, un conto i cadaveri usati come esca per l´imbonimento delle folle, gli arresti trasformati in show, le scene del delitto visitate come Gardaland, la criminologia tradotta in chiacchiera pelosa, e una promiscuità ingorda con un dolore che ha il pregio, fantastico, di riguardare solo gli altri. A loro la morte e il sangue, a noi lo spettacolo.
sara scazziUn successone: le notizie più cliccate, le pagine più lette, le trasmissioni più seguite. La conferma che non tutto quello che ha successo è buono, utile e giusto. Può avere successo anche la merda, secondo il celebre aforisma "mangiate merda, dieci miliardi di mosche non possono avere torto".
2- GLI SMS, I FLIRT, LE GRINFIE DELLE MADRE
Goffredo Buccini per il Corriere della Sera
C'era un dio capriccioso nel mondo di Sabrina. Un bamboccione sciupafemmine capace di cambiarle la vita da agra a radiosa con un semplice messaggino al cellulare. «Fossero tutte come te le donne... sei una bravissima ragazza», gli concede lui, magnanimo. «Sei perfetto così, Dio Ivano», «una bellissima visione così come 6, capito Dio Ivano?», lo venera lei.
scazzi e cugina sabrina jpegSi scambiano quattromila e cinquecento sms da gennaio ad agosto del 2010, Ivano Russo e Sabrina Misseri, praticamente fino alla morte della piccola Sarah, altro che una «buona amicizia» come, mentendo, hanno provato a far credere ai pm. E quei messaggi d'amore, sesso, gelosia, rancore, odio, raccontano meglio di qualsiasi testimonianza sogni, vita e ossessioni della damina nera di Avetrana, fino a diventare la spina dorsale dell'atto d'accusa con cui il gip Martino Rosati aggiunge nuove mandate al catenaccio che chiude la sua cella e sbatte nella cella accanto anche mamma Cosima, Mimina, colpevole di avere incoraggiato la figliola mentre strangolava la piccola Saretta con una cintura «unisex alta due centimetri e mezzo con cuciture laterali», mai trovata.
La madre di Sarah Scazzi apprende dalla Sciarelli della morte della figliaPare incredibile ma proprio così scrive un giudice serio e onesto come Rosati, dopo nove mesi di indagini, con un perfetto castello di indizi logici ma quasi nessuna prova: il «conforto» di Mimina fu decisivo per sostenere la figlia mentre strangolava Sarah, da cui l'ipotesi di «concorso morale» sulla quale si eserciteranno gli avvocati. Omicidio e soppressione di cadavere per madre e figlia, dunque, quest'ultimo reato da condividere con Miche', sorta di Igor nella casa degli orrori, servitore alla festa della morte.
sara scazziLa premeditazione e il sequestro di persona restano per adesso in sospeso sulla testa di mamma e figlia come un'incudine, ma che l'incudine cada dipende da un testimone ballerino come il fioraio Giovanni Buccolieri, quello che disse di avere visto Cosima che trascinava Sarah per i capelli dentro la sua macchina dove, forse, c'era Sabrina in agguato.
GIACOMO SCAZZI IL PADRE DI SARAHDunque lì, e non solo in casa come s'è detto, proprio nella Opel Astra che gli avetranesi hanno sfregiato ripetutamente con scritte oscene quasi avvertendola quale possibile teatro del delitto, sarebbe potuto concludersi tutto: Cosima che afferra Sarah, Sabrina che la strozza dal sedile posteriore. Ipotesi mostruosa e suggestiva, che il gip adombra senza avere modo di sostanziare, perché il buon fioraio ha detto di avere «sognato» e la Cassazione ha ricordato ai magistrati di Taranto il principio del favor rei: tra due piste alternative è corretto preferire quella favorevole agli indagati, e non c'è dubbio che la lite in casa tra cugine sfociata in «lezioncina» letale sia meno raccapricciante di quel rapimento da squadrone della morte.
CONCETTA SCAZZI LA MADRE DI SARAH«A mia sorella Cosima direi: sei un'assassina», ha tuonato Concetta, la madre sfinge di Sarah, durante una delle mille interviste concesse ieri tra speciali tv e carta stampata, nella casa un tempo spoglia di vicolo Verdi e adesso piena di fiori e foto della figlia morta, e persino munita di quel computer che Sarah a lungo aveva desiderato invano: «No, non sono sorpresa dal suo arresto. Non si può uccidere una bambina in silenzio, Cosima non può non avere sentito».
Sarah ScazziE già. Cosima non poteva non sapere. Eppure, nove mesi dopo la morte di Sarah, la più insidiosa teste d'accusa contro Sabrina e sua madre è Sabrina stessa, con i suoi messaggi grondanti verità, umanissimi complessi, manie. «Mi spiace ke le belle non ti s'avvicinano perché esci con una cozza», scrive al suo Dio, dissimulando a fatica palpiti di gelosia.
Lei è la ragazza del dopo mezzanotte, grassottella, collo taurino, braccia da camallo, quella con cui non ti faresti mai vedere in pizzeria ma che dopo la terza birra a ora tarda non ti dispiace più come prima. Lui cammina sul filo dell'amicizia ambigua, fanfarone come siamo noi maschi. «Trombamico» lo chiama lei in uno slancio d'ironia.
sarah-scazziE subito però si svela al suo dio in tutta la propria tenerezza, gli racconta una quotidianità terribile: «Scapperei ma non voglio lasciare mio padre nelle grinfie di mia madre. Piange di notte». «Ieri x salvare mio padre mi sono beccata 2 piatti addosso...». «...il mio incubo è diventare come lei». «Oggi sto 'na merda sono sempre più convinta di farla finita».
Chi lha visto e la madre di Sarah ScazziMiché è il paparino da proteggere, Mimina il babau di casa. Sabrina apre il cuore a Ivano fino a dirgli della sua voglia di suicidio e Ivano la usa e la molla, i due fanno sesso più volte, «ma non dovevamo, penso ke abbiamo sbagliato», scrive il dio vezzosamente. Lei si sente morire: «Io farei un lavoraccio su me stessa per cambiarmi vabbe' fisicamente dalla testa ai piedi».
Sarah ScazziAgli atti è allegato - speriamo per errore - persino un sms troppo esplicito sui loro rapporti sessuali: offensivo per Sabrina. Il quadro tuttavia è chiaro, patologico quanto basta. Dio Ivano è il sole, finché un giorno in scena entra Sarah, bella e flessuosa, che Sabrina s'è tirata dietro dall'infanzia ma che adesso comincia a guardare con terrore: «È così magra che mi fa + male», confessa in un ennesimo sms, nelle diciotto pagine su 90 che il giudice dedica ai messaggi tra i ragazzi.
In fila per vedere la casa di AvetranaIl resto dell'ordinanza è uno sforzo per chiudere nell'angolo Mimina e dimostrare che Michele «ormai è un personaggio secondario», perché l'accusa regge anche senza di lui. Dieci pagine di intercettazioni sono dedicate a lei che lo ammaestra in uno dei cento colloqui intercettati in carcere: «Mo' ti stai imbrogliando, devi dire così e così...» e si fa ripetere parola per parola la versione addomesticata del delitto. Mimina sa essere anche sferzante col suo marito-servitore, e se la prende col favore che la stampa gli accorda: «Noi tutti falsi siamo per loro! Tu sei l'unico innocente e quando ti fanno uscire sei San Michele, il contadino di Avetrana!».
Vespa e il plastico del delitto di AvetranaMiche' parla a schiòvere, almeno quand'è solo: lo intercettano in macchina poco prima del suo arresto, mentre fa una specie di training autogeno in vista della resa dei conti con Mimina: «Mi dispiace per la mia famiglia... io adesso li scoprirò...», dice in dialetto a se stesso nello specchietto retrovisore, accingendosi a far ritrovare il telefonino della nipote uccisa. Rosati mette in fila testi utili ma mai decisivi. Molte prove logiche. La mappatura dei cellulari che incastra Mimina in garage il 26 e vicino al pozzo dove poi si troverà il cadavere il 27.
Erika e OmarMa sono i messaggini di Sarah a parlare, pure quelli. Raccontano la cotta per Ivano. Il furore di Sabrina. La lite con lei, la sera prima di morire, le troppe chiacchiere sulle sue umiliazioni patite con quel dio viziato. Anche il suo diario parla, il diario che Sabrina voleva far sparire ad ogni costo. Proprio l'ultima mattina, Saretta pensa al ragazzo grande della cugina, «... potexi avere 1 fidanzato così», scrive sulla pagina del 26 con la ics dei messaggini. Poi esce nel sole che scotta, immaginando di andare al mare.