1 - LA VISITA MEDICA PRIMA DELL'ESTRADIZIONE
The Guardian - http://bit.ly/kVbLv9
E' in corso la visita medica a Ratko Mladic. Secondo le fonti ufficiali il sessantanovenne è in pessime condizioni di salute. Per l'estradizione all'Aja potrebbe volerci ancora una settimana.
2 - BRACCATO DA 16 ANNI LUI ANDAVA ALLO STADIO
Paolo Mastrolilli per "la Stampa"
Una caccia lunga sedici anni, per un criminale di guerra così preoccupato per la sua sorte, da presentarsi sugli spalti dello stadio a guardare le partite di pallone. «Il governo serbo - spiega una fonte ben informata sulle attività del Tribunale dell'Aja - ha sempre saputo dove si nascondeva Mladic, ma lo ha protetto per ragioni di equilibrio interno. Il presidente Tadic, capo di una coalizione europeista che ambisce a portare Belgrado nell'Unione, avrebbe voluto consegnare il generale da anni, come aveva fatto con Karadzic nel 2008. Il ministero della Difesa però si opponeva e lo ha impedito. Fino a ieri, quando nei rapporti di forza è cambiato qualcosa».
MURALE DI MLADICMladic era stato incriminato dal Tribunale dell'Aja per genocidio nel 1995, poco dopo il massacro di Srebrenica. Fino a quando il presidente serbo Milosevic era rimasto in carica nessuno si era sognato di toccarlo. Neppure la Nato, che mettendogli le mani addosso temeva di far saltare i delicati accordi di Dayton.
MLADIC IERI E OGGIMa la protezione era continuata anche dopo le dimissioni di Milosevic, nel 2000. Allora Mladic viveva nella caserma Topcider, nel cuore del quartiere esclusivo di Dedinje, con la piena approvazione del Supremo consiglio di difesa, di cui faceva parte anche il nuovo presidente serbo Kostunica.
Le cose si erano complicate nel maggio 2002, quando Belgrado aveva firmato un accordo di cooperazione col Tribunale dell'Aja. Non che il governo serbo avesse pensato di consegnarlo, però proteggerlo in maniera così sfacciata non era più possibile. L'esercito decise che Mladic doveva cambiare indirizzo. Non lo lasciò solo, però. Con lui rimasero il suo capo della sicurezza, Marco Lugunja, e la guardia del corpo più fidata, Jovan Djogo.
mladic gioca a carteAll'inizio lo nascosero in casa loro; poi affittarono l'appartamento numero 20 di un palazzone in via Yuri Gagarin 118, sempre a Belgrado, dove il macellaio di Srebrenica pagava 400 euro al mese di affitto. Mladic aveva vissuto tranquillamente in quella casa fino al 2006, uscendo senza vergogna anche per portare a spasso il cane. E' tutto scritto nelle carte del processo a Lugunja e Djogo, che proprio alla fine del 2006 ammisero di aver aiutato l'ex generale, convinti che non ci fosse nulla di illegale a nasconderlo. Del resto Mladic aveva ricevuto persino la pensione di Stato, come ufficiale in congedo, fino al 2005.
Nel frattempo la Nato aveva cambiato idea e aveva cercato di catturarlo, lanciando anche un raid in casa della madre poche ore dopo la sua morte: era convinta che Ratko, da buon figlio, sarebbe stato al suo capezzale, ma non lo aveva trovato.
Mladic balla e canta da fuggitivo nel duemilanoveLa vera svolta politica era avvenuta nel maggio del 2008, quando la coalizione filoeuropea del presidente Tadic aveva vinto di un soffio le elezioni parlamentari. Il vento era cambiato e appena due mesi dopo, il 22 luglio, la polizia serba aveva arrestato Radovan Karadzic: si era riciclato come guru della new age, vivendo serenamente a Belgrado. Le ore del suo complice militare sembravano contate, e invece niente.
massacro srebrenicaNel giugno del 2009 la tv bosniaca Ftv aveva mostrato filmini amatoriali del generale che giocava a ping pong, festeggiava con gli amici, andava a sciare con moglie e figlia. Il governo si era difeso dicendo che era lui, ma le immagini risalivano a molto tempo prima. Per dimostrare la sua buona volontà, Tadic aveva offerto una taglia da 10 milioni di euro e aveva ordinato due perquisizioni nella casa della moglie, nel dicembre 2009 e nel febbraio 2010.
Aveva trovato i diari di Mladic, in cui lui dettagliava tutte le decisioni prese negli incontri quasi quotidiani con la leadership di Belgrado: una confessione autografa dei suoi crimini, ma anche un atto di incriminazione per Milosevic e la Serbia. Ratko però era scappato ancora e la famiglia aveva cercato di chiudere il caso, chiedendo che fosse dichiarata la sua morte.
le fosse comuni di srebrenicaIn realtà, secondo fonti ben informate, Mladic godeva ancora della protezione del ministero della Difesa, e Tadic esitava ad arrestarlo per il timore di perdere il suo fragile potere. Da una parte, infatti, aveva bisogno assoluto degli aiuti economici della Ue; ma dall'altra l'ex generale, a differenza di Karadzic, aveva due vantaggi fondamentali: era considerato un eroe dalla popolazione (solo il 34% era favorevole ad arrestarlo), ed era sempre rimasto un ufficiale serbo, quindi depositario di segreti capaci di destabilizzare il Paese.
Nei mesi scorsi, però, il procuratore dell'Aja Serge Brammertz ha consegnato un rapporto molto negativo su Belgrado, che l'Onu avrebbe discusso il prossimo 6 giugno. Tadic ha trovato la forza di dire basta e Mladic è finito in galera.