1 - "AMICI MIEI" PROFANATI...
Michele Anselmi per "il Secolo XIX"
È bastato che su YouTube apparisse il trailer di "Amici miei. Come tutto ebbe inizio" perché si scatenasse di nuovo l'ira dei fan nostalgici e tradizionalisti, quelli che proprio non perdonano ad Aurelio De Laurentiis di aver prodotto, trentacinque anni dopo, un rifacimento del venerato modello originale, ambientandolo nella Firenze del Quattrocento. Furenti, gridano alla vergogna, invitano al boicottaggio, per la serie: giù le mani di "Amici miei", questo roba non si doveva proprio fare.
Il film di Neri Parenti uscirà il 16 marzo in 600 copie, con l'ambizione di rinverdire la gloria popolare delle mitiche zingarate anni Settanta rimaste nella memoria di molti spettatori. Impresa costosa, pure molto rischiosa, rimettere mano a quella commedia di culto che la morte di Pietro Germi consegnò in extremis nelle mani di Mario Monicelli.
palcido-amici-mieiCosì da Bologna la storia si spostò a Firenze. Il patron del Napoli, dopo infiniti rinvii e ritocchi del copione, ha speso quasi 12 milioni di euro tra cast, scenografie, costumi e comparse. De Laurentiis sostiene nelle interviste che "il film, bellissimo, non è una sfida ma un atto d'amore", elogia la sceneggiatura dello scomparso Piero De Bernardi irrobustita dal tocco dei golden boy Fausto Brizzi & Marco Martani, assicura che la regia del fiorentino Neri Parenti sarà una sorpresa. Dimenticare il cinepanettone, insomma, specialmente l'ultimo, indigeribile.
NERI PARENTIE se il manifesto, con le faccette di Christian De Sica, Massimo Ghini, Giorgio Panariello, Paolo Hendel e Michele Placido attaccate ad altrettante molle uscite da una scatola, rimanda all'originale del 1975, l'idea di trasportare il tutto nella Firenze rinascimentale servirebbe a mettere al riparo il film da impietosi paragoni con i primi due atti di Monicelli e il terzo di Nanni Loy, invero bruttissimo.
Tuttavia i pasdaran di "Amici miei" proprio non ci stanno. Basta dare un'occhiata, in rete, al tenore dei commenti che dal 28 febbraio hanno accolto la diffusione del trailer, introdotto dalla voce birbantesca di Alessandro Benvenuti, che nel film incarna il complice Lorenzo de' Medici: "All'apice del suo splendore Firenze fu colpita da una terribile calamità: la noia. Per combatterla cinque amici si affidarono a nuovi rimedi. Zingarate, bischerate. Cazzeggio? Cazzeggio".
monicelliNaturalmente i messaggi valgono quello che valgono, sono umorali, a volte sgrammaticati, pure oltraggiosi, ma di sicuro indicano uno stato d'animo - chissà quanto diffuso - nei confronti del contrastato "prequel", che poi significa semplicemente antefatto.
Eccone un florilegio. Modoantiquo: "Un troiaio senza limiti, un insulto a Monicelli e al suo capolavoro. Peccato soltanto che il bravo Hendel si sia prestato a questa operazione, invece di lasciare quest'accolita di cialtroni al loro usuale cinepanettone". Blrr4: "Che cacchio c'incastra questo filmaccio con lo splendido Amici miei'? Povero Monicelli, non hanno rispetto di lui neanche dopo la morte".
PIETRO GERMIPetitprince2k: "Vi auguro il più grande flop della storia del cinema italiano! Sarà il miglior omaggio a chi è stato davvero il Maestro della Commedia Italiana". Kuma72: "Vi prego, non spendete i vostri soldi per andare al cinema a guardare questo scempio". TrueErra: "Non dovevano rovinare il nome di Amici miei, ragazzi questo film va boicottato, vietato andare al cinema a vederlo". Gu4rez: "Secondo me sarà una cagata pazzesca!!!". Cugnao: "Andate a zappare!!!".
ErraUltraBorgo: "Il 16 marzo muore ufficialmente il cinema italiano". Rav55: "Terribile. Sembra un cine-Decamerone degli anni Settanta, mancano solo Don Backy, Femi Benussi e Carmen Villani!". FioraDApice si rivolge addirittura al sindaco di Firenze: "Evitiamo lo scempio, che Renzi faccia qualcosa".
I giudizi, certo prevenuti e alquanto caustici, sono quasi tutti di questo tenore. Anche se c'è chi, elogiando i cinepanettoni della ditta De Laurentiis e Parenti, invita a qualche cautela. Come 19Carla8M, che scrive: "Un bel film davvero, diamogli fiducia, non li critichiamo sempre. Dal trailer è diverso dai soliti... può essere un bel risultato".
Difficile capire dal trailer: nell'uno o nell'altro verso. Il produttore napoletano, che possiede il marchio e i diritti della serie "Amici miei", minimizza la contestazione in rete, derubricandola a fissazione di pochi, a piccolo complotto. Per questo invita ragionevolmente a vedere il film per intero prima di giudicare (sarà mostrato alla stampa il 14) e ricorda le qualità artistiche dell'operazione: fotografia di Luciano Tovoli, scenografie di Francesco Frigeri, costumi di Alfonsina Lettieri, musiche di Andrea Guerra, attori quasi tutti toscani doc per scrupolo filologico.
Amici mieiDi sicuro tutto ciò non servirà a far recedere Franco Bagnasco dai propositi bellicosi espressi a più riprese sin dal primo ciak in Toscana. Chi è Bagnasco? Il giornalista che sembra aver fatto della parola d'ordine "Giù le mani da Amici miei', boicottiamo De Sica e il suo prequel" quasi una scelta di vita, una missione "culturale", un credo cinematografico, al punto da essersi ribattezzato "il figlio del Perozzi" in onore a uno dei cinque personaggi della saga originaria.
In oltre 53mila, su Facebook, hanno sottoscritto il suo monito nei confronti del film, ora raccolto in una sorta di battagliero decalogo. Dove si legge addirittura, senza troppa ironia: "I nomi dei profanatori della saga immortale firmata da Monicelli vanno tenuti sempre bene a mente. Così come quelli dei fiancheggiatori". Il vendicatore di "Amici miei" non starà esagerando con le supercazzole come fosse Antani?
2 - NERI PARENTI: MI SENTO UN PO' COME GHEDDAFI, MUBARAK E BEN ALÌ. ASSEDIATO. SPERO SOLO CHE SIA TUTTA UNA BISCHERATA"...
Michele Anselmi per "il Secolo XIX"
"Ancora con sta storia di Facebook e dei 50 mila che vogliono boicottare il mio film? Vabbè parliamone, se proprio bisogna" sbuffa il regista Neri Parenti, raggiunto al telefono in autostrada mentre sta per intraprendere il tour promozione per "Amici miei. Come tutto ebbe inizio". "Sì, ho letto i commenti al trailer sul web. Che le devo dire?" s'arrende Christian De Sica, che nel "prequel" quattrocentesco incarna una specie di conte Mascetti lesto a godersi la popputa moglie di Massimo Ceccherini.
"Lo trovano agghiacciante', mi insultano, sperano in un flop, gridano alla profanazione. Non ripeterò che sono dei cretini. Ma bischeri sì. Possibile che non hanno niente di meglio da fare?".
Come "il Secolo XIX" ha raccontato ieri in prima pagina c'è maretta attorno al film di Neri Parenti che reinventa, in chiave di antefatto rinascimentale, le mitiche zingarate del film di Mario Monicelli. Da mesi, ancora prima che si desse il primo ciak a Certaldo, il bellicoso Franco Bagnasco tambureggia su Facebook, chiamando a raccolta i fan di "Amici miei" - sarebbero oltre 53 mila i firmatari - contro quello che giudicano un cine-misfatto. "Giù le mani da Amici miei'. Boicottiamo il prequel con De Sica" è la parola d'ordine, arricchitasi nelle ultime ore, dopo l'arrivo in rete del trailer ufficiale, di una colorita selva di insulti e sfottò.
AMICI MIEI"I nomi dei profanatori della saga immortale di Monicelli vanno tenuti a mente, come quelli dei fiancheggiatori" s'è spinto a scrivere Bagnasco sul sito di battaglia, magari senza accorgersi di aver superato un po' il limite. Perché una cosa è promuovere una stroncatura preventiva e di massa, dal basso, giocando sul tema; un'altra è minacciare rappresaglie personali, ritorsioni clamorose, azioni concrete di boicottaggio davanti ai cinema (schiaffi agli spettatori e clacsonate moleste?).
Neri Parenti, fiorentino doc, classe 1950, preferisce non rispondere alle offese. Mesi fa, tirato per i capelli nella querelle, disse di sentirsi vittima di "una forma di fascismo", ma adesso si pente di aver usato quella parola.
"Siamo in democrazia, anche se non sembra, sicché quegli insulti me li prendo tutti, anche i più oltraggiosi. Vorrei solo che queste persone andassero a vedere il film e non si fermassero al trailer, peraltro neanche preparato dal sottoscritto. I pregiudizi possono pure essere giustificati. Io non sono Monicelli, vengo dai cinepanettoni e da Fantozzi. Gli originari Tognazzi, Noiret, Celi, Montagnani e Moschin erano perfetti. Capisco pure la nostalgia. Per questo abbiamo ambientato la storia nella Firenze del Quattrocento. Non sono quei personaggi lì, hanno nomi diversi, resta solo lo spirito di quella storia allegramente cinica".
Il regista non ha dimenticato alcuni degli improperi più variopinti. A riascoltarli non fa una piega. Si chiede, invece, il perché di tanto feroce accanimento nei suoi confronti. Quasi fisico. "Uno scrive che vuole darmi fuoco, un altro esige picchetti sotto casa mia. Mi hanno parlato di sagome con le nostre facce da prendere a schiaffi. La vuole sapere tutta? Mi sento un po' come Gheddafi, Mubarak e Ben Alì. Assediato. Spero solo che sia tutta una bischerata".
AMICI MIEISicuro di aver fatto "un bel film", il regista di "Natale in Sudafrica" ricorda che De Laurentiis non ha badato a spese: 12 milioni di euro il costo, tra scenografie monumentali, costumi, comparse e compensi dei cinque attori protagonisti, che sono De Sica, Massimo Ghini, Giorgio Panariello, Paolo Hendel e Michele Placido. "Siamo partiti da un soggetto di 100 pagine firmato da Benvenuti, De Bernardi e Pinelli, gli stessi che scrissero i film originali di Monicelli. Figuratevi se volevamo profanare qualcosa di sacro. Ma ci sarà o no la libertà di provarci? Prima vedete il risultato e poi sputateci in faccia".
AMICI MIEIParenti non capisce proprio il perché di tanto livore. "È come se dicessi a Bagnasco di non scrivere un articolo su un certo argomento perché l'ha già fatto Montanelli. Che significa? Pensi, per cercare un dialogo, gli ho spedito perfino la sceneggiatura, ho intrattenuto con ui un carteggio privato. Lui ha spiattellato tutto sul sito. Sono amareggiato: come cittadino ancor prima che come regista".
In effetti, al di là della polemica del tutto legittima sul progetto, che per molti versi sa di vecchio, di minestra riscaldata, una certa dose di esaltazione ha finito con l'esacerbare un po' troppo gli animi. "Scempio! Come toccare la Divina Commedia' e rifarla in chiave moderna" si legge addirittura su Facebook. "E che dovrei dire io, allora?" protesta De Sica, pure lui all'inizio titubante nei confronti del remake-antefatto. "Jean-Paul Belmondo di recente ha rifatto Umberto D.' in Francia. Dino Risi, nel 1989, rigirò La ciociara'. Due capolavori di mio padre. Ma non è che mi sono messo a fare scenate, a rilasciare interviste piccate".
AMICI MIEIL'attore romano esclude simbiosi tra il nuovo "Amici miei" e i tanto esecrati cinepanettoni. "Questa non è la farsa di Natale. La comicità è diversa. Non ci sono parolacce, gli scherzi sono bonari, resta solo lo spunto di cinque cinquantenni annoiati che esorcizzano la paura della morte organizzando zingarate. Pensi che, per sembrare più veri, io, Ghini e Placido abbiamo pure preso lezioni di fiorentino dal regista Marco Mattolini, che ci ha fatto da dialogue coach. E poi...". Dica pure, De Sica. "Vogliamo dirlo una volta per tutte che Amici miei' era un bel film, divertente, ma non un capolavoro?". Se lo sentono Bagnasco e i suoi pasdaran...