Nicoletta Tiliacos per "il Foglio"
William S Burroughs Lucien Carr and Allen GinsbergC'è una paideia finita in tragedia, nel mito di fondazione della Beat generation. C'è l'ossessivo innamoramento di un professore, David E. Kammerer, per il suo giovane allievo e amico Lucien Carr. Il quale, nell'afosa notte del 13 agosto del 1944, dopo una lite senza testimoni nel Riverside Park dell'Upper West Side di New York, lo colpirà con un coltellino da boy scout, esasperato da avances più insistenti del solito.
Poi, credendo di averlo ucciso, gli riempirà le tasche di pietre e lo getterà nell'Hudson,
dove sarà ripescato due giorni dopo. Allignano dunque violenza, delitto, sangue versato, nelle radici più profonde dell'utopia letteraria ed esistenziale della generazione che non volle pensarsi perduta e volle farsi seminatrice di idee di non violenza, di pace, di libertà da ogni genere di vincoli e convenzioni, del sogno di un'innocenza rigenerata dall'abolizione della stessa idea di peccato.
L'assassinio di Kammerer diventerà il vero luogo del delitto e il convitato di pietra, attorno al quale i protagonisti principali del movimento beat torneranno periodicamente - con narrazioni a volte solo allusive, a volte più esplicite - per sempre legati da quella storia nera.
E' la storia - una storia reale, con nomi e circostanze solo superficialmente modificati - raccontata nel 1945 in un libro da William S. Burroughs e Jack Kerouac. All'epoca, perfetti sconosciuti che nulla avevano mai pubblicato, e che mai avrebbero immaginato di dover essere un giorno ricordati come i padri fondatori del movimento beat. Il racconto (scritto a botta calda, a pochi mesi dall'assassinio di Kammerer, dopo che Carr era finito in riformatorio e dopo che sia Burroughs sia Kerouac erano stati accusati di favoreggiamento nei suoi confronti), fu intitolato "E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche". Frase sentita alla radio da Burroughs, tra una sbronza e l'altra, pronunciata da uno speaker a proposito dell'incendio di un circo o di un non meglio identificato zoo.
Lucien CarrRimasto inedito per più di sessant'anni, dopo l'uscita americana, nel novembre del 2008, il libro è stato appena tradotto da Andrew Tanzi per Adelphi. I decenni di forzato oblio, legati alla necessità di non turbare la nuova e rispettabile vita di Carr - condannato al riformatorio con tutte le attenuanti del caso - hanno contribuito alla nascita di una leggenda attorno al manoscritto, di cui a lungo si è favoleggiato quando i suoi autori sono diventati celebri in tutto il mondo.
Il libro è diviso in capitoli scritti alternativamente, in prima persona, da Burroughs e Kerouac. Il primo, nascosto dietro l'identità di Will Dennison, è presentato come un barista spesso ubriaco e incline alla morfina, alto un metro e novanta e originario del Nevada. Il franco-canadese Kerouac diventa invece Mike Ryko, "un finlandese diciannovenne dai capelli rossi" che lavora nella marina mercantile "e va in giro con vestiti lerci color cachi".
kerouac cassadyI veri protagonisti sono però Lucien Carr, l'assassino, e David Eames Kammerer, l'ucciso. Il primo nel libro diventa il "diciassettenne mezzo turco e mezzo americano" Phillip Tourian, che Burroughs-Dennison presenta così: "Questo Phillip è il genere di ragazzo a cui i finocchi letterati dedicano sonetti del tipo: O fanciullo greco dalla chioma corvina...'. Portava un paio di pantaloni sozzi e una camicia color cachi con le maniche arrotolate a mostrare avambracci sodi e muscolosi".
Corvino, in realtà, Lucien non lo era affatto. Le foto di quegli anni ci mostrano un ragazzo biondo dai tratti regolari, l'aria allegra, piuttosto efebico. Mentre Ramsay Allen, alter ego di David Kammerer, è "un omone imponente, brizzolato, sulla quarantina, alto e un po' flaccido. Sembra un attore che se la passa male, o una persona che una volta era qualcuno.
Kerouac Carr GinsbergViene dal Sud e come tutti quelli che vengono da Sud dice di essere di buona famiglia. E' un tipo bello sveglio ma a vederlo ormai non si direbbe. E' così fissato con Phillip che gli svolazza intorno come un avvoltoio timido e con in faccia 'sto sorriso sdolcinato da deficiente". Il fatto è, conclude Burroughs-Dennison, che "quando sono insieme scatta qualcosa che le farebbe girare a chiunque".
Carr era nato a New York , da una famiglia della buona società del sud, imparentata con i Rockefeller. Scrive nella postfazione di "E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche" James Grauerholz, amico di una vita e studioso di William Bur roughs: "L'intricata relazione tra Lucien Carr IV e David Eames Kammerer ebbe inizio nel 1936 a St Louis, nel Missouri, quando Lucien aveva undici anni e Dave ne aveva venticinque.
jack kerouacOtto anni, cinque stati, quattro scuole private e due college più tardi, il rapporto si era fatto troppo intenso e le emozioni erano ormai troppo febbrili; come scrive Will Dennison, quando sono insieme scatta qualcosa'. Qualcosa doveva pur cedere, e alla fine fu proprio ciò che accadde" in quella fatale notte del 13 agosto 1944.
Oltre a essere stato insegnante di inglese e istruttore di educazione fisica alla Washington University di St Louis, David Kammerer era anche amico d'infanzia e compagno di scuola elementare di Burroughs, a sua volta rampollo di una ricca fami- glia della città, da sempre in rapporti con la famiglia Carr. Da adulti, Burroughs e Kammerer avevano conservato una salda amicizia, fatta di viaggi, di grande confidenza, di complicità per la comune omosessualità (anche se per Kammerer era fonte di sofferenza, e per Burroughs qualcosa da vivere senza troppi problemi).
Quando Carr racconterà alla polizia di non aver mai avuto rapporti sessuali con Kammerer, anche Burroughs gli crederà. Se fosse avvenuto, David glielo avrebbe raccontato, così come gli raccontava tutto della sua passione infelice per quel ragazzo meraviglioso e sfuggente, cresciuto da Kammerer "fin dalla pubertà con una dieta a base di eccessi poetici - l'afflato divino di Baudelaire, gli actes gratuits di Gide, e l'intreccio appassionato di Verlaine e Rimbaud", scrive Grauerholz.
Carr è descritto come un trascinatore, capace di catalizzare, per la grande bellezza unita a un'intelligenza brillante e a un atteggiamento da capobranco, spavaldo e sboccato, l'ammirazione dei compagni di corso alla Columbia University, dove lo aveva iscritto la madre ("una tipica puritana moderna, capace di credere nel peccato senza credere in Dio", scrive di lei Kerouac-Ryko) e dove conosce il coetaneo Allen Ginsberg, che diventerà un altro protagonista del movimento beat.
AllenGinsbergGinsberg racconterà che fu lui a bussare alla porta di Carr nel dormitorio dell'Union Theological Seminary, incuriosito dalla musica di Brahms che proveniva dalla stanza. E' invece la fidanzata di Kerouac, Edie Parker, a presentare a Carr il futuro autore di "On The Road". All'epoca ventiduenne, Kerouac viveva a New York dopo un periodo trascorso come marinaio sulle navi mercantili, ma era deciso a partire di nuovo alla volta della Francia, per poter assistere all'entrata degli Alleati a Parigi.
Sarà sempre Carr a far conoscere Ginsberg e Kerouac, e ancora lui a presentare entrambi a Burroughs. Il giovanissimo Lucien, detto "Lou", è dunque il collante, il deus ex ma- china della New York beat, come riconoscerà Ginsberg. Il quale si dirà debitore di Carr anche per la comune passione per Arthur Rimbaud, che tanto peserà nella sua ispirazione poetica.
Le vicende del gruppo di amici che vive alla giornata trascinandosi da un locale all'altro, da una casa all'altra, annegando tra fiumi di birra, Canadian Club, pernod e daiquiri, con progetti che non vanno quasi mai al di là della prossima bevuta (ma in quelle case si legge Eliot e si ascolta la Prima Sinfonia di Brahms) si stagliano sulla New York di fine guerra, malinconica e caotica, dove tutto può succedere. "Avevo la sensazione, che conoscevo fin da quando avevo cominciato a lavorare come barista, di essere l'unica persona sana all'interno di un manicomio", scrive Dennison-Burroughs.
beat generationLe persone, le parole, le situazioni, i rapporti, sembrano sempre sul punto di degenerare: "Avevo la sensazione che discussioni stupide di quel tipo si sentivano in tutta l'America agli angoli delle strade, nei bar e nei ristoranti. In tutta l'America la gente tirava fuori le proprie credenziali e le sbatteva sotto il naso agli altri per dimostrare che era stata da qualche parte o aveva fatto qualcosa di importante. E ho pensato che un giorno in America tutti scatteranno in piedi e diranno: Ne ho pieni i coglioni!' e si metteranno a spintonare e insultare e artigliare la persona più vicina".
In quell'atmosfera esagitata e nervosa, a soffrire di più è Kammerer-Allen, totalmente paralizzato nella sua passione per Lucien-Phillip: "Durante il film Al continuava ad allungare il collo per guardare Phillip e a un certo punto è andato a sedersi nella fila accanto, dove poteva osservare il profilo di Phillip senza ostacoli".
Il professore trentatreenne, all'inizio di agosto, qualche giorno prima di essere ammazzato, si farà anche beccare da un portiere mentre cerca di entrare nottetempo nella stanza dell'amato, passando come un ladro dalla scala antincendio. "Solo per vederlo dormire", racconta poi all'amico Dennison- Burroughs.
jack kerouac"E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche" è dunque fenomenologia di un'ossessione (neanche proibita: tutti i personaggi, a parte le figure femminili sempre un po' sullo sfondo, pensano che non ci sarebbe nulla di strano, se finalmente Kammerer riuscisse a conquistare Carr); ed è anche la cronaca, ora per ora, dei preparativi di una tragedia. Phillip decide di partire in nave con Ryko-Kerouac per la Francia, anche per sfuggire alle imploranti attenzioni di Kammerer-Allen, e buona parte della narrazione è dedicata al fallimento del suo tentativo di fuga, che l'innamorato naturalmente scopre e che tenta in ogni modo di boicottare.
Non ce ne sarà nemmeno bisogno. Phillip Tourian e Mike Ryko (cioè Carr e Kerouac) si muovo- no quasi sempre ubriachi e incredibilmen- te maldestri, si svegliano tardi il giorno dell'arruolamento, litigano subito con il comandante in seconda del mercantile che, dopo molti tentativi a vuoto, finalmente li aveva accettati, e tornano a terra con i loro ormai inutili sacchi da viaggio.
E' in quella sera di delusione per l'avventura sfumata che Lucien-Phillip incontrerà in un locale Kammerer-Allen (non per caso: sappiamo che l'ex professore lo segue come un'ombra, posseduto unicamente dal desiderio di stargli vicino) dopo aver salu- tato Ryko e avergli dato appuntamento per il giorno successivo.
Secondo quanto Carr racconterà poi alla polizia, con Kammerer avevano fatto una passeggiata verso il Riverside Park, fino alla 115° strada. Certamente ubriachi, si erano messi a litigare dopo un tentativo di approccio da parte di Kammerer. Scrive James Grauerholz che "lottarono e combatterono nell'erba finché Lucien non sferrò a Dave due colpi con il suo coltellino da scout, centrandolo nella parte alta del petto.
Lucien Carr e AllenDave perse i sensi. Lucien, convinto che fosse morto, fece rotolare nel fiume Hudson il corpo immobile di Dave - privo di conoscenza, sanguinante, le mani legate con i lacci delle scarpe, le tasche dei pantaloni piene di sassi - per farlo affondare. Passarono quasi ventiquattro ore prima che Carr si costituisse e un altro giorno ancora prima che Dave fosse ripe- scato ai piedi di West 79 Street". Il coltello era dunque quello dell'infanzia da boy scout di Carr. Un particolare che surclassa, in quanto a contrappasso, l'accetta trovata per caso in un vecchio magazzino usata nella loro ricostruzione letteraria da Burroughs e Kerouac.
Quando Carr piomba nelle loro case, la mattina, per farsi aiutare a scappare, ricava da primo il consiglio a trovarsi, con l'aiuto della potente famiglia, un buon avvocato, e dal secondo un giorno di compagnia in un vagabondaggio stralunato tra bevute, cinema e una visita al MoMa. Per questo, quando finalmente Carr rinuncia a un'impossibile fuga, decide di costituirsi e racconta i suoi movimenti nelle ore successive al delitto, i due futuri vati della Beat generation si trovano accusati di favoreggiamento.
La facoltosa famiglia di Burroughs versò la cauzione di cento dollari senza batter ciglio, mentre Kerouac finì in guardina perché suo padre rifiutò di fare altrettanto. A pagare, in cambio della promessa di sposare la figlia, furono i genitori di Edie Parker, la Janie di "E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche", ed Edie divenne così la prima delle tre mogli di Kerouac.
On the road(A proposito di Edie-Janie e delle altre donne che compaiono nel libro: se c'è qualcosa che Burroughs e Kerouac già mostrano in questa loro sorgiva prova letteraria, è la misoginia assoluta, e in un certo senso naturale, che sarà di tutto il movimento beat. Le donne sono querule piantagrane, come la fidanzata di Ryko-Kerouac che vuole solo sposarsi; sono capricciose verginelle imbronciate come Barbara, detta Babs, la ragazza ricca e viziata che a Phillip serve soprattutto a tenere a bada Allen-Kammerer; sono puttanelle civette come Helen, che se la fa con Dennison-Burroughs ma che appena apre bocca gli dà "il voltastomaco".
"Già, mi sono detto, perché non le lasciamo proprio perdere le donne", annota profeticamente Burroughs in uno dei capitoli che toccano a lui, riferendosi ai complicati rapporti tra Barbara e Phillip ma, si capisce, parlando soprattutto a se stesso. Burroughs però si sposò due volte, nonostante l'omosessualità: la prima con Ilse Kappler, una ragazza ebrea conosciuta in Croazia, per farle avere il visto per gli Stati Uniti, e la seconda con Joan Vollmer, che condivideva la sua stessa passion predominante per le droghe. La uccise sbadatamente in Messico, dove erano andati a vivere, con un colpo di pistola, durante una festa).
LUCIEN CARRLucien Carr, processato per direttissima, fu accusato di omicidio di secondo grado, e la sua vicenda, per i risvolti morbosi e per la notorietà della sua famiglia, occupò per una settimana le pagine dei giornali. Decisiva, per la sua sorte, fu la testimonianza della madre del ragazzo, che descrisse i comportamenti di Kammerer come predatori e ossessivi (oggi si chiamerebbe stalking).
Condannato a dieci anni di riformatorio, Carr ne scontò due. Una volta uscito, andò a lavorare come fattorino per l'agenzia di stampa United Press, che poi divenne la United Press International, si sposò, ebbe tre figli, fece carriera. Nello stesso 1956 in cui Allen Ginsberg pubblicò il poema "Howl" e un anno prima che Kerouac diventasse famoso co "On The Road", Carr fu promosso direttore del notiziario serale della Upi, dove lavorò per quasi cin- quant'anni, fino alla pensione.
Quando seppe che Ginsberg gli aveva dedicato la prima edizione di "Howl", gli chiese di togliere il suo nome dalle successive ristampe, cosa che avvenne. Di tutto aveva bisogno, l'ex ragazzo perduto, fuorché di quel genere di notorietà. Ma non tagliò i ponti con gli amici di un tempo, e la leggenda vuole che fosse un rotolo di telescrivente della Upi, fornito da Carr, quello su cui Kerouac scrisse la versione definitiva di "On The Road".
Se la sua popolarità giovanile nasceva dall'esibita trasgressività e dai comportamenti stravaganti, nel lavoro Carr divenne proverbiale per serietà e sobrietà. "Un giornalista dedito e impeccabile", di lui scrive Grauerholz, che "suscitò la grande ammirazione e l'affetto dei colleghi": "Perché non cominci direttamente dal secondo para- grafo?", pare fosse il suo consiglio preferito ai principianti.
gruppo BeatQuando "Lou" Carrmorì, nel 2005, tutti i personaggi della vicenda narrata nel manoscritto ancora inedito di Kerouac e Burroughs avevano già da tempo intrapreso il loro viaggio verso le Terre Occidentali (è la metafora usata dallo stesso Burroughs per indicare la morte, nonché titolo di un suo libro del 1987).
Scomparso anche Carr, il quale aveva chiesto per motivi di privacy che "E gli ippopotami si sono lessati nelle loro vasche" vedesse la luce solo alla sua morte, nessun ostacolo si opponeva più alla pubblicazione del racconto dell'"assassinio che diede alla luce la Beat generation", rifiutato nel 1945 da tutti gli editori a cui fu presentato, compattamente convinti dell'impresentabilità della "realtà strabiliante" narrata da Kerouac e da Burroughs.
A sembrare strabiliante, a tanti anni di distanza e con il senno di poi, è la divaricazione dei destini dei personaggi. Forse, se non ci fosse stata la terribile notte del 13 agosto del '44 e il riformatorio (l'avvocato della famiglia di Carr non fece tutto quello che poteva per evitargli la detenzione: "Credo che farla franca non avrebbe reso un buon servizio al suo carattere", confessò a Burroughs), se il diciannovenne Lucien Carr non fosse precipitato in quella storia dalla brutta sceneggiatura pulp, il suo destino si sarebbe allineato a quello degli altri eroi della Beat generation.
Carr LucienIn quel mondo, ha scritto Robert Mazzocco in un articolo su Kerouac uscito nel 1965 sulla New York Review of Books e ora ripubblicato dalla rivista "451", "non accade mai qualcosa, perché ogni cosa sta accadendo', tutto d'un tratto. Chiunque rotola', di solito verso il tritacarne: gli amiconi con lo zaino in spalla, le pollastrelle con la coda di cavallo o i quasi macabri sospiri, i santoni barbuti, una volta esultanti e l'altra depressi, sempre colti in flagrante, gli artisti fannulloni alle feste che finiscono a bottigliate... Hanno lo sguardo fisso. Alla fine, nel mondo di Kerouac ognuno passa molto tempo guardando fisso davanti a sé". Carr, almeno da questo, si è salvato.