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EH NO, TROPPO FACILE RIDURRE IL TESTAMENTO POLITICO DEL CAINANO NELLE GAFFES CON CUI HA SOLLAZZATO MEZZO MONDO (E IMBARAZZATO L’ALTRA META’) - IL DVD DI “SILVIO FOREVER” BY FAENZA (PIU’ IL LIBRO “COSÌ PARLÒ IL CAVALIERE\" DI STELLA E RIZZO) NON RISPONDE ALLA DOMANDINA: BERLUSCONI è LA CAUSA O BENSì L’EFFETTO DI UN PAESE CHE ALL’ETICA PREFERISCE LA COTICA? - SCARICARE TUTTO SUL CAVALIER POMPETTA CHE FA IL BARZELLETTIERE ALLA DAPPORTO D’ANTAN è DAVVERO RIDUTTIVO...

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Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella per il "Corriere della Sera"

SILVIO-FOREVER---manifesto

Esce domani il cofanetto con il dvd del film «Silvio forever - Autobiografia non autorizzata di Silvio Berlusconi» , scritto da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella per la regia di Roberto Faenza e Filippo Macelloni, e il libro «Così parlò il Cavaliere- Nuovo dizionario del berlusconismo spinto» , in cui le due firme del Corriere raccontano Berlusconi attraverso le sue stesse parole in oltre 700 dichiarazioni, battute e gaffe. Di seguito pubblichiamo l'introduzione al volume. «Lo so, sono birichino, adesso il dottor Letta mi sgriderà».

Era il 22 marzo 2006, quando Silvio Berlusconi, alla premiazione degli olimpionici e paralimpionici a Villa Madama, buttò lì quella battuta dopo avere raccontato l'ennesima barzelletta. In realtà, l'aveva già detta e l'avrebbe ridetta in seguito, quella battuta, un sacco di volte. Assegnando all' «eminenza azzurrina» , che da decenni è il suo più fedele collaboratore, il ruolo di consigliere saggio che tenta inutilmente di arginare la sua prorompente spontaneità.

GIAN ANTONIO STELLA E SERGIO RIZZO

Qualche volta, variando il copione, attribuisce il ruolo a Paolo Bonaiuti, scelto da lustri come portavoce. Non passa giorno, ha scritto sul «Magazine» del Corriere della Sera Francesco Verderami ai tempi in cui la destra stava all'opposizione, «senza che Bonaiuti non riprenda l'ex premier, senza che ne frustri quell'innata dote alla battuta, estranea allo slang politichese, e perciò foriera spesso di polemiche. Così, a furia di sentirsi dire " non lo dire", il leader del Polo si è vendicato, affibbiando al portavoce il nomignolo di " suocera".

Lui, cioè Bonaiuti, vorrebbe che l'altro, cioè Berlusconi, fosse impeccabile. Mentre lui, cioè Berlusconi, vorrebbe che l'altro, cioè Bonaiuti, gli lasciasse un po' di libertà» . Il fatto è che lui, il premier, si è messo spesso nei guai per la voglia di fare la battuta. Come quelle con Muammar Gheddafi, che arrivò ad elogiare non solo per il look («La trovo benissimo, di un'eleganza straordinaria» ) ma anche per la politica: «È un grande amico mio e dell'Italia. È il leader della libertà».

Roberto Faenza

Lodi accompagnate dal famigerato baciamano immortalato in una ripresa televisiva che lo avrebbe costretto a pronunciare una rara autocritica: «Ho un forte carattere guascone, che qualche volta mi porta in modo spontaneo a comportamenti non strettamente conformi alla forma» .

Un carattere guascone che, a volte, provoca addirittura degli incidenti diplomatici. Ad esempio con la Santa Sede. la quale, dopo la diffusione su YouTube della barzelletta su Rosy Bindi conclusa con una bestemmia e un'altra sugli ebrei nei lager, fece pubblicare da L'Osservatore Romano un severo commento dove si censurava come, in un momento storico così delicato, «appaiono tanto più deplorevoli alcune battute del capo del governo, più o meno recenti e di cui peraltro Berlusconi si è subito scusato, che offendono indistintamente il sentimento dei credenti e la memoria sacra dei sei milioni di vittime della Shoah».

SILVIO BERLUSCONI

Secondo l'organo vaticano, infatti, le parole del premier rendevano «tristemente attuale quanto il cardinale presidente della Conferenza episcopale italiana aveva detto» , e cioè che il «linguaggio in uso nella scena pubblica deve essere confacente a civiltà ed educazione. Fa malinconia l'illusione di risultare spiritosi o più incisivi, quando a patire le conseguenze è tutto un costume generale».

Il guaio, per uno showman istrionico come lui, che adora essere adorato da platee domate con mille trucchi del mestiere, è proprio la nascita di YouTube. Nel 1994, sceso in politica con l'entusiasmo del neofita e beccato dai cronisti ogni volta che gliene scappava una, si lagnò con l'Ansa poche settimane prima della vittoria elettorale: «Non c'è giorno che non debba scoprire, con meraviglia, con divertimento e talvolta con rincrescimento, di aver detto cose che non solo non mi sono mai sognato di dire, ma che sono assolutamente lontane dal mio modo di essere, di sentire e di esprimermi.

SILVIO BERLUSCONI

Ma tant'è! Hanno deciso che debbo fare scandalo e scandalo tentano di fare usando male le mie parole (quelle effettivamente pronunciate, ma anche quelle che non ho neppure pensato), manipolandole in un modo o in un contesto diverso, aggiungendo, togliendo e spostando, tagliando e cucendo in modo da ricostruire il mio pensiero a modo loro, arbitrariamente, finendo per farmi esprimere concetti o giudizi diversi, o addirittura capovolti, rispetto alla realtà del mio discorso o del mio pensiero» . (...)

Adesso no, ogni filmato finisce dritto dritto su YouTube e da quel momento la smentita diventa un autogol. Basti ricordare quanto accadde il giorno in cui il Cavaliere si avventurò, a Berlino, sulla «superiorità» dell'Occidente. Neanche il tempo che scoppiassero le polemiche e dettò all'Ansa: «Qualche politicante ipocrita isolando una parola dal contesto ha montato una polemica artificiosa basata sul nulla e alimentata da dichiarazioni irresponsabili di nostri oppositori».

silvio berlusconi profilo bianco nero

Tutta colpa, spiegò, della sinistra che aveva istituito un «supremo tribunale di correttezza ideologica che emette verdetti in contumacia senza dare al reprobo la possibilità di difendersi» e lo aveva «impiccato a una parola estrapolata dal contesto» montando una «polemica artificiosa» . «Sono dispiaciuto» concludeva, «che qualche mia parola, estrapolata dal contesto, sia stata male interpretata e abbia potuto urtare la suscettibilità dei miei amici arabi e musulmani» .

berlusconi silvio

Ahi ahi: neanche il tempo che gli arabi si rassicurassero e su internet c'era già la registrazione, parola per parola, del pasticcio appena smentito.(...) Chi spesso si è arrabbiato assai, in questi anni, con quello che chiama il suo «amato Cav.» , è Giuliano Ferrara.

Silvio Berlusconi

Il quale non solo se la prese per quelle frasi sui «giudici matti» («Gli infortuni del Grande Autolesionista, che ragiona talvolta con la pancia e dimentica l'onorevole funzione della testa nel corpo umano, ci esulcerano» ), ma fu durissimo dopo la sciagurata sortita sull' «abbronzatura» di Barack Obama: «Dovrebbe più spesso subordinare l'istinto guascone al proprio ruolo istituzionale, sedimentato sull'esperienza personale e sul consenso di chi lo ha votato perché faccia il premier e non il battutista.

Berlusconi Silvio

Quando insomma il Cavaliere la smetterà di credersi al di sopra della cretineria sarà un vantaggio per lui e per tutti. A volte l'emozione è meglio interromperla» . Parole sante. E Dio sa, come cittadini, quante volte abbiamo rimpianto un presidente del Consiglio noioso ma bravo che se ne stesse un po' zitto. Come giornalisti, però, ci saremmo persi centinaia di imperdibili «pepite d'oro» ...

 


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