1 - BONO (A NIENTE)
C'è un nome che a Palazzo Chigi in queste ore non si può pronunciare.
È quello di Giuseppe Bono, l'amministratore delegato di Fincantieri che con la minaccia di licenziare 2.551 lavoratori dei cantieri è riuscito ad incendiare le piazze di Castellammare di Stabia e Sestri Ponente.
La bomba degli esuberi è stata buttata nei piedi del governo proprio alla vigilia del ballottaggio e i ministri interessati sono stati presi in contropiede, primo fra tutti il gracile Maurizio Sacconi che di fronte alla rivolta ha balbettato: "la nostra volontà è di entrare nel merito del piano industriale, salvaguardando capacità produttive e competenze".
Gli operai Fincantieri di Sestri Ponente protestano contro lipotesi di chiusura dello stabilimentfincAdesso gli strali della politica vanno addosso al 67enne manager calabrese, un'antica conoscenza del vecchio mondo delle Partecipazioni Statali dove è entrato nel 1971 per seguire la finanza dell'Efim. Dentro questo carrozzone Bono ha fatto la sua carriera fino a diventare 20 anni dopo direttore generale durante la gestione che vedeva alla presidenza il fratello dell'ex-segretario socialista, Mancini. Con un tratto di penna Giuliano Amato nel '92 decise la liquidazione dell'Efim, un'operazione che oggi forse non è ancora conclusa, e che è costata allo stato e ai contribuenti non meno di 10mila miliardi di vecchie lire.
MAURIZIO SACCONINel '93 Bono sale in Finmeccanica e riesce a scalare tutti i gradini che lo portano nel 2000 al vertice da cui trasloca nell'aprile 2002 in Fincantieri per lasciare il posto al tandem Guarguaglini-Testore.
A distanza di anni il cuore di Bono sul quale nell'ottobre scorso "Il Giornale" ed Eugenio Occorsio su "Repubblica" hanno fatto monumenti esagerati, è sempre rimasto legato al mondo di Finmeccanica. E anche quando nell'aprile di due anni fa all'Università di Genova gli fu data la laurea honoris causa non mancò di ricordare la sua esperienza a piazza Monte Grappa dove fino a poche settimane fa pensava di tornare.
Così almeno pensava riponendo la sua fiducia dopo le frequenti visite al ministero dell'Economia dove gli uscieri giurano di averlo visto entrare più di una volta accompagnato da un collaboratore di Tremonti ora in disgrazia.
GIULIANO AMATOLa patata bollente di Fincantieri segna probabilmente la fine del piccolo boiardo calabrese che ieri si è difeso con una lettera al personale del Gruppo in cui si legge testualmente che il suo piano "mira alla salvezza, e con essa a preservare quegli uomini e donne, in qualunque sito essi si trovino, che hanno mantenuto un forte spirito di attaccamento a Fincantieri".
2 - AI PIANI ALTI DI VIALE DELL'ASTRONOMIA È SCATTATA LA CACCIA ALLA GOLA PROFONDA CHE HA PASSATO IL LIBRETTO BLU DEL BILANCIO NELLE MANI DEL "CORRIERE DELLA SERA"
Sarebbe davvero interessante capire come ha reagito Emma Marcegaglia di fronte alla paginata del "Corriere della Sera" in cui vengono snocciolati i conti del "Sistema" Confindustria.
L'articolo è molto dettagliato e anticipa i numeri raccolti nel volumetto blu che oggi pomeriggio alle 15 sarà distribuito ai partecipanti dell'Assemblea in seduta privata che precede l'Assemblea pubblica di domani mattina all'Auditorium di Roma.
GIULIO TREMONTI MARCEGAGLIAIl topo che è riuscito a mettere le mani sul bilancio dell'Associazione è il giornalista Sergio Rizzo, che dopo il successo dei libri sulla casta e sulla cricca, è stato soprannominato dai colleghi "il Ragioniere". Nella tradizione di viale dell'Astronomia i numeri del bilancio vengono portati a conoscenza soltanto in occasione dell'Assemblea a porte chiuse e nemmeno il "Sole 24 Ore" (dove oggi il direttore Roberto Napoletano si morderà le unghie per il dolore) è autorizzato a renderli noti.
Grazie al colpetto che Flebuccio De Bortoli ha fatto sul suo giornale con l'aiuto del "ragionier" Rizzo, si apprende che a viale dell'Astronomia lavorano 228 persone (più 16 nella delegazione di Bruxelles) e che la Marcegaglia è riuscita a ridurre del 20% i costi dell'apparato (39 milioni, poco più del 2000). La nota dolente è rappresentata dai mancati dividendi del "Sole 24 Ore" che prima del 2009 è sempre stata una fonte di introiti mentre negli ultimi due anni ha accumulato perdite intorno ai 39 milioni.
Sergio RizzoA questo si aggiunge il grosso problema dei contributi che le oltre 146mila imprese aderenti stentano a pagare a causa della crisi economica. È pur vero che la morosità è diminuita di un terzo rispetto al 2000, ma dalle 258 associazioni di categoria e territoriali il sistema confindustriale non viene più alimentato con i versamenti necessari a sostenere i costi.
Ferruccio De BortoliDentro l'articolo del ragionier Rizzo ci sono parole pesanti nei confronti dell'apparato "spesso anacronistico, governato da una burocrazia resistente alle riforme, con un patrimonio gigantesco ma pure con costi alti e lamentele proporzionate al loro livello". Questi rilievi vanno in direzione della "foresta" confindustriale che appare pletorica nonostante gli sforzi della Marcegaglia alla quale il giornale di De Bortoli liscia il pelo con giudizi positivi accompagnati da buone dosi di miele amaro che evocano le sue vicende personali e alcuni errori strategici.
Alitalia arrivederciAdesso ai piani alti di viale dell'Astronomia è scattata la caccia alla gola profonda che ha passato il libretto blu del bilancio nelle mani del "Corriere della Sera". È probabile che questa sera alla cena offerta dal Direttivo e dalla Giunta al premier, la lady di ferro avrà un'aria piuttosto turbata.
3 - CHI GARANTISCE LA PRIVACY NELL'UTILIZZO DEI DATI "SENSIBILI" DI SKY ED ALITALIA DA PARTE DEI CALL CENTER IN ALBANIA? NESSUNO (BENSERVITO AD APOLLONI GHETTI?)
Mentre i tecnici dell'Alitalia scrutano il cielo per vedere se arriva dall'Islanda la nube vulcanica, i top manager della Compagnia stanno pensando al modo di evitare la galera.
L'ipotesi non è legata a qualche fatto criminoso, ma alle notizie che provengono dal quotidiano "Il Fatto" dove si parla dei call center che Alitalia e Sky hanno messo nelle mani della multinazionale francese Teleperformance. Come Dagospia aveva già rivelato tempo fa, il colosso parigino ha trasferito a due società in Albania una parte del traffico attraverso il quale i passeggeri prenotano i biglietti e li comprano con la carta di credito.
Un articolo-bomba del giornalista Daniele Martini rivela l'esistenza di un parere legale di sei paginette che circola in ambienti sindacali dove si ipotizza che il trasferimento verso l'Albania e in genere verso paesi fuori dall'Unione europea, non garantisce la privacy nell'utilizzo dei dati "sensibili".
LUCIO APOLLONJ GHETTIC'è il rischio insomma che le operazioni dei clienti di Alitalia e di Sky finiscano in un buco nero senza alcun controllo, e che l'utilizzo di questa procedura provochi multe pesanti o addirittura la reclusione da 1 a 3 anni "qualora il soggetto ritenuto responsabile abbia agito al fine di trarne profitto per sé o altri".
A quanto pare anche il Garante per la tutela della privacy è stato investito della faccenda albanese che riguarda i call center gestiti da Teleperformance. Quest'ultima si trova al centro della bufera per aver delocalizzato una parte della propria attività fuori dall'Italia dove intende tagliare 1.464 posti di lavoro. La grana non sembra preoccupare soltanto i clienti "doc" come Alitalia e Sky, ma anche lo stesso colosso francese che di fronte a queste problematiche sarebbe intenzionato a dare il benservito ad Apolloni Ghetti, il manager che guida le attività in Italia.
4 - LA "PUBBLICITÀ OCCULTA", NELL'IRREPRENSIBILE GERMANIA NON FA SCANDALO
Mentre a New York godono per la nuova bolla di internet e a Parigi si tiene il Summit sul digitale, in Germania scoprono quella che per l'Italia è l'acqua calda.
Stiamo parlando della pubblicità clandestina e delle markette che appaiono sulla stampa dopo una trattativa a suon di soldi tra gli editori e le aziende inserzioniste. A rivelare il suk che si svolge dietro le quinte dell'informazione è un'inchiesta sul campo di Sebastian Heisler, un cronista della "Tages Zeitung", un quotidiano di Berlino che è diventato famoso per inchieste ficcanti sulla pedofilia e altri scandali. I risultati dell'inchiesta riportati dal sito Lsdi.it evidenziano il diffuso malcostume di vendere articoli "redazionali" in cui inserire argomenti "graditi" agli inserzionisti, facendoli passare per articoli non pubblicitari.
MASSIMO PONZELLINIIn due parole "pubblicità occulta", che però nell'irreprensibile Germania non sembra rappresentare uno scandalo. Dall'inchiesta risulta come 6 giornali su dieci accettino tranquillamente che le aziende, in cambio di investimenti pubblicitari, facciano pressioni sulla scelta degli argomenti da trattare e sul taglio da dare agli articoli. Lo scopo dell'inchiesta di Heisler era proprio questo: verificare come i pubblicitari possono influenzare il contenuto dei giornali. Il giornalista si presentava alle altre testate a nome di inserzionisti interessati ad acquistare dei "redazionali".
Ecco alcune delle "risposte" che si è sentito dare il sedicente pubblicitario. Il "Westdeutsche Zeitung" ha proposto all'inserzionista-giornalista un inserto su temi bancari, per consentire al settore di comunicare il suo punto di vista sulla gestione della crisi finanziaria. La proposta scritta parlava apertamente di "uno speciale banche di quattro pagine senza inserzioni per un totale di 117.500 netti". La rivista "Reise Extra", ha proposto per 30mila euro a pagina una soluzione che accoppiava annunci e materiali di pubbliche relazioni.
Un rappresentante della "Frankfurter Rundschau" ha dichiarato al finto inserzionista: "Noi puntiamo sulle inserzioni, per cui se oggi ci proponete l'argomento energia solare, la prossima settimana tratteremo questo tema". Per la sezione "turismo" dell'edizione del sabato, l'addetto del giornale ha proposto una combinazione "annuncio più copertura redazionale": "Se uno compra una intera pagina, si può tranquillamente negoziare una seconda pagina come copertura redazionale". La proposta scritta era molto chiara: "Le informazioni di base sono a vostro carico (...).
GIULIANO PISAPIALa redazione si incaricherà del trattamento di queste informazioni". Infine il "Neues Deutschland" ha presentato al nostro giornalista l'ipotesi di un inserto, definito "ND extra". Un portavoce della testata ne ha parlato in questi termini: "Abbiamo degli inserti redazionali che finanziamo attraverso dei contributi alle spese di produzione". Per fortuna non proprio tutte le testate si sono rese disponibili a vendere articoli pubblicitari camuffati da articoli normali. L'"Handelsblatt" si è appellato esplicitamente alla sua credibilità e ha rifiutato di lasciarsi imbarcare in "questo genere di trucchi". Lo stesso ha fatto il settimanale Der Spiegel.
5 - PONZELLINI SI STA AVVICINANDO A PICCOLI PASSI VERSO GIULIANO PISAPIA
Avviso ai naviganti N.1: "Si avvisano i signori naviganti che con una piroetta incredibile per la sua mole, Massimo Ponzellini si sta avvicinando a piccoli passi verso Giuliano Pisapia, il candidato della sinistra al Comune di Milano.
Oggi l'amministratore delegato di Impregilo e della Banca Popolare di Milano salirà le scale del Circolo della Stampa di Milano in corso Venezia per un convegno in cui, insieme al candidato sindaco e ad esponenti della Camera del Lavoro, si parlerà di banche, imprese, famiglie e lavoro ("riflessioni su una città non ancora uscita dalla crisi")".
LORENZO PELLICCIOLI6 - PELLICCIOLI, IL CAPO DEL GRUPPO DE AGOSTINI DELLA FAMIGLIA BOROLI E DRAGO, STA RIFLETTENDO SULLE PERDITE PROVOCATE DALLA PARTECIPAZIONE DENTRO LE GENERALI DI TRIESTE.
Avviso ai naviganti N.2: "Si avvisano i signori naviganti che Lorenzo Pelliccioli, il capo del Gruppo De Agostini della famiglia Boroli e Drago, sta riflettendo sulle perdite provocate dalla partecipazione dentro le Generali di Trieste.
Secondo quanto rivela il quotidiano "Finanza&Mercati" la società di Novara ha dovuto iscrivere nel bilancio della sua holding lussemburghese una minusvalenza di 35,7 milioni. Questo spiega, almeno in parte, perché il magnifico Lorenzo che produce vini deliziosi nella sua tenuta in Provenza, si sia agitato per mandare in panchina Cesarone Geronzi e per sostenere le strategie espansive di Gianni Perissinotto (per gli amici Perissirotto)".