Quantcast
Channel: Articoli
Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

PUERTA DEL SÒLA - FESTA FINITA PER GLI “INDIGNADOS” SCESI IN PIAZZA A MADRID PER PROTESTARE CONTRO ZAPATERO - MOLTI DI LORO SONO TORNATI IN UFFICIO, ALL’UNIVERSITÀ O A CERCARE UN LAVORO (LA DISOCCUPAZIONE IN SPAGNA È AL 21%) - ADESSO CHE I GIOVANI SMONTANO LE TENDE, GODONO SOPRATTUTTO I NEGOZIANTI (BUSINESS DANNEGGIATO DAL SIT-IN) - AD AVVANTAGGIARSI DELL’ASTENSIONE DEGLI INDIGNATI È STATO L’ODIATO PARTITO POPOLARE…

$
0
0

Francesca Paci per "la Stampa"

indignados

A Puerta del Sol sembra il mattino dopo Capodanno. La festa, come l'attesa elettorale è finita; la maggior parte degli ospiti se n'è andata; il sole già estivo illumina gli irriducibili con il trucco sfatto e l'aria un po' intontita. L'assemblea ha deciso in extremis di non levare le tende prima di domenica prossima ma molti «indignados» sono dovuti tornare in ufficio o all'università se non addirittura a cercare un lavoro.

Tra le insegne del metrò e le fontane ci sono ancora una trentina di piccole igloo circondate dai sacchi a pelo e i mega teli azzurri sotto cui dal 15 maggio si organizza la vita collettiva, ma i negozianti iniziano pian piano a recuperare i marciapiedi e a staccare dalle vetrine i mille tazebao della rivoluzione spagnola.

indignados

«Sapevamo che ci avremmo rimesso, seppure non fino al 40%, ma abbiamo tollerato, in fondo siamo tutti nella stessa barca... ora però basta» mormora il titolare di un bazar di souvenir. Come gli altri esercenti della piazza, dalla gelateria Palazzo al magazzino Corte de Inglés, non si aspettava di fare affari con i ribelli per cui, insiste, prova «sincera solidarietà». Perfino re Juan Carlos ha chiesto ieri un intervento urgente contro la disoccupazione giovanile, figurarsi lui che ha due figli maggiorenni. Però, ripete accartocciando l'adesivo «No es que somos much@s, somos tod@s», alla protesta «deve seguire una proposta».

indignados

La «juventud sin futuro» sa che, al di là degli slogan, tutti gli spagnoli sono «indignados» ma gran parte non afferra l'alternativa suggerita da Puerta del Sol, ribattezzata Puerta Sol-ution. «Volevamo che Zapatero fosse punito ma non ci aspettavamo così tanto, anche perché ad avvantaggiarsene non sono state le formazioni minori, per cui ho votato io, ma il partito popolare, ossia la fotocopia dell'attuale governo» concede l'aspirante ingegnere Pablo mangiando «croquete de bacalo» al banco di Casa Labra, lo storico locale amato da García Lorca che il 2 maggio 1879 vide la nascita del Psoe.

ZAPATERO

Ne è passato di tempo: «Il sistema parlamentare ha fallito, partecipo al collettivo politico e stiamo sperimentando la formula assembleare con le decisioni per alzata di mano». Pur non avendo letto Rousseau e i socialisti utopistici, capisce che la democrazia diretta non ha chance in un Paese di 47 milioni di abitanti. Eppure non molla, non ora che è arrivata addirittura la solidarietà dei ragazzi di Tunisi e di piazza Tahrir: «Corro a dare il cambio a mio fratello Carlos alla commissione informazione. Ha fatto lo scritto di medicina generale sabato e ci ha raggiunti, ma deve ancora preparare l'orale».

Molti studenti in realtà sono tornati in ateneo. Basta fare un giro all'Universidad Complutense, una delle più attive politicamente, per respirare il pragmatismo di chi ha chiara la differenza tra la repubblica indipendente di Puerta del Sol e il mondo grande e terribile in cui gli toccherà comunque navigare.

«Sono andata in piazza, è stata un'esperienza unica e continuerò a seguire le iniziative di Democracia Real Ya, ma devo evitare di ritrovarmi tra quei 5 milioni di disoccupati nel cui nome ho contestato il governo» spiega Consuelo Cruz all'ingresso della facoltà di biologia. Parecchie delle facce intorno a lei sono le stesse del movimento M-15, ragazzi e ragazze che rivendicano la paternità di numerose delle 570 mila schede bianche scrutinate e giurano di voler continuare la lotta seppur non rimanendo accampati.

«La maggioranza della popolazione simpatizza con gli indignados ma non può adagiarsi, sa che l'85% del lavoro nasce dall'iniziativa privata anziché dall'intervento pubblico» nota l'analista Juan Pablo Colmenarejo sul quotidiano conservatore La Razòn.

ZAPATERO

Puerta del Sol affronta oggi la sfida più insidiosa. Agevolerà una riforma del sistema magari in senso proporzionale o resterà la performance estemporanea e un po' folkloristica che gli italiani Luca e Maura si sono precipitati a fotografare ieri direttamente dall'aeroporto prima ancora di mollare il trolley in hotel?

«Prego per loro, sono bravi giovani e mi hanno offerto il caffè» dice nonna Maria Dolores Santos risalendo Calle del Carmen diretta alla chiesa di Nostra Signora e San Luigi per la Messa delle otto. Lo svuotamento della zona svela i mendicanti accasciati agli angoli delle strade. I commercianti dei vicoli laterali, da Calle Cadiz a Carrera de San Jeronimo, temono che in una settimana siano aumentati e adesso tocchi a loro allontanarli.

La natura anarchica degli spagnoli li rende insofferenti alle decisioni prese dall'alto, anche se prese dall'alto della buona fede. Oggi più che i politici, svergognati da Puerta del Sol, è la gente comune a volere il ritorno alla normalità. «Sento aria di sgombero, credo il ministro dell'interno Rubalcaba lasci passare un paio di giorni e poi intervenga la Guardia Civil» ammette Raul della Commissione Infanzia. E' già d'accordo con la polizia per agevolare l'evacuazione dei bimbi. Pazienza, si consola: andrà alla manifestazione nazionale del 15 giugno e poi chissà. Per ora è meglio che il Paese non s'indigni con gli «indignados».

 


Viewing all articles
Browse latest Browse all 340557

Trending Articles