I risultati del Dna, condotti nell'ambito dell'affaire Dominique Strauss-Kahn, confermerebbero la presenza di sperma sugli abiti della cameriera. Lo scrive il sito web Atlantico, secondo cui la polizia newyorkese ha inviato domenica alle autorità francesi i risultati dei test, che saranno resi pubblici nelle prossime ore.
Secondo Daily Beast, la vittima della violenza sessuale era «in uno stato di disperazione» quando fu trovata dagli altri colleghi del Sofitel, nei pressi di un armadio in un corridoio dell'hotel, e avrebbe ripetutamente provato a sputare e vomitare; e questo sarebbe il motivo per cui la direzione dell'albergo non chiamò immediatamente la polizia, prendendosi invece il tempo di capire la situazione e la gravità dei fatti.
Strauss Kahn Diario di una donna delle pulizie STRAUSS KAHN UN COLPEVOLE QUASI PERFETTOSecondo the Daily Beast, nelle ore successive all'arresto, furono prelevati diversi fluidi corporei tanto su Dsk che sulla vittima. Allo stesso modo furono controllati «ogni centimetro di pelle con segni di violenza, ogni traccia sotto le unghie, ogni abito» e un angolo della moquette su cui lei sputò fu ritagliato per le analisi.
Dominique Strauss-Kahn, dimessosi la scorsa settimana dalla guida del Fondo Monetario Internazionale, ha scritto un'e-mail ai suoi ex-colleghi per esprimere la sua «profonda amarezza e frustrazione per dover lasciare in queste circostanze». «Nego nei termini più forti possibili le accuse che devo fronteggiare», aggiunge Dsk nell'e-mail, inviata domenica sera, e resa pubblica dalla Cnn.
Strauss-KahnDsk si dice fiducioso di riuscire a scagionarsi dalle accuse, ma spiega di non aver potuto accettare «il fatto che il Fondo (e voi, cari colleghi) dovesse in alcun modo condividere il mio personale incubo. E così ho dovuto lasciare».
strauss-schedato 3_pop Nafissatou_Diallo sulla destraIntanto si continua a discutere di successione. Nella lotta alla testa del Fondo monetario internazionale (Fmi) la Svizzera ha una posizione piuttosto scettica nei confronti di una candidatura europea. Le reticenze elvetiche si spiegano con il fatto che molti paesi del Vecchio Continente dipendono dal Fmi: una persona esterna alla crisi della zona euro potrebbe costituire una soluzione migliore, ritiene Renè Weber, che siede nel Consiglio esecutivo dell'organizzazione.
«L'argomento secondo cui un europeo alla guida del Fmi sia molto importante dato che l'istituzione è molto legata alla soluzione della crisi del debito nei paesi europei non mi convince», ha dichiarato Weber, rappresentante elvetico al Consiglio esecutivo, in un'intervista pubblicata oggi da Der Sonntag. «Al contrario: potrebbe essere meglio con una persona esterna, capace di mettere in evidenza i punti deboli all'interno della zona euro».