Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
strauss-schedato 3_pop«Se Dominique Strauss-Kahn venisse condannato e desiderasse scontare la sua pena in Francia, il governo sosterrebbe evidentemente la sua richiesta», rende noto con carità un po' pelosa il ministro dell'Interno francese Claude Guéant.
Dall'inizio dello scandalo il presidente della Repubblica Nicolas Sarkozy ha raccomandato al governo dignità e riservatezza sulla vicenda; Guéant rompe il silenzio con una dichiarazione apparentemente tecnica, in realtà un modo per sottolineare con malizia - già adesso, con larghissimo anticipo rispetto ai tempi del processo- il nuovo status dell'ex candidato all'Eliseo: da presidenziabile a condannabile.
Strauss-KahnGuéant si riferisce alla convenzione bilaterale sottoscritta da Francia e Usa per la regolamentazione del trasferimento dei detenuti, «che consente a un francese detenuto negli Stati Uniti di scontare la pena in Francia».
SARKOZY«È prima di tutto necessario che il condannato sia d'accordo - ha ricordato Guéant in un'intervista al Parisien -, che poi lo siano anche i due Stati, in particolare il Paese in cui è stata effettuata la condanna che è sempre molto attento a che vi siano garanzie sull'esecuzione effettiva della pena».
L'AVVOCATO BRAFMAN E STRAUSS KAHNIl ministro dell'Interno precorre molto i tempi, visto che DSK continuerà a dichiararsi non colpevole e la prima udienza di un iter giudiziario che si annuncia lungo (da sei mesi a un anno) avrà luogo il 6 giugno. L'avvocato Benjamin Brafman si è detto (prevedibilmente) fiducioso: «Nulla è certo, ma da quello che vedo nell'inchiesta, Strauss-Kahn sarà assolto. Mi ha molto impressionato, nonostante le circostanze, sta reagendo bene».
Lagarde e Strauss KahnNella corsa per la successione alla direzione dell'Fmi guadagna intanto sempre più terreno la ministra francese delle Finanze Christine Lagarde, sostenuta dalle capitali europee, in primis Londra e Berlino: ieri il Financial Times la definiva il candidato numero uno. Mentre a Parigi la segretaria socialista Martine Aubry fa un passo verso la candidatura («sono pronta a prendermi le mie responsabilità»), a New York il Center for Public Integrity (un'agenzia giornalistica non profit) ha pubblicato nuovi dettagli sui 60 minuti che hanno cambiato i destini della cameriera del Sofitel, di DSK e della Francia.
MArtine AubrySabato 14 maggio intorno alle 12.30 la donna è uscita dalla suite in stato di agitazione, si è rifugiata nel corridoio dove è stata trovata da un altro inserviente, al quale ha detto di essere terrorizzata di perdere il lavoro. Secondo le testimonianze, la ragazza faticava a parlare e a respirare, ha sputato più volte sul pavimento e sui muri e ha provato a vomitare. Il suo racconto - sempre coerente- è stato raccolto da quattro diversi dipendenti del Sofitel, fino a quando la direzione ha deciso di chiamare la polizia e un'ambulanza.