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SALTA LA MOSCA A GENERALI - PERCHÉ PERISSI-ROTTO HA RIFIUTATO L’OFFERTA DEI RUSSI DI VTB DI ENTRARE NEL CAPITALE DEL LEONE? - PER ALZARE LA POSTA E FARSI DARE IL 51% DELLA JOINT VENTURE? O PER EVITARE NUOVI CONFLITTI NEL CDA DE-GERONZIZZATO E PACIFICATO, contrario all’ingresso dei russi? - TERZA IPOTESI: TRA I RUSSI E L’AZIONISTA CECO PETR KELLNER, MOTIVO DELL’IMPLOSIONE DI geronzi-BOLLORÉ, CORRE PESSIMO SANGUE…

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GIOVANNI PERISSINOTTO

Marcello Zacché per Giornale

Parlare di un «caso Russia » sarebbe ingeneroso. Ma la marcia delle Generali verso Mosca non sarà una passeggiata e si presta a qualche parallelo con l'avventura in Repubblica Ceca. Vale a dire con la joint venture con il gruppo Ppf di Petr Kellner che è stata al centro delle pesanti recenti polemiche tra soci e consiglieri della compagnia. Per questo merita attenzione. D'altra parte è chiaro che la partita delle assicurazioni con i big europei Axa e Allianz, ormai bloccati dall'Antitrust nella crescita interna, si gioca tutta tra l'Est Europa e l'Asia. E dunque la strada per l'espansione in quelle zone può essere irta di ostacoli e trabocchetti.

Ieri il group ceo Giovanni Perissinotto ha detto che Generali «non cerca incroci azionari » con la banca russa Vtb, anche se saluta con favore l'interesse di Mosca a diventare socio del Leone, espresso con determinazione dal ceo di Vtb, Andrej Kostin. «Quel che ci interessa è l'accordo assicurativo », per una compagnia multicanale, da mettere in piedi in joint venture con l'istituto di Kostin. Joint venture che, un domani, potrebbe essere controllata da Trieste: «Certo, se arrivassimo al 51% mi farebbe piacere», ha detto Perissinotto. Ma di avere i russi a Trieste non se parla.

petr kellner

Una contrapposizione che da un lato sembra negoziale (magari per ottenere quel 51% di cui sopra); ma dall'altro suona come una rassicurazione rivolta all'appena riappacificato azionariato del Leone. E in particolare proprio a Kellner e alla sua Ppf. Il ricco imprenditore ceco, che nelle Generali ha il 2%, non è infatti esattamente adorato a Mosca. Anzi: la rivalità tra top manager e oligarchi della ex Unione Sovietica con quelli delle ex nazioni satelliti è molto sentita.

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Ciò non ha impedito a Ppf di diventare un colosso dell'asset management proprio in terra di Russia, dove molti dirigenti cechi passano più tempo che a Praga. Ma proprio per questo la misura è già molto piena. Tra l'altro, nella jv nascitura con Vtb potrebbe confluire anche il 38,4% detenuto dal Leone, insieme a Ppf, in Ingosstrakh. Si tratta della compagnia controllata dall'oligarca Oleg Deripaska, sulla quale ormai da tempo non si registravano novità, dopo una guerra sulla governance a suon di carte bollate.

CESARE GERONZI

Per tutti questi motivi, le Generali devono usare con Vtb tutta la loro diplomazia e, nello stesso tempo, non fornire a Kellner l'impressione di voler dare troppo spazio ai nuovi soci russi. Che, per parte loro, vorrebbero probabilmente replicare il peso dell'imprenditore ceco nel capitale del Leone. Almeno per il momento non si può fare.

putin oleg deripaska

Poi si vedrà. Basti ricordare che anche lo stesso Kellner non era diventato grande socio di Generali al momento della joint venture del 2007, ma solo un anno fa quando, di fronte all'ipotesi dell'esclusione dalla lista del futuro cda del Leone che avrebbe nominato Geronzi alla presidenza, nel giro di pochi giorni ha tirato fuori più di 30 milioni per prendersi il 2%. E rientrare subito nella lista.

Tornando alle mire di espansione, Perissinotto, nel suo intervento al convegno organizzato da Advantage, ha detto che «non dobbiamo aver paura di andare all'estero, in alcuni Paesi con partner locali». Parlando in particolare proprio della Russia come «un mercato assicurativo con un enorme potenziale».

 


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