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KAHN BASTONATO - LE MACCHIE DI SANGUE SULLE LENZUOLA DELL´IMPERIAL SUITE INCHIODEREBBERO DSK, CONFERMANDO LA VERSIONE DELLA CAMERIERA OPHELIA - L’INFOJATO DELLA “GAUCHE CHIAVAR”, CUI NON È STATA RICONOSCIUTA L’IMMUNITÀ DIPLOMATICA, È CHIUSO IN UNA CELLA DA 3 METRI PER 4, NEL CARCERE DELL´ISOLA DI RYKERS - ALLE RIMOSTRANZE FRANCESI, PER QUESTO TRATTAMENTO DA KAHN BASTARDO, RISPONDE IL SINDACO DI NEW YORK BLOOMBERG: “CHI NON VUOLE LA GOGNA, NON COMMETTE REATO”…

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STRAUSS KAHN IN MANETTE

1 - STRAUSS-KAHN: BLOOMBERG, SE NON SI VUOLE GOGNA NON SI COMMETTE REATO
(Adnkronos)
- Il sindaco di New York, Michael Bloomberg, risponde alle critiche dei molti francesi a cui non e' piaciuto vedere diffuse in tutto il mondo le immagini di Dominique
Strauss-Kahn, in manette, scortato dai poliziotti all'uscita dal commissariato di Harlem.

"Certo, credo che sia umiliante, ma se non vuoi farti riprendere da imputato in manette, non commettere reati", ha dichiarato il primo cittadino di New York, citato dal 'New York Post'. Bloomberg ha poi difeso il sistema giudiziario americano, che consente "al pubblico di vedere i presunti colpevoli".

Strauss Kahn in aula

2- "SANGUE SULLE LENZUOLA NELL´HOTEL" L´ULTIMA PROVA CONTRO STRAUSS-KAHN
Angelo Aquaro per "la Repubblica"

Le macchie di sangue sulle lenzuola dell´Imperial Suite sono l´ultima prova raccolta dai superpoliziotti antistupro che inchioderebbe Dominique Strauss-Kahn. Chiuso in una cella da 3 metri e mezzo per 4, nel carcere duro dell´isola di Rykers, il capo del Fondo Monetario - ieri l´istituzione ha confermato la mancanza di «immunità diplomatica» - ripercorre con i suoi avvocati gli ultimi minuti di sabato mattina nella suite da 3000 dollari del Sofitel.

L'AVVOCATO BRAFMAN E STRAUSS KAHN

Benjamin Brafman, l´avvocato di Michael Jackson e Jay Z, ha già pronta la linea di difesa. Il sesso c´è stato, negarlo non si può, ma non s´è trattato di stupro, era consensuale, «le prove raccolte fin qui non reggono con la violenza», ha detto in aula. Ma tutti gli sforzi sono adesso proiettati su venerdì, quando un altro giudice ancora da assegnare - e non quella Melissa Jackson che l´ha già negata per il pericolo di fuga, come con Roman Polanski - dovrà pronunciarsi sulla nuova richiesta di cauzione. Garantita dal braccialetto elettronico e dalla domiciliazione a casa della figlia qui a New York - dove s´è barricata anche la moglie Anne Sinclair. Ma soprattutto dal raddoppio della cifra offerta: fino a 2 milioni di dollari.

Ophélia-Famotidina

Il sangue sulle lenzuola confermerebbe il racconto della cameriera della Guinea, madre di una ragazza di 16 anni, che la sera di sabato è crollata al telefono con suo fratello, ristoratore a Manhattan: «Mi hanno fatto qualcosa di orribile». Da tre anni impiegata modello del Sofitel, Ophelia «ha subito un trauma eccezionale» dice il suo avvocato Jeff Shapiro, rivelando che «non è ancora potuta tornare a casa e non ha idea di come potrà essere ora il suo futuro».

Certo dovrà presto rivivere quell´orrore in aula, come prevede la legge. Nel palazzone di Flushing, nel Bronx, la descrivono come una devota musulmana, il volto sempre semicoperto. «Non sorride mai, è chiusa in se stessa, timorosa perfino dei cani dei vicini», dice Mark Gangadeen, uno dei pochi che parla con i giornalisti.

Le telecamere del Sofitel l´hanno ripresa sottosopra, provatissima e con i vestiti in disordine, lì al 28esimo piano della torre lussuose. E le stesse telecamere hanno ripreso Strauss-Kahn che qualche minuto prima «furtivo, guardandosi intorno, si allontanava di corsa», sostiene l´accusa.

Bernard Henry Levy

C´è finalmente anche una successione più precisa. Alle 12 la cameriera, che ha avuto l´incarico di pulire la suite che crede già libera, si annuncia e lascia aperta la porta, come da regolamento: il capo del Fondo Monetario esce nudo dalla doccia, chiude la porta e tenta prima una violenza anale, poi la costringe a una violenza orale «che viene consumata», specifica l´accusa. Alle 12.28 Strauss-Kahn fa il check out e si allontana dall´albergo. Alle 12.45 è già a pranzo: l´ex moglie, Brigitte Guillemette, che non crede alle accuse, dice che vede la figlia, Camille, laureata in scienze politiche alla Columbia, sposata.

Alle 15.30 chiama l´hotel per sapere se ha perso lì uno dei due telefonini: istruito dalla polizia il ragazzo della concierge mente e gli chiede dove può farlo consegnare, «sto andando all´aeroporto» risponde il francese, mettendo sulle sue tracce gli investigatori. Alle 16 si imbarca sull´Air France 023 diretto a Parigi: ma alle 16.40 - è l´ora in cui l´aereo, che è in ritardo, dovrebbe decollare - viene raggiunto da tre poliziotti e fatto scendere, mentre le porte stanno per chiudersi.

E pensare che una lettera all´Fmi aveva messo in guardia dei «comportamenti» del suo direttore. L´aveva scritta proprio Piroska Nagy, la ricercatrice con la quale Strauss-Kahn aveva riconosciuto di «aver fatto un errore». Ma la prestigiosa istituzione avrebbe tenuto l´allarme nascosto.

 


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