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IL GRILLO (non) VOTANTE - DA PARIGI, DOVE TIENE UN COMIZIO-SHOW, BEPPE FA IL PREZIOSO E NON SCHIERA LE SUE TRUPPE PER I BALLOTTAGGI: “CI HANNO BUTTATO ADDOSSO VALANGHE DI MERDA E ORA MI CERCANO TUTTI. NON APPOGGIAMO NESSUNO” - MA SI LASCIA SFUGGIRE UN ENDORSEMENT: “PISAPIA? LO SPERO” - SUL BLOG DEL COMICO, I GRILLINI TEMONO CHE LA NEUTRALITA’ IMPOSTA DAL CAPO FAVORISCA DONNA MESTIZIA: “SE DOVESSE VINCERE LA MORATTI, GIURO, MI RODEREBBE TROPPO”…

Next: 1- LA RAI DELLA SBUROCRAZIA, PIUTTOSTO CHE SGANCIARE LA MISERIA DI 450 EURO PER UNA STANZA D’ALBERGO NE SPENDEREBBE 60 VOLTE TANTO PER INVIARE UNA TROUPE A MONTICHIARI (BRESCIA) PER UN COLLEGAMENTO DALL’APPARTAMENTO DELLO SCRITTORE 2- IN UNA LETTERA, TERRIBILE E SPASSOSA, INVIATA A BIANCA BERLINGUER, I MOTIVI DEL NO 3- \"IO DAL TUO \"LINEA NOTTE\" NON PRENDO SOSTENTAMENTO ALCUNO, NON SGOMITO QUINDI PER VENIRCI E, ANZI, PER VENIRTI INCONTRO, HO TRASGREDITO AL MIO PRINCIPIO PRINCEPS CHE LAVORARE GRATIS È IMMORALE, E ADESSO, DAL TUO SMS, SALTA FUORI CHE MI VUOI IMPORRE PERSINO L’OSPITALITÀ CHE STA BENE ALLA RAI: LA RAI IMPONE CIÒ CHE VUOLE AI SUOI TIRAPIEDI, NON A ME. E TRA \"LINEA NOTTE\" CHE NON MI PAGA E UNA LINEA JEANS GIORNO CHE LO FA PER RIPRENDERE QUANTI BUCHI DI CINTURA DEVO ARTATAMENTE STRINGERE PER STARCI NELLA TAGLIA 58, PREFERISCO LA SECONDA\"
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Alberto Mattioli per "la Stampa"

CALISE E GRILLO

«Li abbiamo spiazzati. Abbiamo messo in crisi tutto l'apparato e lo abbiamo fatto senza soldi. Non riescono a capire da dove siamo usciti, eppure noi siamo attivi da tempo con i blog, con Internet... per fare finalmente dell'Italia un Paese normale. Come questo». Si lascia sfuggire un commento su Milano: «Pisapia, non so se ce la farà... io lo spero». Poi torna subito a dire che in fondo tra Pisapia e la Moratti uno vale l'altro e che su molti punti il loro programma si assomiglia.

Il bollettino della vittoria a cinque stelle arriva da Beppe Grillo a Parigi, one-man-show alla gloriosa «Cigale», vecchio storico bellissimo teatrino liberty sperso fra i sexy-shop di Pigalle. La platea è quasi piena, la galleria quasi vuota, ma è un pubblico tutto italiano di fedeli, che si spella le mani ogni volta che Grillo apre bocca.

grillo demagistris

Lui è euforico perché i suoi grillini alle amministrative sono andati complessivamente bene e in alcuni casi, vedi Bologna, benissimo. E gongola: «Ora mi cercano tutti. E fanno dei carpiati doppi con avvitamento. Ci hanno buttato addosso valanghe di m... E adesso? L'altro giorno ho visto Giuliano Ferrara in galleria a Milano, curvo, vecchio, sembrava un clochard con i sacchetti. Ce ne aveva dette di tutte. Poi l'altra sera è andato in televisione a dire: però, questi grillini!». E giù applausi e risate.

L'analisi Grillo l'aveva fatta sul suo blog, perché guai a parlare con i giornalisti venduti e servi: «Abbiamo messo in crisi questa politica ormai fumosa, finita, che non dice più niente. Abbiamo bypassato questi partiti morti. Non ci aggreghiamo con nessuno: destra e sinistra sono la stessa cosa». A Napoli, però, è andata male. E lui ammette: «Non ce l'abbiamo fatta ma sappiamo il perché: ex amici, Rete che non c'è e voto di scambio».

PISAPIA FESTEGGIATO IN STRADA

Consoliamoci con lo show, come sempre in bilico fra il monologo del comico e l'apologo del profeta. E con tanta attualità: «DSK è venuto in Italia, è rimasto due ore con Berlusconi e non ha più capito un beep! Però, questi americani: per quello che ha fatto rischia 74 anni di carcere. Se veniva a farlo al Gallia a Milano rischiava al massimo 70 mila voti».

Si passa dall'avanspettacolo («Un francese è uno chansonnier, due francesi un'équipe, tre francesi una coppia»), al nucleare («Con tutte queste centrali, a Parigi si vede gente fosforescente»), dagli immigrati tunisini («I francesi dicono: per venire qui devi avere già i documenti, un lavoro e i soldi. E allora che ci vieni a fare?») al solito Berlusconi («E' un ometto: ci è rimasto male perché Sarkozy si era messo i tacchi più alti dei suoi ed era meno nano di un centimetro»).

FESTA PISAPIA

Spara a destra ma anche a sinistra: c'è Berlusconi «che chiama Google gogol» («giusto, sono tutte anime morte») e Samuele Bersani che si presenta: «Scusate il cognome». Mentre Fassino, poverino, «noi lo chiamiamo globulo». Poi tanto reducismo sulle oceaniche adunate grilline: abbiamo raccolto 350 mila firme in un giorno, al V-day eravamo una marea, siamo tanti, siamo forti. Non si capisce se è più uno show o un comizio, o tutti e due insieme. Applausi.

PISAPIA - MORATTI


VALANGA DI POST SUL BLOG DI GRILLO «NON LASCIARE CHE VINCA LA MORATTI»...
Alessandra Arachi per il "Corriere della Sera"

Il giorno dopo Beppe Grillo, a Parigi in tournée per uno spettacolo in teatro, tace. Preferisce dispensare i suoi commenti nelle pagine del suo sito: «Signori, abbiamo messo in crisi, come era d'altronde l'intento, questa politica ormai fumosa, finita, che non dice più niente...» . E anche se il suo blog ieri si è ingolfato per le pressioni in favore del candidato del centrosinistra di Milano, il comico genovese non si è smosso di una virgola. Non ha voluto dare indicazioni di voto.

GIULIANONE FERRARA

Proclama Grillo sul web: «Non siamo il terzo polo di nessuno, Casini, Fini, Rutelli, questi fantasmi. Non ci aggreghiamo con nessuno. Destra e sinistra sono la stessa cosa. Che facciano Pisapia o Moratti sindaco, faranno sempre l'Expo e milioni di metri cubi di cemento. Che ci sia Fassino, che è un dipendente di De Benedetti, sicuramente vorrà fare la Tav e fare gli inceneritori...» . E poco importa che il blog di Grillo sia diventato rovente nella pagina elettronica dedicata a Mattia Calise, 20 anni, neoeletto consigliere comunale di Milano, del Movimento Cinque Stelle. Il popolo del web ribolle. Letteralmente. «Siete un branco di cog..» , il post d'esordio che ieri ha dato il via ad una sequela di commenti, tra cui molti improperi.

Unico scopo: far convergere i voti dei grillini sul candidato Giuliano Pisapia. Inutilmente. Anche Mattia Calise non si scompone. Reduce dai festeggiamenti che a Milano hanno visto la sua lista superare il 3 per cento e lui entrare al primo turno a Palazzo Marino, non si turba davanti ai messaggi della Rete. Forti i giudizi: «Avete regalato il ballottaggio alla Moratti e, forse, le avete ridato la speranza di diventare sindaco...» . Ma anche: «Se dovesse vincere la Moratti per i pochi voti dati ai grillini giuro, mi roderebbe troppo...» .

Casini e Fini

Mattia Calise spiega: «È la libertà della Rete. La libertà di manifestare il libero pensiero. Ma con il criterio di sempre: ogni giudizio vale un voto. E ognuno decide per sé». Oggi hanno annunciato una conferenza stampa, i grillini di Milano, Per ripetere la loro posizione, rimasta inalterata anche di fronte al risultato di lunedì: nessuna indicazione di voto. Per nessun motivo.

Il ventenne Calise si stupisce: «È così facile da capire: ognuno ha libertà di esprimere la propria opinione. Il proprio giudizio. Il proprio pensiero. Funzionerà così anche all'interno del Consiglio comunale o dei Consigli di zona. Non ci saranno mai indicazioni di voto calate dall'alto. Verranno votati i progetti, seguendo un unico criterio: il beneficio dei cittadini. Non i baroni, i potentati, gli interessi economici. Solo ed esclusivamente i cittadini» .

 


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