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MAI DIRE MINZO! - IL DIRETTORISSIMO INDAGATO PER PECULATO PER LE SPESE CON LA CARTA DI CREDITO RAI (68 MILA €), DOPO L’ESPOSTO DI IDV E CONSUMATORI (I PM: “ATTO DOVUTO”) - ECCO IL TRUCCO DEL TG1 PER FAR PARLARE IL DOPPIO IL CAINANO: PRIMA LO SINTETIZZA IL CRONISTA, POI PARLA IL BANANA IN PRIMA PERSONA - MA L’OSSERVATORIO DI PAVIA (RAI-PAGATO) RILEVA SOLO LE DICHIARAZIONI “IN VOCE”, QUINDI TUTTO REGOLARE - L’AGCOM INVECE SBUGIARDA IL TIGGì E MULTA LA RAI...

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1 - SPESE CON LA CARTA RAI, INDAGATO MINZOLINI - IL DIRETTORE DEL TG1 È ACCUSATO DI PECULATO....
Da "Corriere.it"

AUGUSTO MINZOLINI

Ammonterebbero a 68 mila euro le spese effettuate dal direttore de Tg1 Augusto Minzolini in quindici mesi con la carta di credito aziendale e non autorizzate. Spese per le quali il giornalista è stato ora iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma. Il reato ipotizzato dagli inquirenti è quello di peculato e l'iscrizione un «atto dovuto», legato a una serie di accertamenti che la Guardia di Finanza ha dovuto svolgere su ordine del procuratore aggiunto Alberto Caperna.

DIRETTORE CONVOCATO - Gli uomini delle Fiamme Gialle inoltreranno a breve la relazione conclusiva al magistrato, dopo mesi di accertamenti avviati sulla base di due esposti, uno presentato da un'associazione di consumatori e l'altro dall'Italia dei Valori. Tra i documenti acquisiti tempo fa dai finanzieri c'è anche la nota con cui la direzione generale della Rai scagionò il direttore del Tg1, escludendo ogni violazione e qualificando come «spese di rappresentanza» gli addebiti in più fatti con la carta aziendale dal giornalista tra luglio 2009 e l'ottobre 2010.

Cavallo di Viale Mazzini

La stessa Finanza ha acquisito anche gli originali relativi alle varie note spese e ha accertato che Minzolini ha restituito all'azienda più di 60mila euro in questi ultimi mesi per chiudere la vicenda. Presto, comunque, il giornalista potrebbe essere convocato a Piazzale Clodio per fornire la sua versione dei fatti.


2 - IL MAGO AUGUSTO: ECCO COME IL TG1 RIESACE A FAR PARLARE DUE VOLTE BERLUSCONI RIMANENDO IN REGOLA SECONDO L'OSSERVATORIO DI PAVIA
Carlo Tecce per "Il Fatto Quotidiano"

SILVIO BERLUSCONI

C'è il trucco con l'inganno. Un gioco di prestigio per confondere il Tg1 con un megafono del governo. Non è facile appaltare il 70 per cento del pacchetto politico al centrodestra, ogni edizione, ogni giorno, sempre. L'Agcom ha multato la Rai perché il telegiornale di Augusto Minzolini è squilibrato, pende a favore di una parte ben visibile e riconoscibile, un orrore nel periodo di par condicio. Mai il metodo direttorissimo resiste perché profondo e complesso.

Quel che sei o sette milioni di italiani guardano la sera è il prodotto di un lavoro certosino che include pochi ed esclude molti. Il Tgl conta più di 150 giornalisti, decine di generali e caporali, divisioni, truppe, ausiliari. Eppure è un gabinetto di guerra che decide come confezionare un telegiornale impermeabile per Berlusconi che, al minuto 18, stacca sull'attualità e rassicura i telespettatori con imperdibili notizie sul maglioncino per i cani, le puzzette dei bebè e la crociera mediterranea.

CORRADO CALABRO

Il gabinetto di guerra, al comando di Minzolini e dei vice Fabrizio Ferragni e Gennaro Sangiuliano, segue un protocollo, una forma normale per qualsiasi giornale, ma inutile per il Tgl del direttorissimo. Due riunioni, ore 10 e 16: mezz'ora con gli appuntamenti di giornata, distribuzione di incarichi, interviste, comizi. Poi la scaletta scompare, diventa segreta, consultabile per un gruppo di iniziati, mentre il caporedattore Francesco Giorgino, fedelissimo di Minzolini, riempie con un pezzo di B. e un pezzettino di Gasparri un contenitore che rispetta una sola logica: 70 per cento di spazio al centrodestra, la mancia a chi rimane. Giorgino cucina il Tg1 con gli ingredienti che piacciono a Minzolini, sotto l'occhio vigile del vicedirettore di turno e i cronisti vanno in giro a raccogliere pareri.

Fabrizio Ferragni

L'inviato al seguito del Partito democratico o dell'Italia dei Valori ha il compito di registrare tre o due minuti che, riversati in redazione, s'accorciano a uno oppure a zero. I giornalisti sanno che la politica sarà a due strati: un servizio sul presidente del Consiglio che, all'occorrenza, viene qualificato come capo del Pdl e il pastone con - in ordine cronologico - l'opposizione, la maggioranza e il governo. Così i berlusconiani avranno l'ultima battuta che s'insinua in chi ascolta a casa. Chi è in redazione è al buio: ieri l'ufficio politico conosceva i temi in generale, "Berlusconi o Bossi, Di Pietro, amministrative".

La luce l'accende Minzolini che, aiutato da Ferragni o Sangiuliano che tengono a bada i portavoce, compone un telegiornale con una media fissa: 70 per cento al centrodestra, 30 all'opposizione. Minzolini contestai dati Isimm-Agcom perché sommano i minuti dedicati a un partito o a un segretario rispetto ai concorrenti e replica (anche con l'azienda), consapevole del magico sistema, con le analisi dell'Osservatorio di Pavia (pagato da viale Mazzini) che considera la parola, ovvero il tempo concesso alla voce di Berlusconi o Bersani.

Sangiuliano-Petruni-Giorgino

Minzolini per Pavia è un giornalista perfetto e imparziale. Non sbaglia l'Istituto, per carità: il direttorissimo è geniale. Prendiamo l'intervento di Berlusconi all'interno del Palazzo di Giustizia a Milano: l'inviato Castelli prima riporta punto per punto il discorso del Cavaliere, poi manda l'audio con le stesse frasi. Così il telespettatore l'ha sentito due volte, ma di fatto la voce di B. è passata una volta sola. Con le opposizioni, sempre Tgl di lunedì scorso, l'operazione è esattamente contraria: la narrazione del cronista si sovrappone al politico. Risultato: si capisce male e dura di meno. Adesso è più chiaro perché Minzolini sia un innovatore per l'ex dg Masi e il Pdl. Un mago.

Giorgio Merlo

3 - AMMINISTRATIVE: MERLO, VIGILANZA CONVOCHI OSSERVATORIO PAVIA...
(ANSA)
- ''Ho chiesto alla commissione di Vigilanza di convocare i responsabili dell'Osservatorio di Pavia ed eventualmente i direttori dei telegiornali Rai a proposito delle notizie diffuse da alcuni quotidiani sui conteggi fatti e i minutaggi dei leader politici nei tg''. Lo chiede Giorgio Merlo (Pd), vicepresidente della stessa commissione. ''Nell'inchiesta fatta da alcuni quotidiani - fa notare l'esponente Pd - si evince come l'Osservatorio di Pavia, nell'analisi del minutaggio dei leader politici, si basi sui sonori, ovvero sul tempo di parola concesso a questo o a quell'esponente.

Ma non terrebbe conto, in alcuni casi, del riassunto che i giornalisti realizzano per illustrare la posizione del politico in questione. Questo sortisce l'effetto che le dichiarazioni, le frasi, il pensiero politico di quel leader o di quel partito, passino quindi due volte''. Inoltre, prosegue Merlo, ''alcuni giornali riportano ad esempio il caso del Tg1, di come, con questo metodo, al presidente del Consiglio Berlusconi andrebbe ben il 70% dello spazio politico del centrodestra, contro il 30% dell'opposizione''. Il deputato Pd chiede quindi ''alla commissione di Vigilanza di convocare i responsabili dell'Osservatorio di Pavia, perche' illustrino i loro criteri di analisi e minutaggio e per verificare l'opportunita' di studiare un nuovo sistema di conteggio''.

 


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