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LIBIA, SALE LA TENSIONE - SPARI A TRIPOLI ALL’USCITÀ DELLA PREGHIERA DEL VENERDÌ - BATTAGLIE DA EST A OVEST, NUOVI BOMBARDAMENTI SULLE CITTÀ CONTROLLATE DAI RIBELLI E SUI POZZI DI BREGA - IL CONSIGLIO DEI RIBELLI SI RIUNISCE AL GRIDO DI “VITTORIA O MORTE” - MENO PROFUGHI AI CONFINI, PER L’ONU GHEDDAFI IMPEDISCE LA FUGA - NAPOLITANO AL RAIS: “STOP AD OGNI AZIONE MILITARE”…

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1 - INVIATO ANSA, SPARI SU PIAZZA ALGERIA...
(ANSA)
- Spari sono stati uditi sulla piazza Algeria nel centro di Tripoli, all'uscita dalla preghiera del venerdì dalla moschea. Dopo gli spari si vede un denso fumo nero levarsi da edifici dietro la moschea.

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La protesta è cominciata dopo la preghiera del venerdì, quando i fedeli sono usciti da una moschea. Secondo i testimoni le forze di sicurezza non sono visibili.

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Gli spari sono avvenuti durante una grande manifestazione pro Gheddafi, al termine della preghiera islamica del venerdì, davanti alla moschea dove venerdì scorso c'erano stati scontri fra manifestanti e milizie filogovernative, con tre morti. Stamani invece piazza Algeria è occupata dai sostenitori del leader libico, che innalzano bandiere e suoi ritratti e gridano "Allah, Muammar, Libia e basta". I fedeli che escono dalla moschea si uniscono alla manifestazione. La piazza è presidiata da polizia e da agenti dei corpi speciali della sicurezza.

Proteste in Libia

2 - BATTAGLIE DA EST A OVEST, TENSIONE TRIPOLI. LEADER CONSIGLIO INSORTI AD AL BAYDA, 'VITTORIA O MORTE'...
(ANSA)
- Sale la tensione a Tripoli, in occasione della festività musulmana del venerdì. Secondo alcune voci raccolte in città, gli oppositori di Gheddafi intenderebbero manifestare oggi nella capitale libica all'uscita delle moschee, dopo la preghiera del pomeriggio. Aerei militari secondo varie fonti hanno bombardato stamani Brega e Ajdabiyah all'est e Misurata all'ovest, città controllate dai ribelli.

Stazione di polizia conquistata e data alle fiamme dai manifestanti

Si combatte anche a Zawia, vicino a Tripoli, e a Ras Lanuf, ad est della capitale. Abdel Jalil, il leader del Consiglio Nazionale libico, formato nei giorni scorsi dagli insorti, dei ribelli, parlando ad Al Bayda, ad est di Bengasi, ha gridato "Vittoria o morte... non ci fermeremo finchè non avremo liberato questo Paese".

Alla frontiera con la Tunisia intanto è quasi cessato il flusso di profughi e l'Onu teme che le forze libiche impediscano agli stranieri di uscire. Al momento a Tripoli la situazione appare calma e le strade sono trafficate. Le autorità libiche però non permettono ai giornalisti stranieri di uscire dall'albergo in cui sono ospitati, sostenendo che oggi è necessario un permesso speciale per muoversi in città.

Posti di Blocco a Tripoli

Secondo Al Arabiya, stamani c'é stato un nuovo raid aereo sul terminal petrolifero di Marsa Brega. Messaggi Twitter sul sito di Al Jazira parlano di attacchi aerei anche a Misurata, la testa di ponte dei ribelli a ovest. Di sicuro, un aereo di Gheddafi ha lanciato due razzi contro un deposito di armi controllato dai ribelli ad Ajdabiyah, mancando il bersaglio. Combattimenti fra insorti ed esercito sono in corso a Zawiya, ad una quarantina di chilometri ad ovest di Tripoli, controllata dagli insorti, e a Ras Lanuf, a est, linea del fronte fra i due schieramenti.

La sede dei servizi segreti carbonizzata

Il leader del consiglio dei ribelli, Abdel Jalil, parlando ad Al Bayda ha gridato "Vittoria o morte... non ci fermeremo finchè non avremo liberato questo Paese". Jalil ha messo in guardia contro le infiltrazioni di sostenitori del colonnello Gheddafi tra le fila degli insorti. La folla presente ha risposto alle parole di Jalil gridando lo slogan: "La prossima battaglia a Tripoli".

La portavoce dell'Alto commissariato dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), Melissa Fleming, ha detto stamani di temere che ai civili sia impedito di fuggire dalla Libia in Tunisia. Fleming ha riferito di una presenza di "forze-governative pesantemente armate" sul lato libico della frontiera e ha detto che "il numero di persone giunte in Tunisia dalla Libia è passato dai 10mila-15mila dei giorni scorsi a soli 2mila ieri".

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Oggi secondo fonti giornalistiche il flusso dei profughi si è interrotto. Al confine tunisino è già al lavoro il team del ministero degli Esteri italiano e della Protezione civile che deve organizzare il campo per le migliaia di profughi. Il pronipote di re Idris, il sovrano deposto da Gheddafi nel '69, in un'intervista stamani sul Corsera dice "se mai dovesse esserci una soluzione monarchica, sarà la gente della Libia a deciderlo". Il presidente Napolitano stamani ha lanciato un appello a Gheddafi perché fermi ogni azione militare.

 


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