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OGGI QUI DOMANI ALLAH, GHEDDAFI DOVE STA? - NUOVI RAID ALL’ALBA CONTRO IL COMPOUND DI TRIPOLI, 2 MORTI, VARI FERITI - NON SI SA SE IL RAIS SIA VIVO, FERITO, IN FUGA O MORTO: IL VIDEO TRASMESSO IERI SERA POTREBBE ESSERE VECCHIO - PER ALCUNI, AVREBBE LASCIATO LA CAPITALE PER NASCONDERSI NEL DESERTO, DOVE PERÒ NON CI SONO BUNKER - IL BANANA: “NON L’HO SENTITO” - MITICO, IL SENATORE USA KERRY: DIAMO I SOLDI CONGELATI DI GHEDDAFI AI RIBELLI…

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GHEDDAFI IN TV

1- ANCORA RAID CONTRO IL BUNKER DI GHEDDAFI. TV DI STATO MOSTRA NUOVE IMMAGINI DEL RAÌS...
(Adnkronos/Ign)
- Nuovi raid della Nato all'alba di oggi contro il compound di Muammar Gheddafi a Tripoli. Quattro esplosioni in rapida successione hanno colpito la zona di Bab al-Aziziya, nel centro della capitale, provocando almeno due morti. Lo riferisce un portavoce del governo libico all'emittente Cnn spiegando che i corpi delle vittime, entrambi uomini, sono stati trasportati presso il più vicino ospdeale. Al nosocomio sono giunte anche 27 persone che hanno subito conseguenze nell'attacco aereo, riferiscono fonti ufficiali, precisando che molte di loro soffrono per le inalazioni du fumo.

libia -BUNKER GHEDDAFI

Le esplosioni seguono di qualche ora il video messaggio di Gheddafi trasmesso ieri sera dalla la tv di Stato per smentire le voci circolate nei giorni scorsi circa una possibile morte o fuga del Colonnello.

Tuttavia restano dubbi sui tempi in cui il filmato è stato girato e quindi sul fatto che potrebbe essere registrato. Circostanza che l'emittente di Tripoli smentisce categoricamente affermando che le immagini mandate in onda risalgono a ieri. Nel video mostrato durante il telegiornale si vede Gheddafi impegnato in una riunione con alcuni capi tribali in un hotel della capitale.

Era dallo scorso 30 aprile che non venivano più mandate in onda immagini del Colonnello. Allora era apparso in tv dopo il raid aereo nel quale è morto il figlio Seif al-Arab e tre dei suoi nipoti.

BOMBE SU TRIPOLI

2- "GHEDDAFI? MORTO OPPURE FERITO" - UN DIPLOMATICO: SE ERA IN QUELLA CASA NON SI È SALVATO. NELLA NOTTE COMPARE IN TELEVISIONE MA È GIALLO...
Guido Ruotolo per "la Stampa"

Muammar Gheddafi è morto? È ferito? Perché non si fa vedere? E se fosse scappato nel deserto, verso la capitale del Fezzan, Sebha, il sud, direzione Niger, Ciad, Sudan? O verso la Sirte, dove è nato, a pochi chilometri dal fronte della guerra? Sono passati dodici giorni da quando una bomba Nato ha devastato l'abitazione di Tripoli, dove si sarebbe trovato anche lui. Del Colonnello, da allora, non si hanno notizie sicure, anche se ieri notte, quasi a smentire i dubbi, la tv libica ha trasmesso immagini di Gheddafi che riceveva alcune ospiti, immagini però impossibili da datare.

RIBELLI LIBICI

Sembra passato un secolo da quando il guascone Muammar Gheddafi sfidava l'opinione pubblica internazionale e i Paesi «volenterosi». Cinquanta giorni fa. Gli aerei francesi, inglesi o americani (non ancora gli italiani) arrivavano su Tripoli, colpivano Bab al Azizia o depositi e carri armati e aerei, e lui, il Rais, si affacciava dal Castello, in piazza della Rivoluzione, per dimostrare che non aveva paura, che Tripoli e la Libia erano cosa sua.

Con quell'improponibile colbacco, che sembrava una parodia di Totò, arringava la folla, i suoi tifosi, magari le comparse pagate per stare in piazza, come se fossero a Cinecittà. E poi le carovane di auto e di pick-up imbandierati dove si confondeva vestito da occidentale, con completo e cappello da gangster.

Berlusconi Gheddafi

Questo accadeva un secolo fa, alla fine di marzo. E adesso, invece, da quel 30 aprile non si fa vedere. L'assenza è stata interrotta dalla ripresa televisiva di ieri sera che lo mostrava impegnato in incontri, ma ci vuole altro per smentire i dubbi sulla sua sorte. Il Colonnello non ha più lanciato neppure un messaggio audio, come faceva un tempo Osama bin Laden, per stuzzicare l'immaginario collettivo, per far credere di trovarsi in una caverna dell'Afghanistan.

Se fosse ferito, per esempio, il messaggio audio potrebbe essere la sua prova in vita. Da un certo punto di vista rassicurerebbe anche la periferia del suo impero che fu. Che pure si chiede che fine abbia fatto. E invece il Colonnello tace. Come se fosse costretto a tacere perché impedito.

Gheddafi è morto o è ferito, se la notte del 30 aprile si trovava in quella casa bombardata dalla Nato. Il regime ha detto che si è salvato, mentre sono morti suo figlio Saif al Arab, sua nuora, oltre che tre nipotini. Peccato però che Saif al Arab, come ha fatto notare il nostro ministro degli Esteri, Franco Frattini, non è sposato. E poi, la tv lealista ha mostrato il vescovo Martinelli che rendeva omaggio alle salme. Ma di Gheddafi non c'era traccia. Un padre che non veglia un figlio che padre è?

Gheddafi e Frattini

Che fa il regime? Il Colonnello è scomparso e all'opinione pubblica si fanno vedere due corpi avvolti nella tela bianca contrabbandandoli come il figlio e la nuora di Muammar Gheddafi. Saranno sul serio loro o è puro vittimismo?

E se invece fosse davvero in fuga il Rais, nel deserto del sud, dalle parti di Sebha, come sostiene un sito di opposizione e anche un sito israeliano (Debka) che si nutre di informazioni del Mossad? O anche nella Sirte?

Certo, l'ipotesi della fuga è suggestiva, fa parte del personaggio, offre addirittura un che di eroico alla sua figura: braccato dalla Nato, il beduino fa perdere le sue tracce. Ma chi lo conosce è dubbioso: «Nel deserto non esistono bunker, non esistono bunker a Sebha o a Sirte. Se è scappato nel deserto è solo per mettere in atto un esilio volontario, per far perdere le sue tracce. Si sente ormai braccato».

Se lui ha lasciato Tripoli, è molto probabile che a gestire gli ultimi giorni del regime sia rimasto il delfino, Saif el Islam. Anche lui in attesa del mandato di cattura del Tribunale penale internazionale.

Ma questo scenario del passaggio di consegne tra padre e figlio lascia il tempo che trova. Ambienti autorevoli dei rivoltosi non credono a questa diarchia. Magari Saif, come gli altri figli del Colonnello, sta gestendo e coordinando lo stato di crisi insieme alla famiglia, seguendo le direttive del padre.

LIBIA c b a e c a d

E' morto, è in fuga o è ferito? E' come se il mistero fosse destinato a essere risolto nelle prossime ore. Non può durare a lungo. Vivo o morto, Gheddafi apparirà presto. Scommette il vicario di Tripoli, monsignor Martinelli: «Gheddafi non è morto, è vivo. Probabilmente è partito, non è a Tripoli, ma la mia impressione è che sia in Libia». Per Martinelli, «non ci sono nella società segnali di un lutto». Ma il vescovo che vive a Tripoli ha visto i morti di Bengasi, ha sentito i lamenti dei familiari di migliaia di ragazzi uccisi dai mercenari di Gheddafi?

3- BERLUSCONI: NON SO NULLA...
Da "la Stampa"
- Non ha notizie dell'ex alleato neppure il presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi. «No, non l'ho sentito», ha risposto ieri il premier, a margine della cerimonia a Villa Miani per il 63˚anniversario della nascita dello Stato di Israele, alle domande dei giornalisti che gli chiedevano se aveva sentito Muammar Gheddafi.

LIBIA

Nell'incontro avuto ieri pomeriggio con il ministro degli Esteri Franco Frattini, ha aggiunto il premier, «abbiamo fatto il punto della situazione in Libia, cioè quello che facciamo tutti i giorni», ma «non ci sono novità» per quanto riguarda la sorte del raiss libico o una sua eventuale uccisione.

4- KERRY PROPONE: SOLDI CONGELATI GHEDDAFI AI RIBELLI...
(TMNews)
- Il senatore John Kerry, che presiede la Commissione affari esteri del Senato americano, ha proposto di utilizzare parte dei beni congelati del leader libico Muammar Gheddafi a favore dei ribelli. "Quello che chiedono è molto semplice: aiuti umanitari e tecnici, il supporto di cui avranno bisogno dopo la caduta del regime di Gheddafi", ha dichiarato Kerry. Il senatore, che non ha avanzato cifre, ha fatto questo annuncio dopo l'incontro al Congresso con Mahmud Jibril, responsabile della politica estera del Consiglio nazionale di transizione libico.

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"In questo momento sto elaborando un testo di legge, su richiesta del Dipartimento di stato e dell'amministrazione, per autorizzare il trasferimento di beni già disponibili al Consiglio così che i ribelli abbiano a disposizione denaro liquido", ha spiegato Kerry. "Questo denaro non proviene dai contribuenti americani, ma dal colonnello Gheddafi", ha precisato, aggiungendo di voler "rapidamente" mettere le mani sul progetto, non appena ricevute le informazioni necessarie dal ministero del Tesoro sulle somme a disposizione.

"Il nostro sogno è quello di costruire una LIbia democratica, fondata sulla Costituzione, sui diritti dell'uomo e su una società civile attiva", ha dichiarato Jibril, chiedendo aiuto agli Usa affinché "questo sogno si trasformi presto in realtà". Negli Stati Uniti si stima vi siano circa 30 miliardi di dollari di beni congelati appartenenti alla Libia. (fonte afp)

 


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