1 - E CASE DEL COMUNE ALLA SINISTRA - E IL PD NON PAGA NEANCHE IL CANONE
Brunella Bolloli per "Libero"
Ecco le case dell'Affittopoli romana. Elenchi lunghissimi di nomi, indirizzi e prezzi con una costante: nella città più cara d'Italia l'amministrazione comunale, tra il 2001 e il 2007, è stata super generosa. Un patrimonio di oltre 2mila immobili ha fruttato alle casse capitoline appena il 15 per cento del suo valore di mercato.
C'è chi è riuscito ad affittare un appartamento a piazza Navona (mica alla Borgata Finocchio) a soli 152,40 all'anno. Centocinquantadue euro e quaranta centesimi di canone annuale, praticamente 12 euro al mese. In romanesco volgare si dice: mortacci! .
VINCENZO VISCOE se non fosse scritto nero su bianco non ci si crede, invece è così: abitazione a piazza Navona, quinto piano, canone: 152,40. Sarà pure un palazzo vetusto, ma pagare così poco nel cuore di Roma è quasi un miracolo. Merito dei prezzi low cost del patrimonio immobiliare del Campidoglio: case dal centro alla periferia "cedute", durante le gestioni precedenti a quella di Gianni Alemanno, a canoni irrisori rispetto al valore reale. Abitazioni private, esercizi commerciali, alberghi, studi e ristoranti.
scajola moglie colosseoMOROSITÀ DA 25 ANNI - Un capitolo a parte sono le associazioni. E qui sta il bello perché, proprio in virtù delle loro finalità sociali o di volontariato, hanno dei canoni ribassati all'80 per cento rispetto alle quotazioni di mercato. Però, un conto sono i volontari della Caritas, un altro sono le sedi di partito, che hanno usufruito di sconti come se fossero realtà poverissime. Scorgendo gli elenchi, infatti, ci sono locali nati per ospitare gruppi con finalità sociali che poi, per magia, si sono trasformati in uffici di partito. Guarda caso, quasi sempre di centrosinistra.
PIAZZA NAVONA a ROMAPrendiamo ad esempio l'Associazione culturale Marcella Valentini di via Diego Angeli 141-143, zona Casal Bruciato. Chissà come mai adesso, al civico 143, campeggia una bella insegna del Partito democratico. Poi si scopre che il partito di Bersani, per queste stanze, paga 491,99 euro di affitto, ma prima ha sborsato ben poco, visto che risulta moroso per 13.279,89 euro, cioè da venticinque anni. Idem per il circolo culturale sportivo Pietro Nenni di via Vicopisano 91-93. Come mai al civico 91, al posto del centro culturale sportivo, compare l'insegna con la scritta Sinistra e Libertà in XV municipio? Al 93, invece, ci sono le Acli.
Nel tabulato della Romeo (la società che si occupa della manutenzione degli stabili di proprietà comunale) è citato solo il civico 91. Canone: 213,20. Morosità di 2.027,76 euro. E il discorso potrebbe proseguire così anche per il circolo culturale Palmiro Togliatti di via Vaiano 3-5. Ancora una volta, dove doveva esserci un'associazione di quartiere oggi c'è il Pd. La concessione è pure scaduta e restano da saldare 60 morosità di 1.112,19 euro.
Teatro della CometaPossibile che il partito dell'ex sindaco di Roma non abbia i soldi per pagare l'affitto di 254,60 euro? Ma se queste sono sedi di borgata, e non appartamenti di pregio, diversa è la situazione di Rifondazione comunista. Per sistemarsi a Trastevere, un'altra bellissima parte della Capitale, i bertinottiani hanno chiesto aiuto al Comune e hanno ottenuto dei locali a piazza Belli. Indennità di locazione: 3.755,64 euro. All'anno, però. Più o meno la stessa cifra che sborsa una non bene identificata sezione del Pci Albuccione a Guidonia, venti chilometri fuori città.
TEATRI E HOTEL - La vera Affittopoli, però, è nel cuore della città. Laddove oggi in media una persona normale spende da 4mila ai 20mila euro al metro quadrato per un alloggio, c'è chi, come il celebre ristorante "Checco Er carrettiere", riesce a cavarsela con soli 3.957,36 euro annuali. Affitto irrisorio anche per il Teatro della Cometa, di fronte al Campidoglio: 2.482,56 euro per 12 mesi. E che dire poi dell'hotel Richmond di largo Corrado Ricci, con affaccio sui Fori Imperiali? Solo 30mila euro annuali, niente se si considera la zona di pregio. E mentre il Pd si difende, il PdL chiede di aprire un fascicolo in procura e il sindaco ha già disposto una commissione d'inchiesta «per vederci chiaro». Ma non finisce qui.
Piazza Navona2 - CASA SUPERSCONTATA AL FIGLIO DI VISCO
Franco Bechis per "Libero"
Il governo di Romano Prodi è stato breve, d'accordo. Ma ha proprio cambiato la vita di Gabriele Visco, figlio dell'allora viceministro dell'Economia, Vincenzo. Il 30 ottobre 2006, mentre papà stava battagliando in parlamento per fare passare la finanziaria delle cento tasse, lui riusciva ad acquistare la casa dei sogni alle spalle di piazza Campo dei Fiori a Roma.
A vendergliela dopo un'asta andata deserta è stato il Comune di Roma guidato da Walter Veltroni attraverso la finanziaria Campidoglio finance. Non c'è dubbio sui chi dei due abbia fatto il migliore affare: chi ha comprato. Perché Visco jr è riuscito a strappare a Veltroni un superprezzo: 910 mila euro per un appartamento al piano nobile da 154 metri quadrati più una cantina da 40 metri quadrati. La base d'asta era di 748 mila euro per l'appartamento e 23.100 euro per la cantina. L'offerta è stata in rialzo del 20 per cento contro un 60 per cento medio dei rialzi alle aste per immobili comunali.
Hotel RichmondIl prezzo a metro quadrato ottenuto è stato di poco superiore ai 5.500 euro, anche se all'epoca quello di mercato risultava essere in quella zona superiore ai 20 mila euro. Ora il mattone è sceso sensibilmente e oggi gli immobili offerti nella stessa via o in quelle adiacenti da agenzie private oscillano fra i 12 mila e i 17 mila euro al metro quadrato. Non c'è dubbio che Visco jr fece un affarone. Altri grazie alla scarsa conoscenza del mercato immobiliare del povero Veltroni, strapparono in contemporanea affari ancora più scandalosi, a scorrere la lista delle vendite del mattone di Roma fra il 2005 e il 2007.
Ma anche il figlio di Visco fu particolarmente fortunato. Aveva solo 33 anni e già da parte 640 mila euro. La casa infatti fu pagata in gran parte con i risparmi di famiglia e per la restante parte (270 mila euro) accendendo un mutuo ipotecario presso il San Paolo Banco di Napoli, la stessa banca dove aveva il conto papà allo sportello di Montecitorio, al tasso di interesse nominale annuo del 4,86%.
Periodo fortunatissimo, quello del governo Prodi per il giovane Visco. Mentre papà tassava, pochi mesi dopo lui trovava prima una buona consulenza (dal primo luglio 2007) e infine un'assunzione come dirigente a Sviluppo Italia, società controllata proprio dal ministero dell'Economia. Un caso che fece scalpore e che venne difeso a spada tratta dall'amministratore delegato di Sviluppo Italia, Domenico Arcuri, che giunse perfino a sostenere che Visco jr avesse mostrato un coraggio leonino ad accettare la sfida di quella assunzione nella società vigilata da papà.
Checco er CarrettiereNell'elenco della svendopoli romana all'epoca di Veltroni quello di Visco jr è forse il nome di acquirente più famoso, ma i casi clamorosi sono decine. Perfino società immobiliari hanno approfittato a man bassa dei saldi dell'allora sindaco di Roma. C'è la Pasquino di Alado Salini & c che ha portato via un intero piano in via Panama, cuore esclusivo dei Parioli a 1,6 milioni di euro. Un'altra società, Roma caput mundi, ha acquistato 325 metri quadrati al terzo piano di fronte alla Fontana di Trevi per 1,8 milioni di euro, un saldissimo.
In zone meno pregiate, a fianco della stazione Termini, altre immobiliari sono riuscite a prendersi appartamenti a 2 mila euro al metro quadrato. In via Ruggero Bonghi, a due passi da via Merulana e poco lontano dal Colosseo, la Mecenate srl si è portata via 210 metri quadrati a 230 mila euro. Ha fatto scalpore la casa di Claudio Scajola pagata poco più di 910 mila euro davanti al Colosseo perché qualcun altro avrebbe aggiunto "a sua insaputa" somma di poco inferiore per pareggiare i prezzi di mercato.
Checco er CarrettiereMa a pochi metri di distanza, in via del Colosseo Veltroni ha venduto a sua insaputa 223 metri quadrati al'asta nel 2005 per 802.500 euro. L'anno dopo ancora meglio: nello stesso palazzo a un inquilino che già abitava dentro è stata venduta casa da 248 metri quadrati per 422.730 euro. Con il diritto di prelazione gli inquilini in quegli anni di fatto hanno messo in mutande il generoso sindaco e soprattutto il comune che lui avrebbe lasciato a Gianni Alemanno in quelle condizioni disastrose.
Per fare un esempio: in via dei Coronari, dietro piazza Navona, si potevano comprare 82 metri quadrati per 209 mila euro. In corso del Rinascimento, a due passi dal Senato, venduti più alloggi da 150 mq a meno di 200 mila euro. Con i saldissimi se ne è andato un intero immobile in viale Mazzini 73, vicino alla Rai: tutte metrature superiori ai 150 mq per prezzi che al massimo arrivavano a 330 mila euro. Uno solo ha comprato a 565 mila euro: ma erano 303 metri quadrati. Affari così senza Walter non li fa più nessuno.