Andrea Tarquini per "la Repubblica"
VITA DI POLANSKIC´era anche lui, genio del cinema nel disgelo poststaliniano e poi simbolo dell´intellighenzia della diaspora, nel mirino della Sluzba Bezpieczenstwa, SB, l´allora Kgb polacco. Lui chi? Roman Polanski, è chiaro. Discusso finché vuoi per accuse di storie e abusi con minorenni, ma innovatore del film dell´Altra Europa. Dai primi anni Sessanta, per un film che il senile dittatore Wladyslaw Gomulka andando su tutte le furie giudicò decadente, borghese e immorale, la polizia segreta lo prese sotto tiro.
VITA DI POLANSKIE più di una volta gliela fece pagare cara, negando ritorni in patria o contatti con la famiglia e costringendolo a compromessi umilianti. Tutto è documentato dai dossier segreti della Sluzba Bezpieczenstwa, di cui per la prima volta, ieri, il quotidiano conservatore tedesco Die Welt rivela l´esistenza.
Carte ingiallite, stinte dagli anni. Richieste di visto per viaggio nell´"Occidente capitalista", o più tardi richieste estese al consolato polacco a Parigi dal "leale esule" Roman Polanski per tornare in patria. Per un festival cinematografico o per rivedere colleghi e familiari. Tutto catalogato in segreto dalla SB: dossier numero BU 1368/1705. Quella sigla, designò il "nemico del popolo" Roman Polanski per tutti i servizi segreti dell´"Impero del Male". Quel numero non lasciò più il regista.
I FILM CULTO DI POLANSKINé nei brillanti esordi giovanili in Polonia, né nell´esilio poi a Parigi e a Hollywood, né quando sua moglie Sharon Tate fu stuprata e uccisa dalla banda di Manson né più tardi con le accuse di abuso di teenager. Fino alla rivoluzione polacca con cui finì l´Impero nel 1989, lui restò «oggetto d´osservazione speciale», nemico segreto del "potere popolare".
VITA DI POLANSKIDecenni di spionaggio, operazioni segrete e carte sporche contro di lui. Cominciò nell´aprile del 1956. Il giovanissimo Polanski chiese un passaporto per andare a visitare sua sorella Annette a Parigi, dove entrambi erano nati e lei risiedeva. Momenti tempestosi: la morte di Stalin, la svolta di Kruscev incoraggiavano riformatori e movimenti per i diritti umani in quella che Czeslaw Misloz definì «une autre Europe».
Soprattutto in Polonia, dove la potente Chiesa era rifugio del pensiero libero, o in Ungheria dove Imre Nagy e gli intellettuali sperarono poi invano in una svolta. A Varsavia, repressi molti moti operai, il Pc si era spaccato. Wladyslaw Gomulka aveva avuto la meglio sui neostaliniani, ma solo appoggiandosi al potentissimo generale Mieczyslaw Moczar, falco, antisemita, supercapo della sicurezza. Polanski, rivelano i dossier, «aspettò fino al 10 febbraio 1957 il permesso di recarsi dalla sorella a Parigi».
VITA DI POLANSKIVenne l´onda lunga del disgelo, la stampa di regime si apriva al mondo, e a Cracovia i media liberal erano protetti dal giovane vescovo Karol Wojtyla. Polanski chiese ancora di tornare a Parigi: 1958, poi 1959. «Lavora insieme a Robert Ménégoz al film "le mille finestre", ciò può essere utile alla propaganda», annotò la SB. Ma dalla Parigi della nouvelle vague, raccontano ancora i dossier, «Polanski torna cambiato».
Gira il film-culto della nouvelle vague polacca. "Il coltello nell´acqua", è la storia premiata nel mondo di un privilegiato giornalista di regime che sfoggia una bella Peugeot 403 e una barca, e insieme alla giovanissima amante - la splendida Jolanta Umecka, che fu la Bardot e la Cardinale dell´est - in viaggio incontra uno studente. Il giovane ha una storia con lei, lui tenta d´ucciderlo ma non ci riesce, lei confessa al marito una notte d´infedeltà per noia, poi non sanno se andare alla polizia o non farlo per paura.
DOCUMENTI DELLA POLIZIA POLACCA SU POLANSKIEresia imperdonabile. «Il compagno Gomulka all´anteprima privata per il vertice è andato su tutte le furie», narrano i dossier. «Ha lanciato un pesante portacenere contro lo schermo». Ordinò a Moczar di passare all´azione. «Film pericoloso per la morale dei giovani», gridò il dittatore al suo potente vice, narrano gli atti. Moczar eseguì: controlli a tappeto, rapporti quotidiani su Polanski.
Dal 1962 i contratti con l´Occidente salvano il giovane regista. "Per favore non mordermi sul collo", "Rosemary´s baby" o "Chinatown" vengono mal visti da Moczar. Che intanto, alla rivolta studentesca guidata da Adam Michnik e Jacek Kuron nel febbraio 68, prima del maggio francese, aveva risposto con una repressione durissima e una purga antisemita.
Poi il vento cambia: Gomulka cade dopo la rivolta operaia di natale 1970, Edward Gierek conquista il potere e promette aperture. Polanski chiede in toni gentili e compromissori di tornare in patria per lavorare e presentare i suoi film, offre vantaggi economici al cinema nazionale. «Siamo fieri di lui, polacco di successo nel mondo, ma il compagno Krasko (potente membro del Comitato centrale, ndr) ha detto di no», scrivono i dossier.
ROMAN POLANSKIL´arresto di Polanski a Los Angeles nel 1977, per "sesso con una minorenne", viene archiviato con minuzia paranoica nel dossier: «Asocialità perversa e antisocialista». Pronti a diffamare tutta l´opposizione con lui, mentre il dissenso si riorganizza e il Kor (Comitato di difesa dei lavoratori fondato da Kuron e Michnik) è il primo bersaglio. Nel 1978 Polanski viene dichiarato "persona non grata" negli atti.
È cancellato dalla lista nera della SB solo nel 1980, con la nascita di Solidarnosc. Torna a casa, inscena pièce teatrali, presenta Amadeus e altri film girati nel mondo libero. Ma dopo il golpe di Jaruzelski (13 dicembre 1981) la tregua finisce: è di nuovo al bando. Sarà riammesso a casa solo dopo il 1989: con la rivoluzione e la caduta del muro la SB non fece in tempo ad aggiornare il dossier Polanski prima di essere sciolta.