Andrea Malaguti per "La Stampa"
Libyan School of EconomicsFred Halliday era un uomo brillante. Tendeva ad alzare il gomito di quando in quando ma parlava dieci lingue (molte mediorientali), insegnava relazioni internazionali alla London School of Economics (Lse) e sapeva distinguere i buoni dai cattivi. Era una sua ossessione. Così quando Saif al Islam, figlio del Colonnello Muammar Gheddafi, chiese di iscriversi al suo prestigioso ateneo, Halliday scosse il capo. «Io sono contrario. Si fa presto a giocarsi la reputazione internazionale».
Saif Gheddafi parla alla LSEProfetico. Era il 2002. I colleghi del board, il consiglio dell'Ateneo guidato allora da Lord Anthony Giddens, lo guardarono come si fa con i matti. Lui incassò con stile. Ma aggiunse: «Mi rimetto alla volontà della maggioranza, una cosa però vorrei che fosse chiara: prendere soldi dalla Libia è un errore madornale». La reazione dei cattedrattici fu la stessa di pochi secondi prima. Ovviamente lo ignorarono.
WIKILEAKS
Qualche anno più tardi, nel 2009, Halliday morì per colpa di un tumore implacabile, mentre Howard Davies, nuovo rettore della Lse, sentito il parere degli illustri colleghi, per la gran parte ex consiglieri di Tony Blair, decise di accettare prima un milione e mezzo dalla fondazione Gheddafi da destinare allo sviluppo dell'Ateneo, quindi un ulteriore milione di sterline dal governo di Tripoli per formare centinaia di membri - 450 per la precisione - della futura élite del potere libico. Dirigenti di aziende pubbliche e private.
A rivelarlo sono ancora una volta i file di WikiLeaks. Sir Howard Davies oggi confessa di essere piuttosto imbarazzato di fronte a questo scenario. «Il nostro voleva essere uno sforzo puramente educativo». Ma, travolto dalle polemiche, ieri sera si è dimesso. In una dichiarazione ha riconosciuto che la reputazione dell'Università «ha sofferto» a causa sua..
Libreria lseUTILI IDIOTI
Il rapporto tra la Lse e il complicato mondo del raiss è sempre stato forte e decisamente più largo del puro orizzonte accademico, ma adesso che l'angosciante visione del mondo del leader libico e dei suoi famigliari è stata consegnata ai cannoni e alla misericordiosa visione di Saif al Islam («Scorreranno fiumi di sangue»), i giorni degli abbracci, degli inchini, e soprattutto delle donazioni, scivolano sul buon nome dell'università come un veleno mortale. Ricordare è doloroso.
E non tutti hanno la stessa dignità di Shami Chakrabarti, direttrice di Liberty, gruppo di pressione per i diritti civili dell'Alma Mater, che diede il suo entusiastico appoggio all'idea di farsi finaziare con i soldi del raiss. «La verità è che siamo stati completamenti inadeguati». Utili idioti o cinici calcolatori?
blair gheddafiNEL SEGNO DI BLAIR
Il mondo della London School of Economics è sempre stato sofisticato e pieno di equilibrio. Donne dagli abiti sobri. Un filo di perle, magari, e l'espressione amabile. Uomini disinvolti in completi vecchi ma di buon taglio. Brillanti e new labour.
Sir Mark Allen, ex spia dell'MI6 e consigliere della Lse, ha avuto un ruolo decisivo nel ricucire i rapporti tra la Gran Bretagna e la Libia. È stato lui a unire Gheddafi e Blair (capaci di firmare un accordo valso alla Bp 15 miliardi di sterline) e sempre Allen ha avuto un ruolo importante nel rilascio di Al Megrahi, il terrorista condannato per la strage di Lockerbie. Lord Giddens è stato più volte in Libia e ha applaudito in prima fila il raiss a Londra definendo il suo lavoro «impressionante» e la sua figura «immensamente popolare».
Anthony GiddensLord Desai ha discusso per due ore la tesi di Saif al-Islam (rivelatasi poi un plagio, presumibilmente frutto di un ghostwriter) sottolinenadone la «tensione ideale». E la dottoressa Alia Brahimi, astro nascente dell'universo accademico britannico, è stata spesso a Creta per concordare con il figlio di Gheddafi l'uso delle generose offerte. «Non ho nulla di cui chiedere scusa. Saif mi diceva di essere pronto a grandi riforme liberali. Ero certa che amasse il suo popolo».
Un abbaglio collettivo, insomma. Ma in questo zelo pubblico che aveva contagiato una delle istituzioni più importanti e progressiste della Gran Bretagna ferveva un eccesso, uno spreco che non dava tregua. Innocente o doloso che fosse.
Sir Karl Popper, professore di Scienze Economiche e Politiche alla Lse, era solito dire con la chiarezza degli illuminati: «Conoscenza, scienza e libertà. Tutto dipende dalla capacità di distinguere tra una società aperta e i suoi nemici». Lo diceva anche Fred Halliday, magari con altre parole.