1 - ECCO IL VIDEO IN CUI PROVEREBBE CHE "OSAMA INVECCHIATO" È IN REALTÀ UN'ALTRA PERSONA...
http://tv.repubblica.it/dossier/morte-bin-laden/al-qaeda-falsi-i-filmati-di-obama/68000?video=&ref=HRER1-1
2 - FALSO IL VIDEO DI OSAMA INVECCHIATO...
(RAI-NEWS) - Il sito filo-integralistico on-line 'Shoumoukh al-Islam', noto negli ambienti dell'anti-terrorismo quale principale diffusore dei filmati realizzati da o per conto di al-Qaeda, ha denunciato come artefatto e manipolato il video, uno dei cinque trovati nel covo in Pakistan e poi resi pubblici dal Pentagono in cui si vede Osama bin Laden invecchiato.
"Attenzione, state attenti all'America mentitrice", esorta una didascalia che compare nel corso del filmato, lungo quasi una decina di minuti e visibile su YouTube. In particolare, vi si sottolineano le differenze che le effigi di bin Laden presentano per quanto riguarda naso e occhi.
osama-bin-laden-home-Il presunto falso sarebbero le riprese a uso 'privato', a differenza delle altre che furono realizzate per finalita' di propaganda e che dunque erano destinate alla divulgazione, in cui si vede il fondatore dell'organizzazione terroristica osservare immagini di se stesso in televisione: Bin Laden vi appare notevolmente invecchiato, con la barba grigia, stempiato sotto un berretto di lana, una coperta ad avvolgergli le spalle, incurvate, accucciato con il telecomando stretto in mano.
Di fatto, differenze si notano anche tra il video dello 'sceicco del terrore' non destinato alla messa in onda, e gli altri quattro, uno dei quali intitolato 'Messaggio al popolo americano': la figura del defunto capo di 'al-Qaeda' vi compare non solo con la barba tinta apparentemente di nero, ma piu' generale maggiormente curata e studiata a bella posta per lasciare una buona impressione sugli spettatori: un aspetto che ha indotto molti analisti a concluderne come Bin Laden auto-alimentasse un vero e proprio culto di se.
osama-obamaCome "risposta" a tale video, "trasmesso da mass media arabi e stranieri", 'Shoumoukh al-Islam' ne ha diffuso un altro, nel quale sostiene siano evidenti le prove dall'avvenuta contraffazione, mettendo a confronto le immagini 'peggiorative' del capo di 'al-Qaeda' con altre, anteriori, nelle quali apparirebbe con un aspetto assai migliore.
3 - I NAVY SEALS ERANO PRONTI A COMBATTERE CON I PACHISTANI...
Guido Olimpio per "Corriere.it"
Da I Navy Seals erano pronti a sostenere una battaglia con i pachistani. Ed è per questo che il contingente che ha partecipato all'operazione Geronimo era di 79 uomini. È stato Barack Obama in persona a pretendere uno schieramento più ampio. Il presidente era preoccupato che i due team incaricati di entrare nella palazzina di Bin Laden potessero trovarsi in difficoltà per la reazione pachistana. Il piano è stato rivisto e il Pentagono, dopo aver ampliato il reparto, ha impartito un ordine chiaro: evitate scontri con le truppe locali, ma, se attaccati, rispondete con tutto il fuoco disponibile.
la moglie yemenita di osama d bd d cd c fdfb aDIBATTITO VIVACE, POI LA DECISIONE - La decisione di Obama - secondo il New York Times - è arrivata dopo un dibattito vivace tra i suoi consiglieri. Inizialmente si era pensato di affidare il blitz a soli due elicotteri con 24 commandos mentre altri due velivoli sarebbero rimasti in attesa in territorio afghano pronti a intervenire in caso di emergenza. Ma era troppo rischioso. Gli americani non si fidavano - e non si fidano - dei pachistani, la possibilità di una battaglia era concreta. Ed era stata bocciata l'idea di coinvolgere Islamabad nel raid. Inoltre, gli elicotteri d'appoggio avrebbero impiegato quasi 90 minuti per portare aiuto al team DevGru.
Il generale McRaven, il responsabile della missione, ha quindi mobilitato 4 elicotteri, più altri mezzi. E ciò ha salvato probabilmente la missione. Perché uno dei Blackhawk - un modello sofisticato - ha avuto un'avaria e quello di appoggio ha potuto dare supporto ai commandos che altrimenti sarebbero rimasti a terra. Nel caso che i pachistani, messi in allarme dalle sparatorie ad Abbottabad, si fossero mossi - aggiunge il quotidiano - era previsto che il capo di Stato maggiore Mullen avrebbe chiamato d'urgenza la sua controparte per informarla.
I NAVY SEALS IN AZIONE NOTTURNADUE IPOTESI - Durante la fase più calda dell'operazione, aerei da ricognizione e velivoli radar hanno monitorato le reazioni delle truppe pachistane. Facevano le vedette per dare tempo ai Seals di rastrellare i computer e la documentazione trovata nel rifugio del capo di Al Qaeda. Il New York Times ha confermato poi che la Casa Bianca aveva considerato due ipotesi per Bin Laden.
Se lo catturavano vivo doveva essere interrogato sulla portaerei Carl Vinson, in navigazione nel Mar Arabico, dove erano in attesa funzionari e legali. Se invece fosse stato ucciso si doveva procedere a un funerale musulmano. Cosa che è avvenuta sempre sulla Vinson. La fonte citata dal quotidiano, però, conferma che tutti pensavano che sarebbe finita con la morte di Bin Laden, perché avrebbe opposto resistenza o si sarebbe suicidato con una cintura esplosiva.
LEON PANETTA4 - FONTI USA,PAKISTAN PRONTO A FAR INTERROGARE MOGLI...
(ANSA-REUTERS) - Il Pakistan potrebbe presto consentire agli Stati Uniti di interrogare le mogli di Osama bin Laden che erano presenti nel covo al momento della sua uccisione, la scorsa settimana. Lo afferma un funzionario statunitense informato sulla vicenda. "I pakistani ora sembrano voler consentire l'accesso. Auspicabilmente, agiranno in linea con i segnali che abbiamo ricevuto". Al momento non si registrano commenti da parte della Casa Bianca.
5 - PAKISTAN, MEDIA RIVELANO PRESUNTO NOME DI CAPO SEDE CIA A ISLAMABAD...
(LaPresse/AP) - I media pakistani hanno nuovamente rivelato il nome di un uomo che sostengono sia il capo della sede Cia a Islamabad. A dicembre, infatti, la Cia ha sollevato dall'incarico il capo della sede della capitale dopo che la sua identità era stata fatta trapelare dai media. Il portavoce dell'intelligence pakistana non ha voluto commentare, ma secondo quanto appreso da Associated Press il nome sarebbe sbagliato.
Sono emersi sospetti secondo cui il nome del presunto capo della sede Cia di Islamabad sia stato fatto trapelare appositamente dall'Isi, l'agenzia di intelligence pakistana. L'azione sarebbe stata orchestrata per vendicare il fatto che gli Stati uniti abbiano rivelato il nome del capo dell'Isi a seguito degli attacchi terroristici del 2008 a Mumbai, in India. L'agenzia ha negato di essere responsabile della notizia. Anche il direttore del canale televisivo privato Ary, Mazhar Abbas, ha detto che i giornalisti hanno avuto il nome da una fonte, denunciando le accuse secondo cui invece sarebbe stato fornito loro da un ufficiale.
parigi6 - BIN LADEN: BLITZ CONCORDATO 10 ANNI FA DA USA E PAKISTAN - GUARDIAN, INTESA BUSH-MUSHARRAF AUTORIZZAVA AZIONI UNILATERALI...
(ANSA) - Stati Uniti e Pakistan siglarono dieci anni fa un accordo segreto che autorizzava operazioni come il blitz nel quale è stato ucciso Osama bin Laden. Lo rivela il quotidiano britannico Guardian. L'accordo fu firmato alla fine del 2001, dopo la fallita operazione Usa sulle montagne di Tora Bora, dall'allora presidente George W. Bush e dal generale Pervez Musharraf. In base all'intesa, il Pakistan autorizzava le forze Usa a condurre raid unilaterali in territorio pachistano finalizzati alla ricerca di bin Laden o del suo vice Ayman al Zawahri. Una volta effettuato il raid, entrambe le parti concordarono, il Paskistan avrebbe protestato a gran voce.
"C'era un accordo tra Bush e Musharraf in base al quale se noi avessimo saputo dove si trovava bin Laden avremmo potuto andare lì e prendercelo", ha rivelato un ex funzionario americano a conoscenza di molte questione legate all'anti-terrorismo. "I pachistani avrebbero gridato allo scandalo ma non ci avrebbero fermato". La rivelazione getta nuova luce sulle polemiche tra Stati Uniti e Pakistan seguite all'uccisione di bin Laden nel bunker di Abbottabad. Giorni fa proprio Musharraf, oggi leader di un partito di opposizione in esilio a Londra, si è dimostrato uno dei più critici nei confronti del blitz definendolo "una violazione della sovranità del Pakistan".
SOSTENITORI DELLA LEGA ISLAMICA BRUCIANO BANDIERA USA A MULTAN7 - TERRORISMO: FRANCIA, SEI PRESUNTI JIHADISTI FERMATI A PARIGI...
(ANSA) - Sei presunti fondamentalisti islamici sono stati fermati ieri a Parigi e nella regione parigina nel quadro della lotta contro le filiere della jihad: é quanto riferiscono fonti della polizia francese, in un periodo in cui la Francia dice di temere "rappresaglie" dopo la morte del capo di al-Qaida Osama Bin Laden. Sempre secondo le fonti, i presunti membri di queste filiere viaggiano molto spesso tra la Francia e la zona di frontiera tra Pakistan e Afghanistan. Diversi appartamenti sono stati perquisiti. Ieri, il ministro dell'Interno, Claude Gueant, ha detto che non ci sono elementi "concreti" sul rischio di attentato. Nei giorni scorsi, il capo dell'intelligence transalpina, Bernard Squarcini, ha affermato che la Francia è l'obiettivo n.2 dei terroristi.