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DIN DON DAN, VERZÈ FA PER TRE! - IL FONDATORE DEL SAN RAFFAELE NON CI STA A SOTTOSCRIVERE IL PIANO LACRIME E SANGUE PROPOSTO DALLE BANCHE CREDITRICI PER RIPIANARE IL BUCO DELL’ISTITUTO – IL NOVANTENNE SACERDOTE-IMPRENDITORE AVREBBE DETTO AI SUOI FEDELISSIMI: “NON SERVONO CERTO GLI ADVISOR PER PORTARE I LIBRI IN TRIBUNALE” - MA SERVONO SUBITO 150 MLN, E L’AIUTO NECESSARIO POTREBBE ARRIVARE DALL’AMICO SILVIO E DAI FONDI ESTERI…

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Walter Galbiati per "la Repubblica"

Berlusconi e Don Verzé

Don Verzè non ci sta. E chiama in suo aiuto i fondi internazionali e Silvio Berlusconi. Il piano lacrime e sangue presentato dalle banche per salvare l´ospedale San Raffaele non convince fino in fondo Don Luigi Verzè, soprattutto là dove si parla di governance e tagli.

Il giro di parole usato negli obiettivi del piano è tranquillizzante: «Definizione di un assetto di governance nella Fondazione che, fermo restando il ruolo centrale e di riferimento del suo Fondatore, Don Luigi Verzè, dei principi ispiratori che questi ha promosso, nonché dei suoi principali collaboratori, consenta attraverso l´inserimento di soggetti professionalmente di riconosciuto standing ed indipendenza, di superare l´attuale crisi e di porre le basi per la futura crescita dell´ospedale, della ricerca e dell´università».

Non ci è voluto molto però per capire che quel «ruolo centrale» era solo formale, visto che le deleghe operative sarebbero passate nelle mani di uomini di fiducia delle banche, a partire da Carlo Salvatori, candidato a sostituire in tutto e per tutto Mario Cal, l´alter ego di Don Verzè all´interno del consiglio della Fondazione.

BERLUSCONI DON VERZE

Il ruolo del fondatore sarebbe diventato quello di una presenza formale e di prestigio senza più alcun potere decisionale. I previsti tagli hanno poi creato quell´aria da liquidazione che non è per niente piaciuta a Don Verzè, il quale avrebbe sussurrato ai suoi fedelissimi che «non servono certo gli advisor per portare i libri in Tribunale». Le minacce di dimissioni di Maria Grazia Roncarolo, direttore scientifico dell´Istituto Scientifico Universitario San Raffaele, avrebbero fatto il resto. Da qui la lapidaria promessa di Don Verzè alle prime linee dell´ospedale: «Finché ci sarò io non cambierà nulla».

ospedale_san_raffaele_milano

Così un po´ per problemi tecnici, un po´ per le divergenze di vedute con gli advisor, il consiglio di amministrazione che doveva tenersi entro i primi giorni di maggio per approvare la manovra finanziaria è stato rinviato a fine mese. E parallelamente agli advisor, Don Verzè si è mosso per cercare una soluzione alternativa, chiedendo l´intervento dell´amico di sempre, Silvio Berlusconi, e iniziando a valutare l´interesse di alcuni fondi internazionali.

Maria Grazia Roncarolo

Il premier, col quale è in programma un incontro, avrebbe offerto la sua disponibilità, ma sempre in accordo col piano delle banche, mentre alcuni fondi internazionali avrebbero manifestato la volontà di entrare nel capitale del San Raffaele, il cui valore d´impresa è stato stimato in 1,6 miliardi di euro.

Senza un nuovo finanziamento l´ospedale non ha alcuna possibilità di sopravvivere. Servono 150 milioni di euro subito e chi li metterà sul tavolo probabilmente deciderà anche le sorti del San Raffaele.

 


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