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E MO’ SO BLITZ AMARI - DOPO GLI ELOGI IN PATRIA, OBAMA AFFRONTA LO SCAZZO NEL RESTO DEL MONDO - L’ONU VUOLE CHIAREZZA SU POSSIBILI VIOLAZIONI DI LEGGI INTERNAZIONALI, ESECUZIONI O TORTURE - LA CASA BIANCA RISPONDE CON VERSIONI DEI FATTI DISCORDANTI - ANCHE I PAKISTANI, ACCUSATI DI COMPLICITA’ CON AL QAEDA, SI SONO INVIPERITI: “DIMEZZATE I MILITARI SUL NOSTRO TERRITORIO E BASTA RAID” - ISLAMABAD TEME LA CIA CHE, DOPO BIN LADEN, POTREBBE ‘TERMINARE’ ALTRI SUPER-RICERCATI, SCAVALCANDO I SERVIZI SEGRETI LOCALI…

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Maurizio Molinari per "la Stampa"

osama la protesta degli integralisti

Il Pakistan chiede agli Stati Uniti di dimezzare la presenza militare sul suo territorio mentre i nuovi dettagli trapelati sul blitz smentiscono quanto affermato in precedenza dalla Casa Bianca: i rapporti con Islamabad e la ricostruzione dell'uccisione di Osama bin Laden sono i due delicati nodi politici con cui il presidente Barack Obama si trova a fare i conti.

Il fronte pakistano è quello più rovente. Il capo delle forze armate di Islamabad, generale Ashfaq Kayani, ha recapitato un brusco duplice messaggio a Washington chiedendo di «dimezzare da subito» i 275 militari Usa presenti in Pakistan per partecipare ad attività di antiterrorismo e di «evitare nuovi raid sul nostro territorio», minacciando in caso contrario di «rivedere la nostra intera cooperazione militare e di intelligence con gli Stati Uniti al livello minimo».

osama la protesta degli integralisti

Affinché l'irritazione fosse inequivocabile, Kayani ha accusato il Pentagono di aver «oscurato i nostri radar» durante il blitz su Abbottabad, decidendo in segno di protesta di cancellare la prevista presenza a Bruxelles per la riunione fra i vertici militari di tutti i Paesi impegnati a sostenere la guerra in Afghanistan contro i taleban.

Le mosse di Kayani vogliono essere una risposta esplicita a Leon Panetta, il capo della Cia che ha accusato il Pakistan di essere stato «complice di Bin Laden o incompetente» nel dargli la caccia. Per Vali Nasr, ex consigliere su Afghanistan-Pakistan di Hillary Clinton, «il Pakistan è preoccupato perché la Cia ha dimostrato di possedere un network di intelligence capace di mettere a segno operazioni importanti sul territorio, alle spalle dei servizi segreti locali».

osama la protesta degli integralisti

Ciò significa che dopo aver trovato Bin Laden, la Cia potrebbe essere adesso sulle orme di altri super-ricercati come il Mullah Omar, ex capo dei taleban, e Sirajuddin Haqqani, leader del network terroristico che bersaglia le forze della Nato in Afghanistan. Fonti governative Usa fanno trapelare sul «Wall Street Journal» che la caccia dell'intelligence americana al «network pachistano» che ha protetto Bin Laden in questi anni punta proprio sui mujaheddin di Haqqani e il gruppo islamico Lashkar-eTaiba, autore degli attentati di Mumbai alla fine del 2008. E ieri è arrivata la notizia che i servizi pachistani hanno arrestato tre stranieri di nazionalità imprecisata ad Abbottabad.

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L'Amministrazione Obama sembra convinta che le connivenze con Al Qaeda non tocchino il generale Kayani e il generale Ahmed Shuja Pasha, capo dell'intelligence. Come ribadisce il Segretario di Stato Hillary Clinton da Roma, «i nostri rapporti con Islamabad restano saldi e di importanza vitale» ma le indagini partite dai risultati del blitz di Abbottabad sembrano destinate a metterli a dura prova.

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Sul fronte interno la Casa Bianca deve proteggersi dalle critiche crescenti dei media sulle contraddizioni che continuano ad accumularsi nella ricostruzione del blitz. Fonti governative Usa ieri hanno affermato che Bin Laden è stato ucciso mentre aveva «a portata di mano» un Kalashnikov e una pistola Makarov, smentendo le precedenti versioni secondo cui aveva sparato o era disarmato. Smentito anche che si sia fatto scudo con il corpo di una delle mogli, mentre la ricostruzione dello scontro a fuoco viene molto ridimensionata, limitando al corriere Sheik Abu Ahmed, subito ucciso, gli spari contro i Navy Seals.

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Anche riguardo all'incidente all'elicottero Black Hawk la dinamica viene modificata: il blocco dei comandi sarebbe stato originato non da «guasti tecnici» o «eccesso di calore» dovuto a un razzo, bensì dall'aver urtato con la coda uno dei muri esterni .

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La Casa Bianca si difende spiegando, attraverso il portavoce Jay Carney, che i Navy Seals stanno «ancora ricostruendo nei briefing con i loro superiori i dettagli di quanto avvenuto» ma l'impressione che ne esce è una mancanza di coordinamento che indebolisce la credibilità del presidente. Come se non bastasse, pure l'Onu incalza la Casa Bianca: l'Alto commissario per i Diritti Umani, Navi Pillay, chiede tutta la verità sull'attacco e «spiegazioni» su «violazioni di leggi internazionali, esecuzioni extragiudiziali e interrogatori con torture» che avrebbero costellato il blitz.

 


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