Mirko Molteni per "Libero"
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La denuncia arriva da uno dei più noti giornali di Hong Kong, l'anglofono South China Morning Post, che ha riportato testimonianze di funzionari pubblici di varie province cinesi proprio mentre il nuovo presidente del Paese, Xi Jinping, da poco insediatosi, ha tenuto al Consiglio di Stato un lungo discorso contro la corruzione «che rischia di minare la legittimità del Partito Comunista Cinese».
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Rischio tangibile se si considera che le inchieste ufficiali indicano in ben 13.000 i funzionari pubblici, che dal 2008 a oggi, dai livelli locali a quelli nazionali, sarebbero implicati in richieste o incamerazioni effettive di tangenti. Il giornale di Hong Kong riporta in particolare le parole di un funzionario della provincia del Fujian che spiega come negli ultimi tempi i politici corrotti, pur di non rinunciare a lussi illeciti, e magari anche alla lussuria, abbiano perfino accettato di rifugiarsi in vere «catacombe» dorate pur di non farsi scoprire.
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CATACOMBE
Spiega l'anonimo testimone: «Le cantine degli edifici pubblici sono state rinnovate per ospitare gli chef dei ristoranti migliori. Ora sembrano più lussuose dei ristoranti a 5 stelle, con sale private e pasti prelibati. In questo modo non c'è bisogno di andare fuori. Questo non succede solo da noi ma in molti altri posti». E un suo collega rincara: «Ogni anno riceviamo dal governo centrale un budget relativo alle nostre spese.
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La cifra è sempre stata molto alta, ma non potendo spendere soldi fuori era difficile mantenerla alta anche questa volta. Rinnovare gli edifici è una spesa perfetta che verrà rimborsata». Si creano così sale segrete lontane da occhi indiscreti in cui i funzionari corrotti possono incontrare eventuali complici, intrattenersi con escort, amanti o chiunque desiderino, senza (per ora) il timore di essere pescati con le mani nel sacco.
Fra l'altro, il fatto che la corruzione istituzionale cinese si colori anche di rosa, con un florilegio di donnine a disposizione dei politici, non deve stupire più di tanto. A parte il fatto che sotto le lenzuola tutto il mondo è paese ma in Cina, la prostituzione a uso dei potenti ha anche creato nuove parole nel vocabolario corrente.
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Così, si definiscono «Seconde mogli», o «Baoernai», le donne pagate dai potenti, sia politici che affaristi, per accompagnarli per lunghi periodi come se fossero veramente un'alternativa alla vera consorte. Più limitato invece l'impiego delle «Baopo», cioè «Mogli pacchetto», ingaggiate solo per periodi più brevi come un viaggio di rappresentanza, che sia all'interno della Cina o all'estero.
Una riproposizione insomma dell'antico concubinato che sta scatenando le ire dei cittadini e anche delle associazioni femministe all'interno del Pcc. I pruriti hanno causato numerosi problemi non solo per la rispettabilità del Partito, ma anche per la ricattabilità dei politici. Così, ad esempio, lo scorso 25 gennaio sono stati licenziati 10 funzionari di Chongqing che erano caduti nella trappola di estorsori legati ad aziende edili, i quali avevano ingaggiato delle donne per sedurli e poi filmare in segreto gli incontri.
Più in generale, il fiume di denaro che non ha cessato di scorrere per meandri oscuri sta inoltre cercando nuove vie di fuga, come rileva sempre il South China Morning Post, secondo il quale è aumentato del 40% il flusso di fondi che dalle banche cinesi hanno preso la via o di Hong Kong o dell'estero (Stati Uniti), presso conti protetti.
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La reazione dei disonesti è stata diretta e rapida dopo le parole d'ordine che Xi Jinping e il suo premier Li Keqiang, ancora prima di insediarsi in marzo, avevano lanciato fin dal dicembre 2012, preannunciando tagli drastici alle spese per i banchetti nel quadro dell'Assemblea plenaria del Popolo, la cui ultima edizione ha visto in effetti diminuire le spese per portate esotiche e perfino per i contorni decorativi a base di fiori.
TUTTI A DIETA
Aveva detto la nuova leadership in quell'occasione: «Saremo molto chiari nella nostra determinazione per migliorare lo stile di lavoro e per risolvere i problemi che le masse avvertono di più. Lo stile dei funzionari comunisti, in particolar modo i più importanti fra loro, ha un impatto importante sullo stile del Partito, del governo e dell'intera società. Primi fra tutti devono essere i membri del Politburo: se vuoi che il popolo faccia qualcosa, fallo tu per primo; se vuoi che il popolo non faccia qualcosa, allora evitalo tu per primo».
Ma le annunciate misure per tracciare tutti i soldi dei politici sono ancora nel limbo delle intenzioni e da qualche mese la galassia della corruzione del Pcc si sta già riorganizzando. L'espatrio di capitali non sarebbe però una novità, se stando a quanto scrisse il NewYork Times a proposito del premier uscente Wen Jiabao, lui e la sua famiglia già avevano in gran parte spostato all'estero la loro fortuna di 2,7 miliardi di dollari, puntualmente smentita a suo tempo da Pechino.
C'è chi sostiene, però, come l'agenzia Bloomberg, che anche il neo-timoniere Xi Jinping conti su una fortuna di famiglia, non legata a sé e a sua moglie, ma riconducibile ad altri parenti, di 1miliardo di dollari, fra i quali non si può dire però se ce ne sia una parte eventualmente illecita. Di certo, il popolo cinese, sa e sopporta, a sentire un sondaggio d'opinione che il Quotidiano del Popolo aveva condotto già nel 2010 e da cui risultava che secondo il 91% degli intervistati «le famiglie ricche hanno sicuramente un retroterra politico».