1 - NAPOLI, NUOVI INTERROGATORI NELL´INCHIESTA SUI SOLDI ALL´EDITORIA...
Dario Del Porto e Francesco Viviano per "la Repubblica"
I dossier. Gli appalti. E adesso i criteri utilizzati per le provvidenze all´editoria. L´inchiesta della Procura di Napoli, partita dall´ipotesi di un «sistema informativo parallelo» destinato all´utilizzo di notizie riservate per dossier o ricatti, apre un nuovo capitolo. I pm Francesco Curcio e Henry John Woodcock, con il procuratore aggiunto Francesco Greco, indagano per comprendere se il meccanismo dei contributi all´editoria erogati dalla presidenza del Consiglio sia stato talvolta utilizzato, in questi anni, anche per elargire premi o punizioni.
Tremonti e LettaUn´ipotesi di lavoro, per il momento. I magistrati hanno sentito fra gli altri come testimoni Italo Bocchino, braccio destro di Gianfranco Fini ma anche esponente politico di riferimento del quotidiano napoletano "Roma", Daniele Capezzone, portavoce del Pdl, già direttore editoriale dell´agenzia di stampa "Il Velino" e l´attuale capo dipartimento Informazione ed editoria di Palazzo Chigi Elisa Grande.
L´indagine, che vede indagato solo un sottufficiale dei carabinieri, ruota attorno alle relazioni e agli affari di Luigi Bisignani. Ad alcuni testimoni, i pm hanno rivolto domande anche sul periodo nel quale la concessionaria di pubblicità "Visibilia" era nella disponibilità di Bisignani. Ieri la Procura ha restituito spontaneamente il materiale (fra cui 19 certificati di deposito azionario accesi presso una società anonima lussemburghese) sequestrato nelle perquisizioni nei confronti della segretaria, dell´autista e della madre di Bisignani.
Henry John WoodcockLa scelta, comunicata ieri all´udienza di Riesame sul ricorso degli avvocati Fabio Lattanzi e Gianpiero Pirolo, conferma la volontà dei pm di non scoprire le carte. Martedì sera hanno chiesto e ottenuto di essere sentiti dai magistrati l´imprenditore Anselmo Galbusera e il manager Angelo Rovati, destinatari poche ore prima delle perquisizioni disposte nell´immobile di via della Mercede a Roma nell´ambito del filone sull´appalto per il riordino del sistema informatico della presidenza del Consiglio. Gara che, ha precisato in una nota Palazzo Chigi «ha consentito un´ottimizzazione dei costi e una razionalizzazione delle risorse precedentemente ripartite su oltre 50 società».
Francesco GrecoLa procedura, si legge ancora, «è stata espletata ai sensi dell´articolo 17 del codice degli appalti, ha visto coinvolte primarie società di servizi munite del prescritto nulla osta e già operanti presso amministrazioni pubbliche» e ha ricevuto il «parere del tutto favorevole» dell´ente preposto alle valutazioni di «congruità economica».
Palazzo Chigi ricorda che il prefetto di Roma «non ha alcuna competenza nelle procedure di appalto della Presidenza del Consiglio» e spiega che Italgo, la società di Galbusera, «inizialmente non invitata, è stata successivamente ammessa a presentare offerta in un raggruppamento temporaneo d´impresa su richiesta della Selex service management come previsto dal disciplinare di gara e dalla vigente normativa. La gara è stata aggiudicata al prezzo più basso e ha consentito un risparmio annuo del 15 per cento».
Bocchino2 - I PM DI NAPOLI, LA P4, E LO STRANO TEMPISMO DI ATTACCARE LETTA E SCARONI ALLA VIGILIA DELLE NOMINE...
Marcello Zacché per "Il Giornale"
Questa sembra una di quelle volte in cui a pensar male ci si azzecca. E poco importa se si fa anche un piccolo peccato. Ma capita che nei giorni decisivi per le nomine delle società a controllo pubblico, un'inchiesta giudiziaria della procura di Napoli, guidata dal noto pm Henry John Woodcock e da Francesco Curcio, insinui veleni e sospetti intorno al più grande gruppo industriale italiano, l'Eni, e al suo ad Paolo Scaroni. Coinvolgendo anche il sottosegretario alla presidenza del consiglio, Gianni Letta.
Entrambi (Letta c'è già stato, Scaroni è atteso a giorni) sono chiamati a testimoniare in merito all'esistenza di un'associazione segreta (detta «P4»), che avrebbe al centro il manager di relazioni istituzionali Luigi Bisignani e che - attraverso l'uso di informazioni ottenute anche dai servizi segreti - sarebbe in grado sia di interferire nelle «funzioni di organi costituzionali» sia di esercitare pressioni attraverso «attività di dossieraggio».
Né Scaroni, né Letta sono indagati. Ma il solo loro ventilato coinvolgimento in un'inchiesta di cui per ora si sa nulla, ne indebolisce la posizione. E questo avviene quando mancano solo 30 giorni alla presentazione delle liste per il rinnovo dei vertici di Eni, Enel, Finmeccanica, Terna e Poste.
Angelo Rovati e Romano ProdiOltre che di tutta una serie di società controllate e collegate che, secondo un calcolo fatto da tempo del Giornale, riguardano il 15-16% del nostro Pil e mezzo milione di lavoratori. Il 4 aprile vanno presentate le liste dei cda (9 membri) di Eni ed Enel. Tre giorni prima scadono i termini per quelle di Poste e Finmeccanica (rispettivamente 9 e 5 posti in cda). Per Terna (altri 9 posti) c'è qualche giorno di più.
marco milaneseLa partita la gioca prima di tutto Silvio Berlusconi, che si muove di concerto con Letta. Mentre l'altro protagonista è Giulio Tremonti che, da ministro dell'Economia, detiene i pacchetti azionari di controllo. E tra i due, è noto, la rivalità sul fronte delle nomine (come si è visto per Consob ed autorità dell'Energia, dove l'ha spuntata Tremonti), è all'ordine del giorno. Per questo un indebolimento di Letta ha un bel peso in questa partita.
PAOLO SCARONIAnche se a Roma fanno notare come pure Tremonti sia stato a suo tempo toccato da una vicenda giudiziaria: è l'«operazione Malta», un'inchiesta su frodi fiscali, anche questa della procura di Napoli, che coinvolge il braccio destro del ministro Marco Milanese, e per la quale è stato sentito una volta anche lo stesso ministro. Parità? Non si sa, ma pare che Berlusconi abbia di recente detto che: «O trovate un accordo o decido io da solo». Che qualcuno interpreta come un mantenimento dello status quo.
PIER FRANCESCO GUARGUAGLININel merito, per quanto riguarda le cariche operative, è difficile pensare che la posizione di Scaroni, possa indebolirsi. Soprattutto alla luce della vicenda libica: sono in gioco il 10% del nostro gas e il 25% del petrolio. Cambiare il capo dell'Eni proprio adesso pare una follia. E se non cambia Scaroni, che occupa la casella più alta, rimangono al loro posto anche Fulvio Conti, ad dell'Enel, e Flavio Cattaneo ad di Terna (che ha ribadito anche ieri di non voler muoversi). Mentre negli ultimi giorni si è rinforzata la posizione di Pier Francesco Guarguaglini, gran capo di Finmeccanica, che rimarrebbe presidente ottenendo deleghe importanti come quella per l'estero.
Mentre nella posizione di ad potrebbe arrivare un manager del gruppo come Giuseppe Orsi (Augusta Westland), gradito alla Lega. Politicamente, nelle presidenze e nei cda cambieranno gli equilibri tra finiani e Udc da un lato (tutti in uscita) e la Lega, appunto, che si rafforzerà: potrebbe collocare Giancarlo Galan all'Enel o Massimo Ponzellini all'Eni al posto dei presidenti Piero Gnudi e Roberto Poli giunti già al quarto mandato. O puntare al vertice delle Poste dove il presidente Giovanni Ialongo è in uscita.