1- DAGOREPORT
Nei corridoi di Viale Mazzini c'è solo una certezza: Lorenza Lei sta per essere nominata direttore generale. Ma il venticello che scorre tra le ampie vetrate del palazzo Rai porta anche diversi sussurri. C'è chi giura che il successore in gonnella di Sado-Masi voglia approfittare della luna di miele con stampa e consiglieri d'opposizione per presentare nel giro di pochi giorni alcune nomine pesanti e marchiare a fuoco la sua direzione.
I boatos parlano addirittura dell'arrivo a Raiuno, sulla poltrona di Mauro Mazza, di Carlo Nardello, prima al marketing con la berlusconina Deborah Bergamini, poi a Raitrade; mentre per Gianluigi Paragone si aprirebbero le porte di Raidue, al posto dell'eterno partente Massimo Liofredi.
Gianluigi ParagoneDopo essersi auto-candidato al post-Minzolini, starebbe giocando le sue carte per la direzione della rete ammiraglia anche il direttorissimo del Gr Antonio Preziosi, forte della sua amicizia di ferro con Roberto Gasparotti, inseparabile responsabile dell'immagine televisiva del Banana.
2- IL BUCO DI BILANCIO RAI PRIMO OSTACOLO PER LA LEI
Paolo Festuccia per "La Stampa"
La parola fine la scrive il consigliere di maggioranza della Rai, Antonio Verro: «L'unico nome che uscirà dal cda per la nomina del direttore generale della Rai sarà quello di Lorenza Lei». Fine della discussione. Una partita, per la verità, assicurano dal settimo piano di viale Mazzini, «che non è mai esistita». Tant'è che proprio Verro (il cui nome nei giorni scorsi, tra l'altro, era tra quelli in corsa per la poltrona di Dg) «auspica che ci sia unanimità sul nome della Lei al fine di dare forza e autonomia al nuovo direttore».
antonio preziosiMa soprattutto per rilanciare la Tv pubblica: forte negli ascolti (si pensi che domenica scorsa solo la diretta dalle 9 alle 12 dei canali digitali «Dixit Storia» di Minoli sulla beatificazione di Giovanni Paolo II hanno totalizzato quasi 2 milioni di ascolti), ma debole nelle casse e soprattutto nel mercato.
MAURO MASI CHANSONIER CON LITTLE TONYE la Lei, manager di prodotto e finanza, cresciuta alla scuola di Agostino Saccà e nemica giurata di sprechi, benefit e privilegi, è ormai a un passo dal traguardo. Già oggi pomeriggio il cda (alle 17) potrebbe indicarla alla successione di Mauro Masi in vista dell'assemblea degli azionisti convocata per domani alle 11. E quindi, una volta raggiunta l'intesa la nomina verrà formalizzata a seguire, nel cda.
MAURO MASI CHANSONIER CON LITTLE TONYE così, viste le premesse della vigilia, la Rai domani stesso potrebbe avere un nuovo capo azienda, al posto del dimissionario Mauro Masi, che ieri, dopo aver rimesso il mandato ha rivendicato di aver «ascoltato tutti ma deciso con la propria testa», ma soprattutto di non aver mai censurato nessuno: «In questi due anni in Rai - ha spiegato - non ho digerito due cose: quando mi si dice che prendo ordini da fuori e quando mi si accusa di essere stato un censore».
ROBERTO GASPAROTTIDa domani, comunque, si cambia. Il nuovo Dg troverà un'azienda con 116 milioni di euro di passivo, una trimestrale pubblicitaria negativa, e i palinsesti autunnali ancora da approvare. Insomma, una Rai in forte difficoltà, condizionata dalla tensioni politiche e da un pesante scontro sindacale interno, che portò addirittura alla sfiducia totale da parte dei giornalisti dell'ex Dg.
FEDELE CONFALONIERINon sarà facile, dunque, per chi assumerà l'incarico (avrà a disposizione meno di un anno, il suo mandato scadrà con l'esercizio di bilancio del prossimo anno insieme al cda) rimettere in sesto il bilancio, dare attuazione al piano industriale (annunciato nei mesi scorsi ma fermo al palo), trovare la sintesi in cda per varare un corposo pacchetto di nomine indispensabili per la governance aziendale.
SACCa'Nomine che invece Masi, in questi mesi, non è mai riuscito a portare avanti: sia per le difficoltà incontrate in consiglio, sia per la mancanza di concertazione sui nomi proposti.