Da Italia Oggi
GIANFRANCO FINI1 - SI STAVA MEGLIO QUANDO SI STAVA PEGGIO. FINI RIESUMA I TEMPI DELLA BALENA BIANCA...
Il presidente della Camera dei deputati Gianfranco Fini «resuscita» Jerry White, ovvero Gerardo Bianco, il più democristiano dei diccì meridionali: a Montecitorio, nella sala del mappamondo, il leader di Futuro e Libertà domani pomeriggio presenterà la nuova, ennesima, fatica editoriale di Bianco, intitolata «La balena bianca».
E guarda caso l'intramontabile democristiano ha deciso di raccontare i bei tempi, cioè quelli prima del 1994 quando Silvio Berlusconi è sceso in politica: sì, perché la storia che Bianco evoca, da diretto testimone, parte dalle elezioni regionali e amministrative del maggio 1990 e continua con quelle politiche del 1992, dall'elezione del presidente della Repubblica fino alla traumatica conclusione della legislatura.
fungv 34 gerardo biancoNel volume risalta «l'ultimo servizio reso dalla Dc all'Italia», come lo definisce Bianco, con il «responsabile e determinante sostegno dei suoi gruppi parlamentari» ai governi guidati da Giuliano Amato e da Carlo Azeglio Ciampi per affrontare una drammatica situazione economica e sociale.
Quella che Bianco definisce come «la storia di un naufragio evitato»: un politico che apparentemente appare lontanissimo da Fini, sia per formazione che per cultura, ma che oggi a Gianfranco serve (e molto) per ricordare quella prima repubblica dove il sistema proporzionale dominava la scena politica, senza la presenza del Cavaliere. E insieme a Fini parteciperanno alla presentazione anche Giuseppe De Rita, Piero Craveri, Andrea Riccardi e Giuseppe Vacca: ovvero un sociologo e tre storici, tutti di lungo corso, amici da una vita dell'autore.
Un politico che a settembre festeggerà i suoi primi ottanta anni, sempre pronto a evocare con nostalgia il passato, come dimostra questa sua frase: «In un mondo politico, come quello di oggi, in cui si gioca una partita senza ormai più riferimenti culturali, si sente forte la mancanza della lezione che proviene dal popolarismo sturziano». Sarà d'accordo anche Fini, con questo rimpianto doc di un democristiano? Italo Bocchino è avvisato. (Pierre de Nolac)
RENATO BRUNETTA2 - BRUNETTA PERDE LA PARTITA ARAN...
È riuscito a sventare il rischio, assai concreto appena arrivato a Palazzo Chigi, che l'Aran, uno dei bracci operativi nella riforma della pubblica amministrazione, fosse espressione del mondo della Cgil. Il ministro della funzione pubblica, Renato Brunetta, non ha vinto però l'ultimo match della partita, quello della nomina del presidente dell'Aran, l'agenzia per la contrattazione del pubblico impiego. È il soggetto a cui il governo detta le linee guida per i rinnovi dei contratti dei dipendenti pubblici, affida il compito delle trattative con i sindacati sui permessi e sulle interpretazioni autentiche delle norme contrattuali.
Arrivata alle battute finali la partita per le nomine, dopo un anno e mezzo di commissariamento dell'Agenzia, Brunetta ha messo da parte il suo candidato naturale, il veneziano Enrico Mingardi, oggi vicecommissario dell'ente, e ha optato per un tecnico, Sergio Gasparrini, da anni dirigente di primo piano della stessa agenzia. Figura che ha incassato nei giorni scorsi anche il parere favorevole della Conferenza delle regioni. In arrivo ora i decreti di nomina dei 4 del collegio di indirizzo. Mingardi, secondo quanto risulta a ItaliaOggi, dovrebbe essere nella rosa in quota Funzione pubblica.
A ricoprire gli altri tre posti, in pole Harold Bonura, universitario, esperto di diritto amministrativo, indicato da Comuni e Province, Giampiero Proia, sempre universitario ma esperto di diritto del lavoro, indicato dalle Regioni e pare supportato in particolare dalla governatrice del Lazio, Renata Polverini. Ultimo, indicato dal ministero del Tesoro, Silvia Genovese, dirigente della Ragioneria generale dello stato.
Con Gasparrini, si delinea così un Aran di profilo più tecnico che politico, come del resto richiede il decreto 150/2009 che parla di esperti in materia di economia del lavoro, diritto del lavoro, politiche del personale e strategia aziendale, anche estranei all'amministrazione.
MICHELA VITTORIA BRAMBILLALa figura più ai margini pare essere proprio quella di Mingardi. Ex assessore alla mobilità del comune di Venezia con Massimo Cacciari, consigliere d'amministrazione e presidente di alcune importanti aziende nel settore dei trasporti pubblici, Mingardi fece scalpore con il voltafaccia di San Valentino: appellandosi al suo essere «tecnico», e dunque terzo rispetto alla politica, per le elezioni comunali lasciò il centrosinistra, che sfoderava come sindaco Giorgio Orsoni, per appoggiare la candidatura Pdl di Brunetta.
L'operazione lagunare andò come andò e Mingardi è approdato poco dopo all'Aran, con l'incarico di vicecommissario. Lungo la strada per la sua presidenza si sono però frapposte alcune difficoltà, tutte ben evidenziate a Palazzo Vidoni nell'intento di evitare attacchi e strumentalizzazioni: per esempio la carica politica ricoperta in passato, che potrebbe far parlare di incompatibilità.
E poi il curriculum. Del «signor Mingardi», si legge in un'interrogazione che il parlamentare Oriano Giovanelli (Pd) presentò in occasione della nomina di Mingardi a vicecommissario. Questioni che, stando ai rumors di minoranza di Palazzo Vidoni, terrebbero in ballo fino alla fine Mingardi addirittura per l'incarico di semplice componente. (Alessandra Ricciardi)
3 - E LA BRAMBILLA BRINDA A CHI NON HA FATTO FESTA...
Il ministro per il turismo Michela Vittoria Brambilla brinda ai risultati economici dei negozi aperti il primo maggio: «È stato un successo», ha detto, aggiungendo di essere al lavoro su un disegno di legge in materia. Nei giorni scorsi il ministro aveva invitato i comuni italiani a prevedere l'apertura nei giorni festivi, compreso il primo maggio.
Per Brambilla, «le città che hanno risposto a questa sollecitazione hanno avuto risultati molto positivi, che hanno finalmente posto le nostre realtà sullo stesso piano delle grandi capitali europee del turismo». Il passo successivo, per Brambilla, è prevedere «in tutti i comuni a vocazione turistica la liberalizzazione degli orari. Il testo al quale lavoro da settimane si muove proprio in questa direzione: liberalizzare, deregolamentare e semplificare».
«Se poi aggiungiamo il fatto che il ministero dei Beni culturali, secondo quanto previsto dalla nuova valorizzazione del turismo dell'arte e della cultura definita nel nostro Codice del Turismo, ha garantito l'apertura di oltre 350 tra musei, monumenti e siti archeologici e addirittura, per la prima volta, di archivi e biblioteche, possiamo davvero parlare di un grande passo in avanti per l'Italia», ha detto la ministra del turismo.
BONANNI«Musei e negozi aperti nei giorni di festa garantiscono maggiori servizi per tutti, oltre a rendere più attrattive e competitive le città d'arte e le località turistiche italiane, adeguandole a quella che in Europa e in tanti altri grandi paesi è già una realtà».
Quanto alle polemiche che hanno accompagnato la festa dei lavoratori, il ministro precisa che: «Esistono i diritti dei lavoratori e nessuno intende, in alcun modo, prevaricarli ma esiste anche il diritto di un commerciante di organizzare la propria attività nel modo che considera più adeguato per poter offrire, sia pure nel rispetto delle leggi vigenti, un adeguato servizio ai cittadini. È questo che hanno chiesto le associazioni di categoria e in particolare la Confcommercio». (Donato de' Bardi)
4 - BONANNI PREGA PER I GIOVANI...
Per risolvere la drammatica emergenza occupazionale dei giovani italiani, non basterà il programma economico del governo Berlusconi, pur promosso a pieni voti, ma servirebbe un miracolo.
E così ieri Raffaele Bonanni, segretario della Cisl, al termine del consiglio generale dell'organizzazione, ha annunciato una veglia di preghiera in tutte le diocesi, insieme alle Acli e alle associazioni che si rifanno alla dottrina cattolica, «per chiedere alle istituzioni una maggiore attenzione sui giovani». L'appuntamento è per il prossimo 10 maggio, a pochi giorni dalla beatificazione di Wojtyla, il papa dei giovani e del lavoro. (Alessandra Ricciardi)