Franco Bechis per "Libero"
Gianfranco FiniSono sei le società off-shore costruite da Giancarlo Tulliani per acquistare la casa di Montecarlo da suo cognato, l'ex presidente di An, Gianfranco Fini. La clamorosa novità emerge dal fascicolo in mano al capo dei gip di Roma, Carlo Figliolia, che ieri si è riservato ancora qualche giorno per decidere se archiviare o meno l'accusa di truffa nei confronti dello stesso Fini e dell'ex segretario amministrativo di An, Francesco Pontone.
L'elenco delle 6 società costruite nel paradiso fiscale di St. Lucia emerge dalla nota riservata agli atti inviata dal premier di St. Lucia, Stephen King al ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini e da questi trasmessa alla procura di Roma. Di tutte e sei le off shore, assicura il premier di St Lucia, «Giancarlo Tulliani era il titolare effettivo ». Era sua la Printemps Ltd che acquistò da An per 300 mila euro la casa di Montecarlo.
bechis fini, tullianiEra sua la Timara Ltd che per 330 mila euro pochi mesi dopo acquistò la stessa casa da Printemps. Era di Tulliani anche la Jaman Directors Ltd a cui è stato dato all'inizio mandato per amministrare le due altre società. Ed erano sempre di Tulliani altre società di St. Lucia che si sono alternate sia nella amministrazione che nella rappresentanza delle due prime off shore acquirenti della casa di Montecarlo: si tratta della Corporate Management St Lucia Ltd,della Corporate Management Nominees Ltd e della Corporate Agent St. Lucia Ltd.
Sei società off shore costituite per fare perdere le tracce sul reale acquirente di un immobile. Un'impressionante architettura societaria che assai difficilmente è stata messa in piedi solo per comprare una casa - per quanto inconfessabile potesse essere l'operazione - a Montecarlo.
fini_casa_montecarloPer questo l'avvocato Mara Ebano, difensore dei due esponenti de La Destra di Francesco Storace (Roberto Buonasorte e Marco D'Andrea) che hanno presentato denuncia sulla vendita della casa, ha chiesto al gip Figliolia di promuovere un supplemento di indagine, anche alla luce dei nuovi risvolti sui rapporti precedenti emersi fra l'amministratore di quelle off shore, James Walfenzao, e l'ex braccio destro di Fini (ora deputato di Fli), Francesco Cosimo Proietti.
Il sospetto è che fra i beni del partito, la nuova famiglia di Fini, i suoi collaboratori e altre società offshore ci possa essere stato un giro di affari ben al di là della casa di Montecarlo. Il gip non ha riconosciuto del tutto infondata la richiesta, e si è riservato qualche giorno per decidere. Il procuratore aggiunto, Pierfilippo Laviani, ha insistito invece per l'archiviazione di Fini e Pontone dall'accusa di truffa, sostenendo che nella vendita della casa sia semmai raffigurabile un eventuale «dolo civilistico», e invitando i presentatori della denuncia a promuovere causa davanti al tribunale civile di Roma.
Piantina di Montecarlo con casa Tulliani dal Corriere dell SeraLa procura però si rifiuta di considerare parte del fascicolo le carte di St. Lucia che dimostrano senza più dubbi l'acquisto della casa da parte del cognato di Fini. La trasmissione della documentazione da parte del ministero degli Esteri viene considerata «irrituale» e le carte non utilizzabili non essendo provenute da rogatoria internazionale. L'avvocato de La Destra ha chiesto al gip di ordinare al pm l'acquisizione della stessa documentazione attraverso una rogatoria internazionale, che peraltro la procura non aveva mai avviato.
Lettera del ministro di Saint Lucia a Frattini dal "Fatto"Ieri Fini era rappresentato da due difensori di fiducia: l'onorevole Giuseppe Consolo (deputato Fli) e Francesco Compagna. Quest'ultimo dopo avere ribadito la richiesta di proscioglimento perché la truffa non sussiste, nella sua memoria in subordine sfodera l'argomento che rese celebre il ministro Claudio Scajola: se Fini davvero ha venduto la casa di An a Giancarlo Tulliani, questo sarebbe avvenuto a insaputa del presidente della Camera.
Lorenzo Rudolph Francis - ministro di giustizia dell'isola caraibica di Santa LuciaStando così le cose, Fini sarebbe non il colpevole, ma la vittima. Non il truffatore, ma il truffato dal terribile cognato, che lui immaginava solo nella parte del gentile mediatore della vendita. Più che una tesi difensiva, una barzelletta. Utile a confondere le acque, e magari anche a fare dimenticare quella vecchia promessa di Fini: se la casa di Montecarlo fosse stata di Tulliani, un secondo dopo lui si sarebbe dimesso dalla presidenza della Camera...