1 - DALL'INCURSIONE IN SONY ALL'INCENDIO DI ARUBA QUANTO SONO SICURE LE STRADE DI «CLOUD CITY»?...
Federico Cella per il "Corriere della Sera"
Uno squarcio nelle nubi solitamente è una buona notizia. Nel caso invece della «breach» nel «cloud» di Sony, l'intrusione di presunti hacker nelle due reti pubbliche della multinazionale- il Playstation Network e Qriocity -, la notizia è invece pessima. E non solo per i 77 milioni di utenti- di cui 1,5 milioni sono italiani- che si sono trovati i propri dati sensibili, carte di credito comprese, alla mercé dei ladri informatici. L'azione vincente contro i sistemi di sicurezza dell'azienda pone diversi interrogativi sull'opportunità del cloud computing, la migrazione di dati e servizi su server remoti a cui accedere attraverso la Rete.
Dovrebbe essere, e sarà, il futuro dell'informatica: tutte le grandi firme vanno in questa direzione, da Microsoft e Google ad Apple, che in questi giorni ha comprato il dominio iCloud. «Si tratta di un progresso che non può essere bloccato da un incidente, pur grave», spiega Andrea Cuneo, responsabile marketing di Playstation Italia. «Così come i virus non hanno certo fermato lo sviluppo di Windows, anzi, l'incursione nei nostri server renderà le porte di ingresso ai nostri servizi online meglio difese».
Certo è però che il caso Sony non è il primo a mettere a rischio i dati posti con fiducia online dagli utenti: pochi giorni prima era accaduto ad Amazon. E non è neanche l'ultimo: ieri un incendio ha messo fuori uso i server del provider Aruba. Non dovrebbe esserci stata in questo caso perdita di informazioni, ma- come scrivono alcuni autorevoli blogger - è evidente che a «Cloud city» iniziano a esserci non pochi problemi.
PAUL ALLEN E BILL GATES2 - L'IMPERO MICROSOFT E LE MEMORIE DI PAUL ALLEN: SFIDA ALL'OMBRA (INGOMBRANTE) DI BILL GATES...
Edoardo Segantini per il "Corriere della Sera"
Ci sono biografie scritte per celebrare un personaggio e altre pensate per demolirlo. Poi c'è una terza via, che si prefigge di raggiungere entrambi i risultati. Le memorie del cofondatore di Microsoft Paul Allen, appena pubblicate in America da Penguin, hanno un obiettivo inequivocabile fin dal titolo: «Idea Man» . Dove l'intento dichiarato dell'autore è quello di celebrare se stesso e demolire Bill Gates.
Io sono il visionario, colui che ha visto per primo il futuro, io sono l' «uomo idea» , dice Allen, che con la stazza del suo yacht ogni estate toglie il sole a mezza Capri. Bill è stato un ragioniere fuoriclasse, che ha trasformato la mia intuizione nell'affare più colossale di tutti i tempi. Gates «era intelligente e voleva mostrarti ogni giorno fino a che punto».
Bill GatesMa tiranneggiava i collaboratori e strapazzava lo stesso Allen. Il quale si attribuisce il merito di aver voluto e creato il sistema operativo su cui è costruita la fortuna di Microsoft. Bill il duro, Paul il tenero? Per farci un'idea più obiettiva aspettiamo le memorie di Bill Gates, cui oggi il tempo di scriverle non manca.
Quel che fin d'ora appare certo è che Allen ha fatto le cose più importanti da giovane: a vent'anni ha scritto il codice di Windows, a ventinove ha sconfitto il tumore. Poi ha tentato altre avventure, talune disastrose, spendendo miliardi di dollari. Ha potuto permetterselo grazie al valore della sua quota di Microsoft, esploso dopo la sua uscita dall'azienda. E grazie al talento dimostrato nel corso della sua meglio gioventù.
3- SONY-MICROSOFT LA BATTAGLIA È SULLA SICUREZZA...
Ettore Livini per "la Repubblica"
Sony e la Borsa di Tokyo sono la prova vivente che i videogiochi, alla lunga, fanno male. A confermarlo è la fredda logica dei numeri: i titoli del colosso elettronico giapponese hanno bruciato 2 miliardi del loro valore (il 10%) in due giorni da quando un misterioso hacker ha paralizzato per tre giorni il network della Playstation con un blitz che - come ha comunicato Sony con tre giorni di ritardo - potrebbe aver portato anche al furto dei dati sulle carte di credito di 77 milioni di utilizzatori dei videogames del gruppo.
Il timore dei mercati è collegato soprattutto alla valanga di class action pronte a partire in tutto il mondo contro i vertici del gruppo nipponico, accusato di non aver protetto a sufficienza la privacy dei clienti sul suo sito. Le prime stime parlano di danni potenziali diretti pari a 1,5 miliardi per la Sony e di 300 milioni di costi per i giganti delle carte di credito, costretti ora a una lotta contro il tempo per cambiare le tessere finite nel mirino dei pirati informatici prima di eventuali truffe online.
microsoft bill gatesI veri problemi per il produttore della Playstation potrebbero però arrivare dalla possibile defezione di clienti, spaventati dall´apparente vulnerabilità del network. A fregarsi le mani in questo caso potrebbe essere la Microsoft che secondo gli analisti sarebbe il maggior beneficiario di un possibile esodo di massa dallo storico marchio di videogiochi della Sony. La posta in gioco è molto alta. Il network della Playstation (una piattaforma che oltre a rendere interattivi i giochi consente anche di noleggiare film e comprare l´accesso a show televisivi) genera già oggi 500 milioni di dollari di giro d´affari annuo.