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BOMBARDARE IL COLLE! - IERI TRAVAGLIO HA INCARTATO L’AMIKO AMERIKANO DI OBAMA, GEORGE NAPOLITANO, CON UN EDITORIALE AL NAPALM: “NESSUNO HA SMENTITO LA CHIAMATA DEL QUIRINALE A BERSANI PER INDURRE LE OPPOSIZIONI AD APPOGGIARE LE BOMBE IN LIBIA” - NON SOLO, “il presidente TEME PER LA TENUTA DEL GOVERNO DI B. IN CASO DI VOTO CONTRARIO DELLA LEGA\" - L’AFFONDO: \"DA QUANDO IN QUA TRA I POTERI DEL CAPO DELLO STATO C’È QUELLO DI INFLUENZARE LA LINEA DELLE OPPOSIZIONI, O DI TENERE IN VITA GOVERNI MORTI?” - E OGGI ARRIVA LA SMENTITA…

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1 - QUIRINALE, INVENTATA TELEFONATA CON BERSANI...
(ANSA) - "In questi giorni sono stati attribuiti al Presidente della Repubblica in modo del tutto arbitrario interventi relativi alle mozioni sulla Libia di cui é prevista la discussione alla Camera. E' stata, tra l'altro, pubblicata la notizia - semplicemente inventata - di una telefonata intercorsa in proposito tra il Presidente e il Segretario del Pd", è quanto precisa una nota del Quirinale a proposito della ricostruzione giornalistica apparsa su "Il fatto quotidiano".

Napolitano e Obama

"Facendo riferimento alla telefonata che non c'é stata, il vice direttore de 'Il Fatto Quotidiano' - prosegue la nota - ha imbastito una polemica dai toni provocatori nei confronti del Capo dello Stato al di là delle posizioni da lui assunte nelle sedi appropriate. Il Presidente ha espresso chiaramente già nel Consiglio Supremo di Difesa - organo di rilevanza costituzionale - le sue valutazioni sulla crisi libica, che ha quindi formato oggetto della risoluzione 1973 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".


2 - BOMBA O NON BOMBA...
Marco Travaglio per "il Fatto Quotidiano"

Marco Travaglio

Si leggono strani titoli sui giornali. E, siccome non vengono smentiti, vuol dire che succedono strane cose nella politica italiana. Soprattutto nei rapporti fra il capo dello Stato, il governo e le opposizioni. Diciamo subito che il presidente Napolitano ha tutto il diritto di ritenere che, per autorizzare il cambio delle regole d'ingaggio della nostra partecipazione alla guerra di Libia (dal "non bombardiamo" al "bombardiamo"), non occorra un passaggio parlamentare, anche se è difficile sostenere che resta tutto come prima mentre cambia tutto.

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E precisiamo pure che, se il Pd è d'accordo con B. sulla svolta disinvolta dal non bombardare al bombardare, fa benissimo a presentare una mozione pro B. (che il Pdl potrebbe addirittura votare), lasciando sole la Lega e l'Idv a dire no. Se davvero il partito di Bersani (o chi per lui) la pensa come B., non c'è motivo che gli voti contro solo per farlo cadere. Il problema semmai è capire come può il Pd pensarla come B. su una questione cruciale come la guerra, andando contro non solo la maggioranza dei suoi elettori (leggere i commenti della base piddina inferocita sulla pagina facebook di Bersani per credere), ma anche contro la stragrande maggioranza degli italiani (infatti i sondaggi premiano i partiti non interventisti: Lega, Idv e Sel).

GHEDDAFI E NAPOLITANO

Ma questa è un'altra questione: sono anni, ormai, che i vertici del Pd marciano nella direzione opposta a quella dei loro elettori e, ogni qual volta B. è in difficoltà, trovano sempre il modo di salvargli le chiappe. La vera stranezza qui è il ruolo del capo dello Stato. Che, come scrivono i giornali, ha chiesto telefonicamente a Bersani "senso di responsabilità sulla Libia": cioè di non invocare un nuovo voto del Parlamento. Tanto da far insorgere il capogruppo Franceschini ("una cosa sono le preoccupazioni del capo dello Stato, un'altra la nostra iniziativa politica per mettere in difficoltà il governo"), da provocare qualche mal di pancia alla presidente Bindi ("i bombardamenti non mi piacciono, ma non possiamo lasciare solo Napolitano") e da far dire al vice-capogruppo Luigi Zanda: "Noi siamo napolitaniani, dunque niente voto".

bersani sulle barricate

Sempre in sintonia con il Quirinale, il presidente della Camera Fini tiene inspiegabilmente bloccata la mozione anti-bombe dell'Idv, evidentemente nel timore che la voti anche la Lega e cada il governo. Ma che c'entra Napolitano col Pd e l'Idv? Da quando in qua il capo dello Stato influenza la linea delle opposizioni, orientando il dibattito parlamentare? Il Quirinale e il Pd fanno due mestieri diversi - l'uno l'arbitro, l'altro il giocatore - e dunque dovrebbero marciare in parallelo.

Bossi al ristorante con le fan leghiste

Che si sappia, non risulta che fra i poteri di Napolitano vi sia quello di orientare il voto di questo o quel partito, foss'anche il suo ex partito, né tantomeno quello di tenere in piedi il governo. Altrimenti che arbitro sarebbe? Eppure un quirinalista informatissimo come Marzio Breda del Corriere scrive proprio questo: che "il Quirinale teme per la tenuta dell'esecutivo".

Purtroppo, non risulta nella Costituzione che il capo dello Stato debba tenere artificialmente in vita i governi morti: anzi, risulta che debba limitarsi a nominare il presidente del Consiglio e, su sua proposta, i ministri; e, se il governo cade, verificare in Parlamento eventuali maggioranze alternative o, in caso contrario, sciogliere le Camere. Punto.

BOSSI BERLUSCONI

Eppure già a novembre, quando Fli presentò alla Camera la famosa mozione di sfiducia al governo, che in quel momento era morto, la nefasta "moral suasion" del Colle fece in modo che il voto a Montecitorio slittasse di un mese, dopo la Finanziaria, così B. ebbe il tempo di comprarsi i deputati necessari per rimpiazzare i finiani e di risorgere a nuova vita giusto in tempo per il 14 dicembre. Siamo governati da un cadavere ambulante e chi dovrebbe staccargli la spina si affanna a tenerlo in vita artificialmente. Altro che legge sul testamento biologico. Ce la possiamo scordare.

 

 


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