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\"BOLLORÉ è un mascalzone!\" - NONNO BERNHEIM NON MOLLA IL TRADITORE: \"L’ho incrociato qualche settimana fa, a una cerimonia. L’ho abbordato dicendogli: \"Lei pretende che io parli male della gente di Generali senza fornire la minima prova, cosa che è completamente falsa. Ma le indicherò che cosa penso realmente e che eventualmente ripeterò: lei è un mascalzone e tutti quelli che l’hanno seguita a Generali anche!\"......

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Alberto Mattioli per "La Stampa"

BERNHEIM

Nuove ghiotte rivelazioni sui rapporti fra Antoine Bernheim e il suo ex pupillo Vincent Bolloré, anzi sulla loro fine. Il Grande Vecchio della finanza francese torna all'attacco con un'intervista a «Le Point». L'occasione, per la verità, è un po' tirata per i capelli. Il settimanale ha infatti rintracciato chi partecipò alla celebre serata del 6 maggio 2007 da Fouquet's, il locale sugli Champs-Elysées scelto da Nicolas Sarkozy per celebrare la sua elezione e, da allora, simbolo del lato «bling-bling», soldi, uomini di potere e belle donne, della sua presidenza. Ne è uscita una specie di mappa di chi è salito e di chi è sceso in quattro anni di Francia sarkozysta.

Però Bernheim ne ha approfittato per togliersi qualche macigno dalle scarpe. Intanto con l'ex amico Presidente: «L'indomani della sua elezione, Sarkozy mi ha chiamato dallo yacht di Bolloré per dirmi: "Ti dedico la mia vittoria". In seguito sono stato invitato a cena una volta all'Eliseo ai tempi di Cécilia (madame Sarkozy prima di Carlà, amica di Bernheim, ndr ) ed è più o meno tutto».

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Anzi no. La scena seguente si è svolta al vertice franco-italiano del 2010, dove Bernheim aveva preso le difese di Anne Lauvergeron, la presidentessa caduta in disgrazia del colosso pubblico Areva: «Sarkozy mi ha detto, furioso: "Di che t'immischi, fai del lobbying, non hai diritto. I risultati di Areva sono molto cattivi e l'azionista, sono io!". Era davanti a Silvio Berlusconi. Ho moderatamente apprezzato».

Regolati i conti con Sarkò, tocca a Bolloré: «Gli rimprovero - dice il Cuccia di Parigi - di avermi tradito. E' lui che ha organizzato la mia cacciata dalla presidenza di Generali. E' lui che ha detto al Comitato per le nomine che ero troppo vecchio. E che, dopo, si è alleato con i miei avversari. Ha anche votato e sostenuto delle disposizioni contro di me che mi toglievano l'uso di tutti i mezzi di trasporto messi a mia disposizione da Generali, di cui sono peraltro il presidente onorario».

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Altra domanda, altra bordata: «Bolloré sembra credere che io abbia avuto un ruolo nel disamore degli italiani per lui. E' totalmente falso. Racconta dappertutto che è grazie a lui che io sono stato nominato di nuovo alla testa di Generali nel 2002. E' assolutamente inesatto».

Poi l'inevitabile domanda se si vedano ancora: «L'ho incrociato qualche settimana fa, a una cerimonia. L'ho abbordato dicendogli: "Lei pretende che io parli male della gente di Generali senza fornire la minima prova, cosa che è completamente falsa. Ma le indicherò che cosa penso realmente e che eventualmente ripeterò: lei è un mascalzone e tutti quelli che l'hanno seguita a Generali anche!».

Sempre secondo Bernheim, Bolloré avrebbe ribattuto che continuava a mettergli a disposizione i suoi aerei privati: «Qualche giorno dopo, ho saputo che mi toglieva l'accesso ai suoi apparecchi senza fornire la minima spiegazione. A seguito di ciò, la settimana scorsa ho mandato per raccomandata le mie dimissioni dal CdA di Bolloré in cui sedevo dalle origini». Così, in finanza, finiscono le amicizie.

 


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