Da Italia Oggi
GIANCARLO GALAN1. MELONI E LA CARICA DEI 600...
Bettino Craxi venne accusato di aver portato mille persone in un viaggio in Cina, che Andreotti sarcasticamente definì «i suoi cari»? Giorgia Meloni permetterà a "solo" seicento giovani di trascorrere una vacanza a Taormina. Il ministro per la gioventù ha confermato, per il secondo anno consecutivo, il suo contributo a Taormina film fest, manifestazione in programma nel comune siciliano dall'11 al 18 giugno, con la sezione del «campus Taormina», offrendo l'opportunità a seicento giovani under 30 di partecipare ad incontri con personalità di spicco del mondo cinematografico nazionale ed internazionale (e di fare una vacanza memorabile).
All'interno del campus, una «giuria della gioventù», formata da quaranta tra ragazze e ragazzi assegnerà il premio «Campus gioventù award» alle tre opere ritenute più meritevoli. (Donato de' Bardi)
UMBERTO BOSSI2. IL TALENTO DI RUTELLI QUANDO FACEVA COLLAGE...
Incoraggiato dalla critica d'arte Lea Mattarella, la prossima settimana, il leader di Alleanza per l'Italia, Francesco Rutelli, svelerà la sua passione: altro che la politica, lui voleva fare l'artista. Chi ha visto i suoi collage giovanili si lascia sfuggire che l'ex primo cittadino della capitale aveva talento.
All'interno di «Roma - The road to contemporary art» (kermesse artistica, giunta quest'anno alla sua quarta edizione, in programma dal 6 all'8 maggio, che Roberto Casiraghi proporrà nello spazio capitolino del Macro alla Pelanda, a Testaccio), l'ex sindaco di Roma non si farà pregare due volte da Mattarella per raccontare il suo rapporto con la creatività e magari svelare anche qualche rimpianto.
La confessione rutelliana avverrà all'interno di «Verba manent», una speciale iniziativa aperta ai visitatori, con inedite visite guidate alla scoperta della fiera e dell'arte contemporanea osservata dal punto di vista di personaggi famosi (tra gli altri, oltre all'ex sindaco di Roma, anche il direttore operativo della Roma calcio Gian Paolo Montali e il fotografo Marco Delogu, prediletto da un altro ex sindaco capitolino, Walter Veltroni).
Vittorio SgarbiTra gli spettatori eccellenti sono già attesi l'attuale primo cittadino della capitale, Gianni Alemanno, e l'ex assessore alle politiche culturali Umberto Croppi. Non potranno mancare, da parte di Rutelli, affettuosi ricordi di artisti che ha amato, a cominciare da Piero Dorazio, che donò numerosi lavori per le campagne elettorali rutelliane, con opere che all'epoca vennero acquistate a prezzi davvero modici da alcuni appassionati d'arte. (Pierre de Nolac)
3. LA NUOVA LAMBORGHINI VA A RUBA A PECHINO...
La nuova Lamborghini, Aventador Lp 700-4, in Cina va a ruba: la produzione dei prossimi diciotto mesi è stata prenotata, in primo luogo, dai ricchi imprenditori di Pechino. Un gioiello della tecnica, seimilacinquecento di cilindrata, che eroga settecento cavalli e garantisce uno scatto da 0 a 100 chilometri l'ora in due secondi e nove decimi per una velocità di punta di 350 km/h.
Ma tra i giornalisti c'è chi ha già avuto la fortuna di provare, per una settimana, il bolide: se ne è parlato a Roma, alla casina Valadier, nella colazione con il presidente e amministratore delegato di Lamborghini, Stephan Winkelmann, e anche alla cena allestita nel chiostro del Bramante con i concessionari della casa automobilistica del Toro. In cima alla lista dei fortunatissimi piloti, il direttore del Tg1 Augusto Minzolini. (Bartolomeo Scappi)
GIORGIA MELONI4. SGARBI TROVA L'APPOGGIO DELLA LEGA...
Vittorio Sgarbi non molla la presa su Venezia. Nonostante la nomina di Giovanna Damiani a soprintendente lagunare, l'ex sottosegretario ai beni culturali, che è stato bocciato dal neo ministro di via del Collegio Romano, Giancarlo Galan, ora ha trovato un nuovo alleato nella sua battaglia per conquistare la carica: la Lega di Umberto Bossi. Che adesso potrebbe scegliere proprio Vittorio come sottosegretario leghista, in un rimpasto di governo.
Più che una scelta a favore di Sgarbi, quella dei leghisti, scritta nero su bianco sul quotidiano La Padania, appare come l'ennesima dichiarazione di guerra contro l'ex governatore della regione Veneto, uno degli uomini più avversati dagli esponenti del Carroccio. L'idiosincrasia di Galan nei confronti di Sgarbi è antica: da ministro per le politiche agricole, in accordo con l'ex sindaco di Venezia Massimo Cacciari e l'attuale primo cittadino Giorgio Orsoni (questi ultimi due, appartenenti alla sinistra), definì «alquanto singolare l'ipotesi di proporre Vittorio Sgarbi alla fondamentale responsabilità di soprintendente al Polo museale di Venezia».
FRANCESCO RUTELLIQuesto perché il critico d'arte, secondo Galan, "negli ultimi venti anni di tutto si è occupato tranne che di un umile e fattivo lavoro nella pubblica amministrazione di beni culturali». Dichiarazioni che riportavano fedelmente la linea dell'uomo ombra di Galan, Franco Miracco, che nonostante l'adesione al movimento "Verso Nord" (creato insieme a Cacciari) non ha mai abbandonato Giancarlo, nemmeno adesso: è stato infatti nominato consigliere del ministro, incarico che dà diritto a una stanza al dicastero.
La Lega da tempo scalpita per ottenere un posto da sottosegretario ai beni culturali, per ottenere l'agognata delega al paesaggio (che tanto serve ai governatori leghisti del Veneto e del Piemonte, ovvero Luca Zaia e Roberto Cota): più che la soprintendenza, ora al Carroccio Sgarbi serve per contrastare Galan proprio all'interno del "suo" ministero.
Marco DeloguAnche per questo Galan, temendo l'arrivo di un rappresentante della Lega, ha già voluto rassicurare personalmente Francesco Maria Giro, attualmente unico sottosegretario, dicendogli che il suo posto è blindato: anche perché l'esponente romano del Pdl ha dimostrato, nei fatti, di saper gestire al meglio la macchina ministeriale, specie durante l'ultima stagione al dicastero di Sandro Bondi. Senza Giro, Galan si ritroverebbe con il fiato della Lega sul collo: senza dimenticare che il neo ministro viene a Roma solamente due giorni alla settimana, mercoledì e giovedì.
E se Umberto Bossi scegliesse proprio Sgarbi come suo delegato alle politiche culturali, per Galan sarebbe una Caporetto. Con un critico d'arte iperattivo come lui, capace di far lavorare i collaboratori anche di notte, diventerebbe il vero ministro: e Vittorio, come racconta chi lo conosce bene, per questo incarico sarebbe pure disposto a fare a meno del programma televisivo che sta elaborando con Bibi Ballandi.
Dopotutto, lo stesso Sgarbi, nel suo ultimo libro, ha scritto: «Quando accettai molti anni fa la candidatura nelle elezioni amministrative di San Severino, pensai che fosse possibile trasmettere insieme alla politica anche valori culturali, così come nel passato fecero Giovanni Gentile e Benedetto Croce. Poi si è purtroppo creato una sorta di dissociazione, per cui il potere si è allontanato dalla cultura». Ora per lui sembra arrivato il momento di tornare ad avvicinarsi al potere, grazie alla Lega. (Pierre de Nolac)