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L’amarezza di Tremonti, ieri sera, era doppia. se proprio c’era un intento protezionista nel Milleproroghe, non era per Parmalat. ma per Edison. Dove, sempre ieri, per combinazione, un manager francese ha scalzato un capo azienda italiano - Per Giulietto, alla fine di questo orribile martedì, c’è giusto da sperare che i tedeschi non blocchino la candidatura di Draghi. Sarebbe una beffa, visto che almeno consentirebbe a Tremonti di dire la sua (grilli) sul prossimo governatore….

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Francesco Bonazzi per il Secolo XIX

Non tutte le uova di cioccolato si aprono esattamente il giorno di Pasqua. Quello di Giulio Tremonti è andato in frantumi ieri mattina a Roma, al vertice italo-francese. Era al latte, mentre al ministro piace il cioccolato fondente. Ma soprattutto, come sorpresa, conteneva un'Opa da tre miliardi e mezzo di euro dei transalpini di Lactalis sull'italianissima Parmalat. Altro che decreto Tremonti anti-scalate.

Altro che cordata tricolore per «preservare l'italianità del latte», raccolta intorno agli amici di Intesa Sanpaolo e alla Cassa depositi e prestiti, in versione nuovo Iri.

BOSSI BERLUSCONI TREMONTI rio big

Chi ieri pomeriggio ha parlato con il super-ministro dell'Economia, di ritorno in via XX Settembre dallo show congiunto Sarkozy-Berlusconi, lo ha trovato «scosso, sorpreso, amareggiato». E non poteva certo bastare a tirargli su il morale il via libera dei francesi alla candidatura del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, per la guida della Bce.

SILVIO BERLUSCONI ROBERTO CALDEROLI GIULIO TREMONTI UMBERTO BOSSI

Una promozione europea alla quale anche Tremonti ha lavorato, negli ultimi mesi, con pubbliche benedizioni. Ma che ancora ieri "Les Echos", ovvero il primo quotidiano economico-finanziario di Francia, ascriveva a una «campagna portata avanti da Berlusconi negli ultimi due anni».

Per capire la portata del black thuesday di Tremonti, bisogna tornare indietro di una settimana esatta, ovvero a mercoledì 20 aprile. Quel giorno, dopo aver respinto per un mese qualsiasi domanda sull'acquisto del 29% di Parmalat da parte di Lactalis, dicendo che avrebbe parlato solo in Parlamento, il ministro dell'Economia ha finalmente varcato il portone di Montecitorio. E di fronte ai deputati della commissione Finanze della Camera, ha scolpito parole chiare: «Credo che la miglior difesa sia l'attacco».

UMBERTO QUADRINO

E più che una difesa "ex post" del suo decreto anti-scalate, apparecchiato in tutta fretta nel pieno delle battaglie su Parmalat ed Edison, era sembrata una formale chiamate alle armi non solo della sua Cdp, ma anche e soprattutto delle banche, delle fondazioni e delle grandi aziende italiane del comparto alimentare.

Ora, forse, andrà egualmente così. Specie dopo che Sarkozy e Berlusconi si sono sforzati, in pubblico, di parlare di Opa «non ostile», di «accordi bilaterali», di «preservare l'italianità di Parmalat» e via salmodiando.

Ma certo, non dev'essere stato facile, per un ministro della caratura di Tremonti, apprendere praticamente dalle agenzie di stampa, e in diretta a un vertice bilaterale, che le armate francesi di Lactalis stavano marciando su Collecchio nel tripudio della Borsa italiana, pronta a salutarle con un rialzo a due cifre del titolo Parmalat.

EDISON

Anche il costo di un'eventuale contro-offerta della fantomatica cordata italiana, a questo punto, lievita paurosamente. Le indiscrezioni che circolavano tra via XX Settembre e le banche interessate (Intesa, Unicredit e Bnl su tutte) parlavano di un intervento da tre miliardi di euro così ripartito: 500 milioni dalla Cdp, in pieno accordo con le Fondazioni azioniste di minoranza; mezzo miliardo dalle banche e altri 500 milioni da un partner industriale alimentare (Ferrero, Barilla, o Granarolo con le cooperative).

VITTORIO GRILLI

Se Tremonti fosse riuscito a mettere insieme entro il 13 maggio un simile "nocciolino duro", un altro miliardo e mezzo di euro si sarebbe potuto andare a chiederlo ai fondi d'investimento. Ma se si considera che già si faticava intorno a queste cifre, ora, dopo l'Opa lanciata nel bel mezzo di un vertice italo-francese, gli stessi consiglieri di Tremonti, insieme ai banchieri di Intesa Sanpaolo, stanno rifacendo i conti di una contro-Opa. E sono conti allarmanti: a questo punto, per stoppare Lactalis servirebbero circa 5 miliardi di euro. Ed entro una settimana.

Draghi e Tremonti

Oltre al profilo monetario, inteso come quantità di "cash" che bisogna saper buttare sul piatto se non si vuol passare per patrioti della domenica, pesa poi lo smacco politico del famoso decreto anti-francesi, come lo ha ribattezzato il mese scorso l'intera stampa europea.

L'amarezza di Tremonti, ieri sera, era doppia. Perchè pochi lo sanno, fuori dalle segrete stanze che furono di Quintino Sella, ma se proprio c'era un intento protezionista in quel codicillo inserito in fretta e furia nel Milleproroghe, ebbene, non era per Parmalat. ma per Edison. Dove comunque, sempre ieri, per combinazione, un manager francese ha scalzato un capo azienda italiano come Umberto Quadrino.

Per il ministro dell'Economia, alla fine di questo orribile martedì, c'è giusto da sperare che i tedeschi non blocchino la candidatura di Draghi. Sarebbe una beffa, visto che almeno consentirebbe a Tremonti di dire la sua sul prossimo governatore di Via Nazionale.

 


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