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1- “BOMBARDEREMO GHEDDAFI”! IL POTERE MARCIO UNIFICATO SI MOSTRA IN TUTTO IL SUO PENSOSO E PANTOCRATICO FULGORE: “ORA POTREMO INFLUIRE SUGLI ALLEATI”. BENE BENE. PIÙ BOMBARDIAMO E PIÙ INFLUIAMO. C’È SCRITTO NELLA COSTITUZIONE, NO? 2- MA QUANDO I CAPITALI LIBICI SALVAVANO IL CULETTO A MEZZO CAPITALISMO ITALIANO, DRAGO DRAGHI E GIULIETTO TREMENDINO STAVANO IN VAL D’OSSOLA CON I PARTIGIANI? 3- TU IN GUERRA, IO PER DRAGHI: ANCHE SARKO “INCORONA” IL GOVERNATORE PER LA BCE 4- COME NON BASTASSE L’ASSE SOTTERRANEO CON NAPOLITANO, AL POVERO GIULIETTO TREMENDINO ARRIVA IL BACIO DELLA MORTE DEL CAVALIER CIDIBBÌ. OGGI POTETE AMMIRARE SULLA ’REPUBBLICA’ UNA BELLA PAGINATA DI TREMONTI-PENSIERO CHE SERVIRÀ SOLO A FAR INKAZZARE COME BISCE TUTTI I CORTIGIANI DEL SULTANO DI HARDCORE. I CONTENUTI? BEH, DÀI, IN POLITICA CONTANO SOLO I SEGNALI, NO?

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A cura di Minimo Riserbo e Pippo il Patriota

GHEDDAFI BERLUSCONI

1 - A CHE SERVE DIRE "BOMBARDEREMO GHEDDAFI"...
Con un editoriale grave e informato, il Corriere delle Elite Occidentali festeggia la disponibilità italiana a bombardare la Libia: "Non più nel mezzo", scrive Franco Venturini in prima pagina. Leggetelo tutto e capirete tutto. Ci sono i nomi dei Pupari, grandi e piccini, veri e presunti, già nella prima colonna. Avercene di editoriali così! Perché solo raramente il Potere Marcio Unificato si mostra in tutto il suo pensoso e pantocratico fulgore. Idem sulla Stampa di Mariopio Calabresi, dove ci pensa Marta Dassù (Aspen): "Ora potremo influire sugli alleati" (p. 1). Bene bene. Più bombardiamo e più influiamo. C'è scritto nella Costituzione, no?

Sarko e Gheddafi

Poi passa il giornale delle Elite incazzate, e tutto si complica: "Il Cavaliere piegato dal pressing di Obama. "Con Bossi ci parlo io". Timori per i top gun, ma mossa gradita a Parigi" (Repubblica, p. 3). Mossa gradita a Parigi, eh? Nel dubbio ci viene in mente anche questa: "Bce, anche Sarkozy "incorona" Draghi. Per l'Eliseo è il candidato più accreditato. Oggi l'appoggio ufficiale al vertice italo francese" (Repubblica, solo a pagina 20 in economia). Ma tu guarda le combinazioni.

MARTA DASSU

Per caso, si mormora a Palazzo Chigi come nei migliori studi di diritto tributario, ci si leva di mezzo Drago Draghi? E magari si manda in via Nazionale Vittorio Grilli? Oppure Fabrizio Saccomanni, come scrive l'informatissimo Giornale (p. 6)? Ah, saperlo. Dobbiamo chiedere tutto al comitato Italia-Francia e all'associazione di quelli che hanno la Legione d'onore sul bavero, tipo Abramo Bazoli e Giancarlo Elia Valori?

Mentre restiamo senza risposte, nella nostra infinita e conclamata miseria provinciale, arriviamo a pagina 23 del suddetto quotidiano laico, democratico e francofilo, e troviamo altre notizie che ci sconcertano: "Parmalat, cade il velo sulla cordata italiana" (WOW!). E poi: "Un'Opa da tre miliardi per salvare la faccia dell'Azienda Italia. Lo spartiacque nella vicenda Parmalat è il vertice italo francese".

Guerra in Libia

Ma se è così importante, il vertice italo francese, perché tutti i giornali non gli dedicano le prime 4 pagine? E perché non lo fanno più spesso, che a noi ci piacciono un casino i vertici italo francesi? A noi va bene tutto. Poi, però, quando si va a votare le nostre cazzo di liste bloccate piene di impresentabili, vogliamo anche le urne italo francesi.

E adesso, prima di passare alle fregnaccette di giornata, una sola domanda. Ma quando i capitali libici salvavano il culetto a mezzo establishemnt finanziario italiano, Drago Draghi e Giulietto Tremendino stavano in Val d'Ossola con i partigiani?

draghi tremonti

2 - LIBERA NOS A NANO...
Napolitano ricorda che le riforme devono rispettare la Costituzione (Stampa, p. 10), il che ormai non è neppure più un'ovvietà. Ieri era il 25 Aprile e a noi è piaciuto il resoconto di Benedetta Tobagi per Repubblica: "In strada rabbia e incomprensioni ma c'è la Resistenza. Sul palco Bersani e Moratti: considerato il clima pesante, i fischi non sono stati neanche tanti". Lo scrive su Repubblica (p. 1) e non sul Corriere della Sera, il giornale della buona borghesia che fu.

VITTORIO GRILLI

Come sempre, ieri, si sono perse le tracce del CaiNano di Hardcore. Che con il padre che ha avuto, forse, è un po' in difficoltà tra le corone dei partigiani. E non solo. Come spiega financo l'ex camerata Italo Bocchino, fresco fan della liberazione partigiana ("Per Fli è una festa, divisione superata", Repubblica p. 9), "il premier non può permettersi di celebrare ilo 25 Aprile perché vuole che rimanga il più possibile di parte. Tanto più è di parte, tanto più si legittima l'esistenza di uno scontro permanente".

Ma la cosa più bella sono (sarebbero) le foto degli striscioni. Ne trovate a centinaia sui siti di controinformazione e sui social network. Sui giornali di carta, invece, poca roba e scelta sciatta sciatta, secondo i soliti criteri bolsi di chi ieri forse ha lavorato solo perché il 25 Aprile è un "superfestivo" e te lo pagano il doppio.

Giancarlo Elia Valori

3 - REPUBBLICA E IL BACIO DELLA MORTE A GIULIETTO...
Come non bastasse l'asse sotterraneo con il Panama Napolitaner, al povero Giulietto Tremendino arriva il bacio della morte del partito di Largo Fochetti. Oggi potete ammirare sulla Repubblica del Cavalier Cidibbì una bella paginata di Tremonti-pensiero (p. 11) che servirà solo a far inkazzare come bisce tutti i cortigiani di Hardcore. I contenuti? Beh, dài, in politica contano solo i segnali, no?

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4 - NELLE MANI GIUSTE...
Memorabile anche l'intervista di Antonio D'Amato, il mai sufficientemente rimpianto marito di Marilù Faraone: "Lettieri? Imposto dal premier e da Cosentino. Per Napoli sarebbe un segnale di continuità con un tragico passato" (Corriere, p. 14). Al bravo Frabrizio Roncone, l'ex presidente di Confindustria riesce anche a dire: "Sa, io sono un po' all'antica. E credo che ci sia incompatibilità tra il mestiere di imprenditore e quello di politico". E salutame aLLLuca!

PIERLUIGI BERSANI

5 - SE CIANCIMINO (E SOPRATTUTTO DE GENNARO) DIVIDE LA STAMPA...
Sul Cetriolo Quotidiano di domenica, Marco Travaglio metteva in fila con apprezzabile chiarezza e precisione tutte le cose scomode, e assai serie, che ha dichiarato Ciancimino a verbale. Specialmente quelle che non voleva dire, ma che ha dovuto ammettere di fronte alle scoperte degli inquirenti.

LETIZIA MORATTI

Oggi il Corriere ristabilisce le distanze con Giovanni Bianconi: "Ciancimino jr smentito sul caveau. Il procuratore di Caltanissetta ai colleghi di Palermo: loro meno leali di noi. Recriminazioni anche sulla mancata trasmissione della perizia sul falso anti De Gennaro" (p. 27).

bocchino almirante article

Ma il Cetriolo scatena anche oggi le sue penne migliori: Giuseppe Lo Bianco, Marco Lillo, Gianni Barbacetto e Marco Travaglio. Ecco la prima: "Vogliono eliminare quest'uomo. Il bersaglio è il pm Antonio Ingroia. Per lui Ferrara e i berluscones chiedono il carcere. Con la scusa del falso di Ciancimino, vogliono bloccare le inchieste che coinvolgono il padrone e non solo".
Per la cronaca, finora Repubblica è stata più dalla parte del Corriere e di Deg. Da domani vediamo.

NAPOLITANO

6 - ANCHE GLI EX COLLEGHI DI TELESE, NEL LORO PICCOLO, GODONO...
Per la serie, come offrire la testa al tuo boia, sul Giornale di Sallustioni ecco il resoconto della rissa a mezzo stampa ai piani alti del Cetriolo Quotidiano. "I santoni del Fatto si scannano per una vignetta. Disegni nuovo responsabile dell'inserto satirico al posto di Telese. Che se la prende con Padellaro e Travaglio" (p. 2).

Come osserva incredula Laura Cesaretti, "la rissa interna tra prime donne del quotidiano è finita in prima pagina nella domenica di Pasqua". Che brutta cosa "le prime donne" nei giornali.

rc23 antonio damato

7 - DISECONOMY...
"Nessun aumento agli operai Fiom". Federmeccanica minaccia di tornare in toto al contratto del 2008. Dopo le sentenze Ilotte (Amma): giusta conseguenza. Landini (Fiom): così violano la Costituzione". Per festeggiare il 25 Aprile, la Stampa ci regala questo edificante pezzo nelle pagine economiche (p. 28). Di Vincenzo Ilotte, simpatico ingegnere crocettino della sedicente Torino-bene, potete ammirare il curriculum sul sito della locale Unione industriali. Noterete che a 19 anni era già un genio e che però gli manca solo un'esperienza in Germania, la patria di Audi, Volkswagen e altre trascurabili aziendine metalmeccaniche.

ciancimino

8 - IL SIGNORE DI MALAGROTTA C'E' E FA I NECROLOGI...
Leggere con grande attenzione il secondo necrologio comparso oggi su Repubblica a pagina 17, per la morte del piddino laziale Mario Di Carlo. E' firmato dal suocero Manlio Cerroni, l'altrimenti silente signore della discarica di Malagrotta. Si chiude con due frasi da brivido: "Sono certo che un giorno ci ritroveremo. Aspettami. Ti racconterò tutto". Manca invece il necrologio di Report, che al povero Di Carlo fece un memorabile trappolone a microfono "spento".

Gianni De Gennaro

9 - FREE MARCHETT, MA DI GRAN CLASS...
A pagina 39 del Corriere, ritagliare e rimirare l'imperdibile recensione del libro di Chiara Beria d'Argentine a firma Maria Luisa Agnese. C'è solo da imparare, da penne così.
Infinitamente meno di classe il reportaggio della Stampa dedicato alla traversata atlantica del Grande Salumaio: "Il veliero di Eataly è salpato per l'Atlantico". Gli hanno apparecchiato un'intera pagina (la 22) e adibito la firma più di peso di via Marenco, quella di Teodorone Chiarelli. Non l'hanno fatto salpare per evidenti ragioni di areodinamicità

 


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