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PRENDI IL ‘TITULO’ E SCAPPA - QUANDO VINCE, MOURINHO SALUTA E SE NE VA E DOPO IL TRIONFO IN COPPA DEL RE SI VOCIFERA DI UN SUO ADDIO AL REAL MADRID - ALL’INTER, DOVE C’E’ NOSTALGIA DI ‘TRIPLETE’, SPERANO DI RIAVERE IL PORTOGHESE TORNATO ‘SPECIAL’ - I DIRIGENTI NERAZZURRI FANNO MELINA: “RESTA LEONARDO, SIAMO SODDISFATTI DI LUI” - MA DALLA FACCIA DI MORATTI DOPO L’ELIMINAZIONE DALLA CHAMPIONS, LA BATOSTA NEL DERBY E LA SCONFITTA DI PARMA NON S’ERA CAPITO…

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Marco Ansaldo per "la Stampa"

Mourinho in trionfo

Che Josè Mourinho abbia trovato il modo di dedicare un pensiero all'Inter mezz'ora dopo aver vinto la Copa del Rey con il Real Madrid è la conferma del legame che non si è mai spezzato. Per questo c'è chi spera che il portoghese torni sulla panchina lasciata perchè dopo la conquista del Triplete non avrebbe potuto fare di più. Mourinho ha detto due cose. La prima: «Sono sicuro che gli interisti gioiranno con me» e fin qui non c'è niente di strano così come se avesse comunicato che tutti gli antiinteristi mercoledì tifavano per il Barcellona.

La seconda dichiarazione invece era meno richiesta. «Non è un dramma se l'Inter quest'anno non vince. Deve ricostruire per tornare ai successi nella prossima stagione, perché è sempre la mia Inter. Leonardo è un allenatore che può fare strada: ora conta il secondo posto in campionato e vincere la coppa Italia». Sono considerazioni da tifoso interessato ma suona sorprendente che Mou le abbia esternate mentre attorno a lui il Real Madrid faceva festa per il primo trofeo della sua gestione.

Jose_Mourinho

C'è un feeling ancora forte con l'Inter. Ieri il tecnico è tornato a parlare di futuro, assicurando che rimarrà alla corte di Florentino Perez perchè ha firmato un contratto di quattro anni e il lavoro non è finito per una Coppa vinta: «Quando Florentino mi chiamò non mi chiese di vincere subito ma di trasformare il club ed è un lavoro che non si completa in una stagione. Anzi il secondo anno di solito è migliore del primo, come ho dimostrato all'Inter».

A Madrid raccontano che tutti i segnali indicano che rimarrà. Mourinho sta programmando il ritiro estivo, ha dato il consenso alla tournée estiva in Cina sebbene abbia chiesto di portare la squadra anche negli Stati Uniti come lo scorso anno. In più coordina il mercato come se l'anno prossimo sulla panchina ci fosse lui.

guardiola

«Al 90 per cento Josè non si muove anche se getta fumo negli occhi - spiega un procuratore bene informato sul Real - Un giorno dice che resta, un altro lancia un messaggio d'amore all'Inter, un altro ancora vorrebbe tornare in Inghilterra. É la sua strategia, è fatto così». Il 10 per cento che balla è legato ai risultati. «Paradossalmente è più facile che lasci Madrid se vince la Champions piuttosto che se la perde». E dopo l'1-1 in campionato e la vittoria di Valencia è cresciuta la fiducia di eliminare il Barça in semifinale per giocarsela probabilmente con il Manchester United.

MOURINHO E MORATTI

Come fece con l'Inter, Mourinho ha incartato il calcio di Guardiola considerato il più bello del mondo. La pesante lezione impartita del 5-0 in campionato ha insegnato moltissimo. Lo Special One ha volato più basso, non ha più cercato lo spettacolo ma la sostanza: nelle ultime due partite ha messo Pepe davanti alla difesa, ha costretto gli attaccanti a rientrare sistematicamente, ha portato dieci uomini dietro la linea del pallone in un gigantesco catenaccio per sfruttare la velocità in contropiede di Cristiano Ronaldo, Marcelo e De Maria. I madridisti più raffinati, a cominciare da Alfredo Di Stefano, gli hanno rimproverato l'eccessivo difensivismo ma lui ha fatto spallucce: «Il calcio non è solo possesso palla e credo che adesso i nostri tifosi la pensino come me», ha detto con sottile perfidia nei confronti del Barcellona e della critica interna.

florentino perez

Mou si sente di nuovo il centro del mondo, ammesso che abbia mai pensato il contrario. Resta da capire se tornerà ad essere il centro dell'Inter. Ernesto Paolillo, l'amministratore delegato nerazzurro, dice di no e si sbilancia sulla conferma di Leonardo. «Il suo futuro è con l'Inter: è un grande allenatore e sta lavorando molto bene. Siamo veramente soddisfatti». Dalla faccia di Moratti dopo l'eliminazione dalla Champions, la batosta del derby e la sconfitta di Parma non l'avevamo capito. Così come dicono i contatti. I nomi sono sempre quelli: Guardiola, Spalletti e Andrè Villas Boas, trentatreenne allievo di Mourinho. «Aspetto di sapere cosa dice il mio procuratore Mourinho», ha dichiarato ridendo il tecnico del Porto. Se non si può prendere quello vero, può andare bene il replicante. Lo Special Bis.

 


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