1 - "LES ÉCHOS": PARMALAT: GRANAROLO RINUNCIA, IPOTESI DI UN'OPA LACTALIS
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Ora che Granarolo si è tirata indietro, chi può impedire a Lactalis di mettere le mani su Parmalat? Granarolo era l'ultima possibilità per sbarrare la strada alla Regina francese del formaggio. L'unica soluzione ora è che la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) lanci un'Opa su Parmalat.
Col sostegno di Intesa Sanpaolo, Unicredit, Bnl e Mediobanca, la Cdp mirerebbe al 60% di capitale per mantenere Parmalat quotata in borsa, sapendo che Lactalis detiene una quota del 29% e non ha intenzione di cedere le proprie azioni. Secondo la stampa francese, però, la famiglia Besnier, proprietaria di Lactalis, starebbe valutando a sua volta di lanciare un'offerta pubblica di acquisto, sia per prendere rapidamente la maggioranza di Parmalat, sia per lanciare una controffensiva all'eventuale Opa italiana.
Il gruppo francese, tuttavia, si rifiuta di commentare, ma Besnier avrebbe già contattato le sue banche di riferimento (Société Générale, Crédit Agricole, Deutsche Bank, e HSBC) per capire quanto gli costerebbe finanziare l'operazione per arrivare al 100% dell'azienda di Collecchio. Lactalis ha già speso 1,5 miliardi per le sue azioni Parmalat, dovrebbe sborsarne almeno altri 3 per acquisirne la totalità.
LactalisCrédit Agricole ha smentito formalmente di aver incontrato Emmanuel Besnier per discutere dell'Opa. Ma stranamente ha tenuto a precisare che "l'interesse del nostro cliente, nell'attuale clima franco-italiano, è quello di pazientare piuttosto che di forzare la mano"
Le scadenze, d'altronde, sono vicine. L'assemblea generale di Parmalat è prevista per il 28 giugno. Gli azionisti hanno tempo fino al 16 giugno per depositare le azioni. Ma le liste di candidati al Cda devono essere presentate entro il 31 maggio. Se gli italiani riuniti attorno alla Cdp vogliono lanciare l'Opa, quindi, dovranno farlo entro quella data.
Parmalat
2 - PARMALAT RESTERÀ IN BORSA GRANAROLO È FUORI CORDATA
Antonella Olivieri per "Il Sole 24 Ore"
Granarolo è fuori dall'ipotetica cordata che dovrebbe sbarrare il passo a Lactalis nella conquista di Parmalat. A conferma di quanto scritto ieri da «Il Sole-24Ore», alle riunioni di ieri Granarolo non era più intorno al tavolo. La posizione della Cdp, orientata a semplificare i problemi in una questione già complicata, è che il gruppo cooperativo lattiero debba entrare semmai in gioco in un secondo momento, ma non ora. Ed è stata illustrata al presidente di Granarolo, Gianpiero Calzolari, in un incontro a Roma nei giorni scorsi.
Il nodo sul quale si erano incagliati i lavori con le banche - impegnate a formalizzare una proposta entro il 2-3 maggio - era relativo all'impraticabilità per Granlatte, azionista di Granarolo, di cedere la società a Parmalat per finanziare con il ricavato (un massimo di 500 milioni) la sua partecipazione alla cordata.
Franco BassaniniLe banche, guidate da Intesa-Sanpaolo che è anche azionista con poco meno del 20% di Granarolo, sarebbero state disponibili a erogare un finanziamento-ponte. Ma la posizione contraria di Cdp, che in questo momento è il vero pivot dell'operazione, avrebbe suggerito di soprassedere, almeno nella prima fase.
«Sono sempre dell'idea che deve essere un'operazione di mercato, solida finanziariamente e industrialmente», ha detto ieri l'ad di Intesa-Sanpaolo Corrado Passera. Decrittando, per Intesa resta indispensabile che ci sia un progetto industriale, con un partner industriale che non può che essere Granarolo. E alla fine, se l'operazione deve essere di mercato, non potrà che sfociare in un'Opa. Per la Cassa depositi e prestiti Parmalat dovrà però restare quotata, il che significa che l'eventuale offerta non supererà il 60-70% del capitale.
GIULIO TREMONTIGranarolo potrebbe essere ceduta a Collecchio in un secondo momento? A decidere sarà Parmalat, con l'assetto azionario che si ritroverà quando la vicenda sarà conclusa. Ma le condizioni di Granlatte sono chiare: non c'è alcun interesse a cedere l'asset per monetizzare, e il gruppo cooperativo parteciperà al progetto solo se sarà il perno industriale dell'operazione.
Dunque, per ora la platea degli attori si restringe a Cdp, Intesa, Mediobanca, UniCredit e Bnl con ruoli e impegni ancora da definire. La via breve - l'acquisto del 29% di Lactalis - è sbarrata, perché non solo i francesi non hanno intenzione di vendere, ma addirittura starebbero studiando le contromosse in caso di Opa tricolore. Per portare avanti il loro piano industriale, avevano detto qualche settimana fa, non avevano bisogno di lanciare un'Opa, ma se costretti, la famiglia Besnier potrebbe anche ricapitalizzare Lactalis per strutturare una contro-Opa.
La posta si alza, perché complessivamente sarebbero da mettere sul piatto tra i 3 e i 5 miliardi. Ma i francesi ne farebbero una questione di principio. Prima che Lactalis iniziasse a rastrellare azioni sul mercato, c'erano stati contatti con Intesa-Sanpaolo, che avrebbe avuto il ruolo di advisor e finanziatore, per mettere a punto insieme un'offerta per Parmalat.
Michel BesnierSi era arrivati a stendere bozze contrattuali, tant'è che Lactalis aveva svelato alla controparte i suoi bilanci (che non sono pubblici) e il suo piano industriale. Poi, a sparigliare le carte, sarebbe intervenuta una telefonata del segretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, che avrebbe comunicato all'ad di Intesa, Corrado Passera, la contrarietà del Governo a consegnare all'estero un altro marchio del made in Italy. Ed è cambiato il film.
3 - PARMALAT, LE BANCHE CERCANO UN CEO...
Antonella Olivieri per "Il Sole 24 Ore"
Pasqua di lavoro per le banche impegnate nel tentativo di contrastare l'avanzata di Lactalis su Parmalat. Accantonata per il momento l'opzione industriale - Granarolo potrà scendere in partita nel secondo tempo - la sfida di Intesa Sanpaolo, Mediobanca, UniCredit e Bnl è di far tornare i conti insieme con la Cdp. Puzzle complicato perchè per rilevare la quota dei francesi - che hanno messo insieme il 29% del capitale - occorrerebbero 1,5 miliardi, il doppio se si procedesse con un'Opa parziale.
GIANNI LETTAIeri i rappresentanti delle banche hanno tenuto una riunione riservata col Tesoro, proseguendo poi l'incontro a livello tecnico fino a tarda serata. Non è trapelato l'oggetto della discussione, ma da ieri le banche hanno iniziato a prefigurare quale potrebbe essere il nuovo organigramma di Collecchio se l'operazione andrà in porto. Opinione condivisa sarebbe quella di inserire un amministratore delegato "forte" da affiancare a Enrico Bondi.
Luigi GubitosiSi sarebbe speso anche qualche nome, come quello dell'ad di Wind Luigi Gubitosi, già presente nella lista per il rinnovo del consiglio di amministrazione Parmalat a depositata da Intesa. Ma di fatto non c'è stato ancora alcun incontro con i potenziali candidati al ruolo. Prima sarà da verificare se l'offerta per Parmalat è in grado di decollare. Riunioni sono in programma a oltranza per rispettare il termine del 2-3 maggio, per poter proporre un'offerta in tempo utile per l'assemblea, già rinviata al 28 giugno.
IntesaIntanto è da registrare la presa di posizione dell'ambasciatore di Francia in Italia, Jean Marc de la Sabliere, che a riguardo del caso Parmalat, ha ammonito: «Abbiamo regole europee e queste regole devono essere rispettate». «Il mercato è unico - ha aggiunto, rispondendo ai cronisti a margine di un convegno a Milano dell'Agenzia francese per gli investimenti internazionali - vanno rispettate le norme Ue. Il principio fondamentale è la libertà di investimento».
il patrimonio della Famiglia BesnierLe regole francesi di autorizzazione degli investimenti, alle quali si sarebbe ispirato il Governo italiano anche per il dossier Parmalat-Lactalis, secondo l'ambasciatore «si applicano ai casi in cui possa derivare un danno per la difesa, la sicurezza o l'ordine del Paese, ma in nessun caso si applica a settori come l'agro-alimentare». Quanto all'incontro che si terrà il 26 aprile a Roma tra Italia e Francia, ha osservato, sarà «un vertice tra amici», ed è stato preparato «perchè sia un successo».