Filippo Ceccarelli per "la Repubblica"
berlusconi ruby nadia macriNella giostra ipnotica di follie pagliaccesche che gira-gira e mai non si ferma, riluce da ieri pomeriggio la straordinaria eventualità che il paese sia governato, per così dire, da un presidente lesbico.
BERLUSCONI FUORI DAL PALAGIUSTIZIACome? Sì, lesbico, anzi auto-lesbico, secondo Silvio Berlusconi. E premesso che il quadro logico entro cui si colloca questa specie di estemporanea ammissione meriterebbe una ben più approfondita diagnosi, basti qui segnalare che durante uno di quegli scambi con la folla che in ogni tempo e a ogni latitudine caratterizzano l´erotica del potere, qualche maschio eccitato se n´è uscito con un grido: "Silvio, sei bello!". Al che lui, supremo maestro di storielle e di storytelling, deve subito averne cavato un frammento dal suo immenso repertorio, reparto "Polimorfia sessuale", spiegando alla folla che tutti, compreso l´arrapato urlatore, possiedono un 25 per cento di omosessualità: "E ce l´ho anch´io - ha soggiunto - solo che dopo un approfondito esame ho scoperto che la mia parte omosessuale è lesbica".
Ruby arriva a Vienna per il Gran Ballo da RepubblicaCon doverosa incertezza, mentre la platea esplodeva di gioiosa allegria, si arrischia qui l´interpretazione del messaggio del Cavaliere nel senso che a lui in realtà premeva di far sapere che le femmine piacciono in modo così speciale, e con tale esclusiva passione, da aver addirittura saturato, trasfigurato e ribaltato il suo quarto di omosessualità in lesbica concupiscenza. Accipicchia.
Il terreno della rivelazione è come sempre scivoloso e al tempo stesso grottesco. E non solo perché esiste una ormai consolidata e variegata letteratura (Gundle, Cordelli, Belpoliti, Amadori) che attribuisce il successo di Berlusconi al suo lato femminile e perfino materno. Là dove c´è un eccesso, di solito si nasconde un deficit, un vuoto, una paura. Anche senza far proprie le teorie di Aldo Busi sull´esiguità anatomica che muoverebbe le imprese dei condottieri, il gallismo parossistico del premier potrebbe non fare eccezione.
Ma il dato comico, se si vuole, e debitamente pazzesco, è che il coming-out lesbo-presidenziale è pur sempre andato in scena su di un palco dietro cui, nell´azzurro dipinto d´azzurro, si poteva leggere e rileggere: "Pdl al servizio degli italiani".
ruby novellaOra, sarà sconveniente e anche depressivo, ma questi ultimi stanno cominciando a capire a che porta, dagli e dagli, il cortocircuito fra sesso e potere. Che un giornalista vorrebbe pure fare il signore, cioè sorvolare, o dimenticare, o far finta, ma a volte non è proprio possibile, specie quando su certi argomenti è il presidente auto-lesbico che ce lo tira dentro per i radi capelli. E allora, ovviamente e davvero senza alcuna animosità, va detto che l´omosessualità femminile risulta un elemento centrale nel sistema dei festini e più in generale dell´epopea climaterica berlusconiana.
Dice: ma questo c´entra con la battuta di ieri? Beh, un po´ sì. Nella vasta pubblicistica, non necessariamente giudiziaria, del bunga bunga non solo abbondano i segni della subcultura lesbica, ma soprattutto si percepisce che tale orientamento saffico è incoraggiato, allestito, rappresentato e infine anche premiato e verosimilmente pagato ben oltre la sua legittima genuinità.
RUBY DA OGGIDetta altrimenti: al nonnetto piacciono le cerbiattine. E infatti sono spettacoli agitatelli, baci e bacetti sotto la doccia, e bagnetti e strofinamenti in piscina, lettoni che si riempiono oltre la norma, misteriose coppie vestite da uomo, cantanti che "ci provano" con diciottenni, mangiatrici di fuoco disvelatesi gay al Grande Fratello, fantasie porno-soft, ma anche promesse piuttosto crude in vista di piaceri da riservare al sovrano, o al satrapo.
Le fonti di queste orgiastiche narrazioni sono quelle che sono: la D´Addario, la Macrì, alcune intercettazioni dell´allegra brigata di graziose ospiti retribuite e non. Sara Tommasi, che è pure laureata, scrive in un indimenticabile ciclo di messaggini quello che generazioni di sessuologi e non solo sanno benissimo: i potenti "si elettrizzano" a guardare "i giochini", per cui "l´amichetta" è sempre benvenuta in villa o a palazzo. Che si tratti di amichetta improvvisata per l´occasione è faccenda già più complessa.
Ma tutto questo, come s´intende, e altro ancora, muove la giostra del lesbo-premier che gira e gira e mai non si ferma per suscitare e catturare una curiosità non certo "al servizio degli italiani".