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CRONACA VERA, vita insopportabile - a roma, UN UOMO pesta di botte col manico di uno scopa IL FIGLIO DI 11 ANNI, minacciandolo poi con un fucile ad aria compressa, reo di aver STACCAto PER SBAGLIO LA SPINA DELLA TV mentre vedeva per l’ennesima volta \"IL GLADIATORE\" - il bellissimno elzeviro dello scrittore raffaele la capria sul \"mondo insopportabile\" sembra il miglior commento alla follia quotidiana...

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1- "IL GLADIATORE" CHE E' IN NOI
Dal "Corriere della Sera"-Roma -
Gli hanno staccato la presa della tv ed è scoppiata la tragedia. L'uomo, un appassionato di Russell Crowe, stava guardando per l'ennesima volta «Il Gladiatore» quando il figlio di 11 anni ha staccato, per errore, la presa scart che collega il lettore dvd al televisore. E quando lo schermo si è oscurato l'uomo ha scatenato l'inferno. Ha preso una scopa e con il manico ha colpito il figlio, procurandogli un vistoso ematoma sull'avambraccio.

gladiatore 001

A quel punto è intervenuta la moglie per riportare la calma ma senza riuscirci. Anzi, S. S, 45 anni, ha preso un fucile e ha minacciato lei e i figli, ordinando di fare silenzio e di lasciargli vedere il film in pace. Un film che conosceva a memoria, perché, come ha raccontato poi la moglie, era abituato a vederlo anche più volte al giorno. I figli sono scappati di casa e si sono rifugiati da un vicino.

Visibilmente impauriti, gli hanno raccontato la storia aggiungendo che erano molto preoccupati per la loro madre, rimasta sola in casa con il padre, fuori di sé e armato. A quel punto il vicino ha chiamato il 113 e dalla Questura è arrivata una volante che ha trovato i ragazzini in lacrime per la strada, davanti alla casa a Tor Sapienza.

Appena entrati nell'abitazione, i poliziotti hanno trovato S. S. in evidente stato d'agitazione e, sul letto nella cameretta dei figli, un fucile ad aria compressa caricato con un proiettile di piombo. L'uomo è stato arrestato per detenzione di arma clandestina e minacce aggravate.

2- L'INDIFFERENZA E IL FRASTUONO
Raffaele La Capria per il "Corriere della Sera"

Soffro di indigestione di cattive notizie, non ce la faccio più a guardare i telegiornali con i reportages dalla Libia, da Lampedusa, e dal Giappone, che la tragedia ci fa sentire sempre più vicino. Un moto di ribellione impotente mi prende, le bombe, le case sventrate, le città distrutte, le auto incendiate, i morti e soprattutto i feriti, le sofferenze che non si vedono e quelle che non riusciamo neppure a immaginare, tutto questo è insopportabile, rende la vita insopportabile.

GLADIATORE

Come si fa a vivere come prima quando vedi quei barconi stracolmi di disperati, quell'isola che sembra anch'essa un barcone, quelle persone ammucchiate dietro le reti come cani in un canile, come si può continuare a leggere libri, a scrivere parole e pensieri, a prendere un caffè a un tavolo in una piazza in queste belle giornate di primavera avanzante, come si fa mentre tanti disastri ci vengono sbattuti in casa e noi lì, seduti sul divano, a guardare chi ha perso tutto, la casa, la famiglia, tutto.

Come si può sopportare? In Giappone i ciliegi sono in fiore, dopo lo tsunami di nuovo come ad ogni stagione gli alberi si imbiancano, e la «neve sottile» che incantava Tanizaki torna a cadere dai rami. La Natura è così, con la stessa indifferenza distrugge e fiorisce, semina morte e poi ci dice che tutto rinasce. Tutto è lasciato al caso, nasce e muore per caso. Devo citare Leopardi? Anche la guerra e le vicende della guerra sembrano nascere per caso ed essere dominate dal caso.

Prima la politica cercava di spiegare le cause, i perché di una guerra, le motivazioni, e se non ce la faceva se le inventava e le sosteneva con la propaganda, insomma c'era sempre una ragione che veniva scovata. Ma questa volta non si riesce a trovare niente. Perché siamo in guerra? Come va la guerra? Chi vince? Chi perde? Chi spara su chi? Cosa ci si aspetta mentre morti e feriti aumentano? Di questo nulla si sa.

RAFFAELE LA CAPRIA

E delle rivolte in Egitto, in Tunisia, di quei giovani che chiedevano libertà e democrazia, cosa si sa? Molti, moltissimi, se ne vanno via coi barconi, verso l'Europa, e la rivoluzione se la lasciano alle spalle. Come si fa a fare una rivoluzione andandosene via sul più bello, lasciando le cose come stavano? Anche questo non si capisce. Non credono più a quello che gridavano pochi giorni prima nelle piazze? Ma no, al Cairo ritornano a protestare, e in Libia Gheddafi guadagna terreno, e la situazione è sempre fluida, è sempre incerta, e nulla si sa.

E nulla di preciso si sa della Siria, dello Yemen, del Bahrein, della Costa d'Avorio, nulla, solo morti e feriti, quelli sono certi, solo il loro numero è incerto. Mentre tutto questo accade, mentre tutto questo noi vediamo in tivù, nella stessa trasmissione si parla di Ruby, di bunga bunga, ci accapigliamo, moralizziamo, pettegoliamo, facciamo gli spiritosi con le vignette, le barzellette, la satira, si ride, si applaude con conforme spirito partigiano, il battibecco sostituisce il dialogo, e tutti avvertono che il limite è stato superato, tutti dicono di abbassare i toni, e mentre lo dicono hanno le voci alterate, e mentre lo dicono di nuovo si accende la rissa. Pubblicità, devo interrompere, pubblicità...

 

 


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