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GRASSO CHE VOLA! - IL CRITICONE DEL CORRIERE GASATISSIMO PER L’ESORDIO DEL “TRITACARNE” DI GIUSEPPE CRUCIANI, SU CURRENT-SKY: \"AVVINCENTE la politica trattata come bassa macelleria\" - E CHIUDE CON 10 GOCCE DI VELENO PER BIRIGNAO BIGNARDI COL SUO “MARZULLISMO VANITY FAIR” - CIAK, SI CANTA IL DE PROFUNDIS DI BELÉN: L’ACCOPPIATA CON FACCHINETTI FA FLOP, PIACE SOLO AI TELE-MORENTI ULTRA65ENNI…

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Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

rif61 daria bignardi

- Nella sua penultima apparizione televisiva Giuseppe Cruciani era stato poco convincente. Colpa di un format, "Complotti", spolpato da troppe trasmissioni simili (il giallo irrisolto, gli intrighi, i misteri...) e da troppi incapaci che si sono improvvisati investigatori. Dell'ultima, "Controcampo", meglio tacere. Di tutt'altro genere, è il caso di dirlo, la nuova, avvincente esperienza di "Tritacarne", ovvero la politica trattata come bassa macelleria (Current, canale 130 di Sky, venerdì, ore 23).

Scenografia essenziale, quasi un omaggio al film Talk Radio (in bell'evidenza alcuni ferri del mestiere), camicia bianca e cravatta, stile Gianni Riotta, iPad fra le mani, Cruciani disseziona i suoi primi due ospiti, Daniela Santanché e Luigi De Magistris, al grido "per scoprire un personaggio bisogna farlo a pezzi!".

Daniela Santanché è descritta come una "pretoriana televisiva del Cavaliere", ridicolizzata per la storia del Master in Bocconi, analizzata nei suoi scontri con gli avversari, irrisa con l'aiuto dell'imitazione di Paola Cortellesi. A De Magistris va ancora peggio: schernito con singolare freddezza per le sue incongruenze, per il suo moralismo d'accatto, per l'uso disinvolto della politica.

giuseppe cruciani

Il metodo Cruciani consiste nel prendere alcuni gesti e soprattutto alcune frasi delle sue "vittime" e tagliuzzarli nel suo coltello rotante, facendo emergere contraddizioni e incoerenze. Dal punto di vista mediatico, l'aspetto più interessante è che Cruciani utilizza il suo programma radiofonico "La zanzara" come archivio, come fonte primaria. Non so se su altre reti sia possibile mandare in onda un programma del genere; per intanto godiamocelo e seguiamo con curiosità il vaccinaro.

P.S. Al termine delle "Invasioni barbariche", Daria Bignardi ha fatto intendere che nella prossima stagione vorrebbe cambiare format. Saggia e apprezzabile decisione. L'ultima puntata, dall'inizio alla fine, è stata un inno al marzullismo vanity fair.


2 - «CIAK... SI CANTA» NOSTALGIA PER POCHI
Aldo Grasso per il "Corriere della Sera"

ALDO GRASSO CRITICO TV

Si può «ringiovanire» la nostalgia? Si sa che, in televisione come nella vita, forte è la spinta a guardare indietro, "ai migliori anni" , al tempo glorioso che è stato. Ne è testimone un filone pubblicitario tutto giocato sul filo del ricordo, e ne è testimone, ovviamente, la tv, che mette in moto la nostalgia per farne un ingrediente in grado di catalizzare pubblico. Uno degli esempi in onda è "Ciak... si canta", che "rivitalizza" le canzonette del passato e i "videoclip".

La formula è chiara, e nelle prime due edizioni ha pure soddisfatto l'interesse di Raiuno, la più passatista fra le nostre reti. Ma quest'anno "Ciak... si canta", che ha mantenuto la stessa collocazione del venerdì, sta collezionando ascolti poco lusinghieri. Il pubblico a casa preferisce decisamente l'action di "Squadra Antimafia 3", su Canale 5. E penalizza la scelta di un radicale cambio di conduzione (nonché di "giuria", ingrediente ormai indispensabile in questo genere di varietà), che ha visto salire al timone due "giovani" come Francesco "Dj" Facchinetti e Belén Rodriguez.

Facchinetti e Belen

E allora, se il programma, pur senza picchi e senza gloria, funzionava, ora perde i pezzi: l'esordio sopra i 4 milioni mostrava già un "debito", rispetto alla scorsa edizione, di mezzo milione di persone. La seconda puntata è andata letteralmente a picco: 3.574.000 spettatori, meno del 15% di share, cinque punti sotto Canale 5. La cosa che più colpisce, però, è che il pubblico non si è solo assottigliato; ma è decisamente "invecchiato".

Il solo target su cui il programma pare funzionare è composto dagli ultra65enni, con netta prevalenza femminile, livelli d'istruzione medio-bassi, e residenza al Centro-Sud del Paese. Insomma, lo zoccolo duro della rete, quello che non si sposta nemmeno a cannonate. In collaborazione con Massimo Scaglioni, elaborazione Geca Italia su dati Auditel.

 


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