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1- CRONACA MARXIANA (TENDENZA GROUCHO MARX) DEL DIVINO QUIRINO CONTI DELLA MATINÉE ROMANA DI GIOVEDÌ SCORSO PER LA PROIEZIONE ALLA STAMPA DI “HABEMUS PAPAM” 2- \"L’IMPRESSIONE ERA CHE SI FOSSE DA UN’ALTRA PARTE, E NON DI CERTO A UNA PRIMA DI UN FILM DI MORETTI TANTO ATTESO. “ANCHE PER I CAPELLI BIANCHI, LE MÈCHE SONO FONDAMENTALI,” DICEVA UNA SIGNORA CON PESANTE STRASCICO DI SSSC ALLA VELTRONI, OPULENTA, BIONDISSIMA E BOCCOLUTA. “COME ARMANI E TRONCHETTI. ALTRIMENTI, È UN BIANCO GIALLASTRO. CON LE MESSSC, INVECE, LA TESTA ACQUISTA LUCE… LUMINOSITÀ!” 3- \"BARBE OVUNQUE; PERSINO UN RESIDUALE BAFFO ALLA MORETTI (NATURALMENTE NON “LUI”, MA IL CAPO BR). A POCO A POCO, UN’UMANITÀ TRISTANZUOLA E MONOCROMA STAVA RIEMPIENDO DI SÉ E DEL SUO INDEFINIBILE QUALUNQUE, OGNI RANGO DI POLTRONE\"

Next: 1- SOLO ORA, SULL’ONDA DEL SUO TERRIBILE ASSASSINIO, SI DA NOTIZIA DI UN VIDEO CARICATO IL 12 OTTOBRE SCORSO, DI VITTORIO ARRIGONI CHE MASSACRA IL \"SIONISTA\" SAVIANO 2- L’AUTORE DI \"GOMORRA\" ERA INTERVENUTO AD UNA MANIFESTAZIONE A ROMA CHIAMATA ’PER LA VERITÀ, PER ISRAELE’ DEFINENDOLA ’UNA DEMOCRAZIA SOTTO ASSEDIO’ 3- \"’SE AVESSI AVUTO IL TEMPO DI GIRARE PER TEL AVIV (CHE SAVIANO DEFINIVA UNA \"CITTà CHE NON DORME MAI PIENA DI VITA E DI TOLLERANZA\") TI SARESTI RESO CONTO DELLE VERE LUCI DELLA CITTà, CHE SONO LE SUE OMBRE: DEI GHETTI DOVE VIVONO SEGREGATI GLI ARABI ISRAELIANI CHE SONO GLI STESSI GHETTI DEI NERI IN SUDAFRICA. NON HANNO DIRITTO ALLA PROPRIETÀ, NON POSSONO SPOSARSI. NELSON MANDELA SONO ANNI CHE DENUNCIA IL RAZZISMO DI ISRAELE. STO PARLANDO DI MANDELA, NON DI FABIO FAZIO. CARO SAVIANO, SCENDI DAL CARRARMATO E VIENI AD ABBRACCIARE LE VITTIME\" 4- ORA CHE FARà SAVIANO? QUERELERà ARRIGONI COME HA FATTO CON \"LIBERAZIONE\"?
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Quirino Conti per Dagospia

MORETTI- HABEMUS PAPAMQuirino Conti by Falsini

All'interno, la temperatura della sala era raggelante: notevolmente inferiore a quella, già rigida, di via Quattro Fontane. Né accennava ad addolcirsi con l'ingresso, a gruppi, a sciami, degli invitati. Così che il neofita, alla sua prima esperienza del genere, tra sé e sé pensava che se quello era il Cinema e la sua ospitalità forse c'era poco da stupirsi, poi, per le defezioni e l'abbandono del pubblico.

Comunque. Un'umanità tristanzuola e monocroma stava infatti riempiendo di sé e del suo indefinibile Qualunque i corridoi laterali e, a poco a poco, ogni rango di poltrone.

MORETTI- HABEMUS PAPAM

E poiché chiunque entrava era convinto di doversi procurare un posto inevitabilmente accanto a qualcun altro, era tutto un turbinio di cenni, di baci lanciati e di indici arrotolati in aria: rinviando a quando lo si fosse raggiunto, quel certo posto, accanto a chi lo doveva tenere, il fondamentale racconto di qualcosa ora solo accennato.

Niente a che vedere con il giornalismo cinematografico classico, quello raccontato mille volte dal Cinema stesso: neppure una sciarpa bianca in giro, né una bella checca lustra e azzimata, come si deve. Niente insomma di rivelabile, né di rilevante; come se ignoti e neutri passanti si fossero fatti deviare dentro quel cinema, per comodità, per snellire il traffico o per un forzato concentramento.

MORETTI- HABEMUS PAPAM

Molte teste mediocremente platinate, persino qualche berretto con visiera, e chissà mai perché, con quel gelo, diverse polo rigate con vasta barratura orizzontale su giovanotti neppure troppo giovani. E poi, nell'aria, discorsi di ogni genere: ma neppure uno, che fosse uno, a portata di udito del nostro neofita, che riguardasse il Cinema, quel film, l'autore, il papato, o qualsiasi altra cosa inerente a quelle dieci e un quarto del mattino, all'interno del Quattro Fontane.

MORETTI- HABEMUS PAPAM ROMA -MORETTI- HABEMUS PAPAM

"Anche per i capelli bianchi, le mèche sono fondamentali," diceva una signora con pesante strascico di sssc alla Veltroni, opulenta, biondissima e boccoluta, a un giovane signore grigio e slanciato, per quel che si poteva vedere dalla vita in su. E distante da lui due o tre file di poltrone. "Come Armani..." proseguiva convinta, "e Tronchetti Provera. Altrimenti, è un bianco giallastro. Con le messsc, invece, la testa acquista luce... luminosità!" L'altro assentiva, molto attento, in verità, a quei discorsi.

Quindi: "È un tipo molto sulle sue, quel Guglielmi..." biascicando quel nome con un tono meno squillante e declamatorio, "un antipatico!... Nel suo palazzo abita una mia amica medico: be', tutte le volte che lo incontra in ascensore - ne è ormai atterrita - lui pretende di farsi auscultare; chiedendole poi di indicargli in quattro e quattr'otto due o tre medicinali meglio adattabili al suo problema... Non ne può più!".

MORETTI PAPA

Intanto, dalla fila dietro: "Ho ritirato fuori i vestiti d'inverno", mentre continuava a tossire da far paura. "...Dalle otto alle otto e cinquanta ho aspettato la metropolitana. Poi si è fermata per un quarto d'ora," qui sembrava stesse per strozzarsi, "e una signora che diceva di sentirsi male strillava che aprissero le porte. Ma nessuno le dava retta. Uno ha anche detto: ‘Tornatene a casa tua!'. Era straniera!".

MORETTI- HABEMUS PAPAM

E l'altra, senza badarle: "Per lei ho scelto un bel completo in tono. Per lui, un portachiavi della Roma". "Brava!". Da sinistra, poi, sfogliando la bella brochure, un ragazzo neppure trentenne alla sua vicina coetanea, con stupore: "Ah! Piccoli ha fatto anche ''La grande abbuffata'' di Ferreri, nel '73...". E l'altra, meravigliatissima: "Non lo sapevo!".

Nel frattempo era entrato Luca Telese, nuovamente con pizzo e baffi: a gran voce si ricongiungeva con qualcuno all'altro capo della sala. Dominò il brusio per qualche tempo, poi si spense anche il suo tono acuto. A guardarsi intorno, l'età media era molto inferiore a quella che ci si immagina debbano avere esperti patentati e firme di rango. Comunque, più maschi che femmine: e tra queste, chissà mai perché, moltissime sosia dell'Annunziata.

Habemus Papam Nanni Moretti Set Da Sky

Se possibile, il gelo aumentava. Una vicina con occhiali alla Anouk Aimée, distante dal neofita una postazione, la occupava con la sua borsa, invitandolo a poggiarvi anche il suo zaino. E non appena con un sorriso di gratitudine lui lo ebbe fatto, ecco che un signore iniziava a scavalcare una decina di poltrone vuote pur di venirsi a sedere proprio lì, tra loro due. Costringendoli dunque a riappropriarsi dei rispettivi bagagli.

Habemus Papam Nanni Moretti Set Da Sky

Intanto la sala si animava di schiocchi di luce, ovunque; ciascuno con il proprio lanternino tecnologico in mano: un popolo di lucciole a pila, insomma. Finalmente, entrarono due o tre giornalisti riconoscibili; con l'aria di sentirsi a casa fino a quando non ebbero scoperto d'essere anch'essi, proprio loro, ormai senza posto.

Interrompendo pertanto quell'iniziale, ilare e sciolto ingresso disinvolto, si scomposero immediatamente in frettolosi slanci verso quel poco che restava di vellutato e di rosso - le ultime poltrone - tra tanto grigiore.

Barbe ovunque; persino un residuale baffo alla Moretti (naturalmente non lui "lui", ma il capo delle BR). In genere, un'aria poco sveglia e afflitta su tutti. "Dev'esserci stato qualcosa di grosso..." si sentì allora da destra, "non c'era un autobus neanche a pagarlo..." "Piazza Barberini è completamente bloccata," confermò un altro.

Habemus Papam Nanni Moretti Set Da Sky

E ancora, ma stavolta da dietro: "A Trastevere?!?... Ma come ci vai?!?... Che gli è venuto in testa di farlo a Trastevere!?!... Arriveremo che è tutto finito!". Quindi, le luci si abbassarono: e, come non fosse passato un solo giorno da quei beati felliniani anni Cinquanta, il solito "oooohhhhh!" dei cinema parrocchiali. Tra l'estasiato e il "finalmente!".

SANDRA AMURRI LUCA TELESE

Titoli di testa: il film. Il nostro neofita, a corto di kleenex, non aveva immaginato di piangere tanto: per la bellezza, le risate, e l'infinita commozione. Il suo vicino, quello che si era preso il posto della borsa e dello zaino, era rapito: e quando rideva, rideva come quando si è felici.

ROMA -MORETTI- HABEMUS PAPAM

L'altro, dall'altro lato - quello che non sapeva di Piccoli -, dopo un po' era come volesse dirlo al mondo intero, quel che gli passava nel cuore. E intanto si taceva e si rideva allo stesso modo, negli stessi tempi. E quando la sala taceva era come se un'estasi avesse preso possesso di tutti. Per una perfezione impareggiabile. Se si rideva, perché nessuno è come lui.

ROMA-QUATTRO FONTANE

Sui titoli di coda il nostro neofita se ne andò che faceva pietà. Non poteva rassegnarsi a quel finale. Era in ogni modo eccessivo. Troppo coraggioso, tempestivo, eroico, morale, religioso, troppo tutto, insomma, senza alcuna mediocrità possibile. E nonostante il solito Celestino V, era la sola cosa che non avrebbe mai previsto. Con tutto quel che c'è intorno.

Trovò via delle Quattro Fontane che si arruffava del suo solito caos; intanto che, all'angolo, Borromini continuava a fare da spartitraffico.

 


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