1- BOLLORE': NON RINNOVA IL MANDATO DI BERNHEIM NEL CDA DI HAVAS
Radiocor - Antoine Bernheim esce dal cda di Havas, il gruppo di comunicazione e pubblicita' controllato da Vincent Bollore'. A conferma del gelo sceso tra il presidente d'onore di Generali e il finanziere bretone un tempo suo 'discepolo' ed alleato, come risulta dai documenti assembleari consultati da Radiocor, il mandato di Bernheim quale amministratore di Havas, in scadenza con l'assemblea del 10 maggio, non viene rinnovato.
Bernheim siede anche nel cda del gruppo Bollore', di cui e' vice-presidente, con un incarico in scadenza nel 2013. In una recente intervista al quotidiano 'Les Echos', Bernheim lamentava anche di essere stato privato dell'uso dell'aereo aziendale del gruppo Bollore' per i suoi spostamenti professionali, sulla scia di alcune dichiarazioni critiche nei confronti di Vincent Bollore'.
I rapporti di lunga data tra Bernheim e Bollore' sono diventati problematici dallo scorso anno, quando Bernheim e' stato sostituito alla presidenza di Generali da Cesare Geronzi, con il bene placito di Bollore'. Da rilevare, che in base ai documenti di Havas, l'indirizzo professionale dell'87enne ex-presidente di Generali e' la sede parigina di Banca Leonardo & Co, in rue d'Anjou.
GESARE GERONZI E GABRIELE GALATERI2- CESARE: ET TU?
Dagotraduzione da "The Economist"
Non c'è stato bisogno del coltello. La minaccia di un'estromissione forzata e l'offerta di un'enorme buonuscita pari a 16,6 milioni di euro è bastata per convincere Cesare Geronzi a rassegnare le dimissioni dalla presidenza di Assicurazioni Generali, il sei aprile scorso. Due giorni più tardi è stato sostituito dalla più rassicurante figura di Gabriele Galateri, vicepresidente di Generali dal 2003 allo scorso anno.
Cuccia Geronzi e RomitiIl signor Geronzi, un motore di lungo corso nei circoli politici e di affari italiani, si era inimicato buona parte del board durante l'anno del suo incarico di presidente, grazie soprattutto a esternazioni senza peli sulla lingua riguardanti le strategie per il futuro della compagnia.
Il suo periodo da presidente non sembra aver nuociuto al bilancio di Generali, che nel 2010 ha registrato un balzo pari al 30% di utili netti, fino a 1,7 miliardi di euro. Giovanni Perissinotto, l'amministratore delegato di Generali, attribuisce la buona performance nel settore vita ai molti investimenti compiuti e ai network di distribuzione in Italia, Francia e Germania, che sono di proprietà della compagnia.
giovanni perissinotto 03 lapIn base a quanto riferisce una persona che conosce bene come sono andate le cose, i buoni risultati sono dovuti a decisioni prese ben prima dell'arrivo del signor Geronzi e un prolungamento della sua presidenza avrebbe portato nuvole all'orizzonte, rendendo meno sereno il futuro di Generali. La percezione che Generali sia intrappolata in una rete di connessioni politiche e industriali può spiegare il perché il prezzo delle sue azioni è rimasto arretrato rispetto alla concorrenza.
Alberto Nagel e Renato PagliaroI titoli potrebbero non salire alle stelle nemmeno adesso. Generali intende risparmiare nella tecnologia, settore in cui al momento la compagnia investe circa 1,5 miliardi di euro l'anno, e di dare una stretta alla gestione del contenzioso. Nei suoi mercati chiave (ormai maturi) dell'Europa Occidentale, la compagnia si concentrerà su prodotti pensionistici e di copertura sanitaria. Allargando lo sguardo, l'Europa dell'est ha un enorme potenziale, così come il private banking in Asia.
LE PARTECIPAZIONI MEDIOBANCA GENERALIMa il vento dell'economia è contrario, specialmente per quanto riguarda le polizze diverse da quelle sulla vita. Le compagnie sono disposte ad abbassare i premi assicurativi. I problemi delle RC Auto in Italia, che rappresentano un terzo del fatturato "non-vita" di Generali, sono peggiorati insieme con l'economia. Sono aumentate le truffe e le richieste di risarcimento poco chiare, e intanto le famiglie hanno cercato di risparmiare. Non c'è molto che Generali possa fare per evitare le alluvioni in Francia e nell'Europa centrale che hanno pesato sui risultati dell'ultimo anno, tuttavia è in cantiere la creazione di un dipartimento di riassicurazioni interno.
CDA GENERALINemmeno l'uscita di scena di Geronzi fuga i dubbi in merito alla libertà di movimento di Generali. Mediobanca, una banca d'affari con legami pesanti, rimane l'azionista principale della compagnia assicurativa. Generali ha partecipazioni in una miriade di compagnie italiane, considerate strategiche per il Paese. Vendendo quelle in Rcs Mediagroup, Atlantia, Pirelli e Intesa Sanpaolo, così come la sua partecipazione indiretta in Telecom Italia, potrebbe dimostrare la propria indipendenza. Ma l'elegante signor Galateri, egli stesso un ex presidente di Mediobanca, potrebbe non avere il coraggio di farlo.