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GRAN JAMAHIRIYA DI SARDEGNA - LE SVACCANZE SARDE DEI GHEDDAFINI IN COSTA SMERALDA - SOGGIORNI EXTRA LUSSO SPONSORIZZATI DA MARTA MARZOTTO E BUNGA BUNGA PER I FIGLI DEL RAIS (CON TANTO DI RISSE E SCORRIBANDE IN AUTO) - NELL’ISOLA ANCHE GRANDI AFFARI PER LA SARAS DI MORATTI (IL 40% DEL PETROLIO LAVORATO NELLA RAFFINERIA ARRIVA DALLA LIBIA) - E L’UNIVERSITÀ DI SASSARI VOLEVA PERFINO DARGLI UNA LAUREA AD HONOREM…

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Maurizio Porcu per "L'espresso" in edicola domani

Seif al Arab Gheddafi La spada

È sempre stato molto stretto il rapporto dei Gheddafi con la Sardegna. Non solo per ragioni economiche ma anche perché da quasi vent'anni i giovani rampolli del dittatore libico erano di casa in Costa Smeralda.

I più discreti erano Seif, il figlio pittore, e Aisha, raramente vista fuori dalla sontuosa villa sul mare. Invece Anibal, "il capitano" - un debole per gli yacht e le crociere - in Costa Smeralda ha sempre alternato il suo panfilo chilometrico alle scorribande automobilistiche, durante le quali confondeva le strade di Porto Cervo con quelle di un Gran Premio di Formula uno. Anche Moutassem ("il dottore" che alla professione medica ha preferito dedicarsi alla cura degli investimenti finanziari) e Al Saadi (bidone del calcio che ha giocato nel Perugia, Udinese e Sampdoria) si sono fatti notare per spese folli e notti brave in discoteca a base di cocktail, risse con i buttafuori e scorribande con auto sportive.

Saadi Gheddafi Il calciatore

In Sardegna i Gheddafini sono arrivati nel 1994, accompagnati fin d'allora da Marta Marzotto, che nel corso degli anni è sempre stata al fianco della famiglia del Rais: «Al Saadi è un ragazzo simpatico, dolcissimo, per niente arrogante. Essere ricco, possedere macchine e panfili non é un peccato. Forse scatena la gelosia, come in questo caso», sosteneva la contessa.

Mutassim Gheddafi Il prodigo

Nell'estate del 2003 i Gheddafi, si rendono partecipi di una mega rissa di cui nell'isola ci si ricorda ancora, ma l'anno più 'caldo' è il 2005: quando i giovani figli del dittatore passano quasi tutta l'estate in Costa. A luglio Al Saadi si rende protagonista di un tragico incidente, ma a farsi carico del fattaccio sarà un uomo della scorta e nessuno saprà più niente. E pochi giorni dopo lo stesso Al Saadi sfreccia alle quattro di notte con la sua Ferrari nera sulle curve di Porto Cervo, da Liscia di Vacca al Piccolo Pevero.

Nello stesso anno i Gheddafi presentano un piano di sviluppo turistico sulle coste libiche. Progetto che forse ha riempito un po' di pagine dei giornali e del quale non si è saputo più nulla. Anzi: l'estate finisce col conto in rosso: non per gli spacconi libici ma per gli hotel che li ospitavano. Si parla di 3-400 mila euro mai pagati.

Muhammad Gheddafi Lo zelota

Non si contano gli amori per Al Saadi e Moutassem durante le loro vacanze sarde. Fidanzata di Al Saadi è l'attrice Isabella Orsini, prima di conoscere il principe del Belgio Edouard Lamoral e convolare a nozze con lui nel 2009. Colpito dal fascino delle italiane è anche Moutassem che, fino al 2009, era fidanzato con Francesca Chillemi, miss Italia 2003.

La ciliegina sulla torta, non si capisce bene se per i meriti come statista o per come ha cresciuto i figli, la vuole mettere la Facoltà di Giurisprudenza di Sassari con la proposta di una laurea honoris causa al dittatore. La proposta viene difesa dal preside Giovanni Lobrano e approvata dal consiglio di facoltà. Un regalo in vista della sua partecipazione al G8, che da lì a poco si terrà a L'Aquila.

Khamis Gheddafi Il piccolo

Parte però la levata di scudi che vede in prima linea il professor Attilio Mastino, che da lì a poco diventerà Rettore, che la bolla come «un'idea inappropriata». Segue la raccolta di firme dei Radicali che vedono schierati dalla loro parte 560 docenti della facoltà italiane e la proposta della laurea honoris causa si arena.

La presenza di Muammar Gheddafi in Sardegna ha un peso ancora più importante se si va a Sarroch, periferia di Cagliari, e si bussa alla Saras della famiglia Moratti. In un comunicato stampa dei giorni scorsi, la società che gestisce la più importante raffineria italiana (per quantità di greggio lavorato e per fatturato) ha rassicurato i mercati dicendo che non ci sono rischi, per ora, dal tracollo del regime libico. Qualche dubbio però rimane visto che il 40 per cento dei 13 milioni di tonnellate di greggio che vengono lavorati in Sardegna, arriva proprio dalla Libia.

Hannibal Gheddafi Il vandalo

È così che il contraccolpo economico della crisi libica potrebbe partire proprio dalla Sardegna investendo Sicilia e Lombardia che sono le Regioni italiane più interessate dai rapporti economici con la Libia. A livello nazionale, spiegano dalla Cgia di Mestre, nei primi nove mesi del 2010, il saldo commerciale con la Gran Jamahiriya si è chiuso con un risultato di -6,7 miliardi di euro, dato dalla differenza tra il valore delle importazioni dal paese nord africano (pari a 8,54 miliardi di euro) e dalle esportazioni realizzate dalle nostre imprese verso la Libia (valore pari a 1,82 miliardi di euro).

Marzotto Marta

Sempre nei primi nove mesi del 2010 il saldo commerciale per Sardegna, Sicilia e Lombardia presenta valori estremamente negativi. Nel primo caso il saldo è stato pari a -1,629 miliardi di euro, nel secondo caso -1,051 miliardi di euro, nel terzo caso pari a 1,019 miliardi di euro. In queste aree, aggiungono dall'associazione mestrina, l'incidenza percentuale del gas e del petrolio sul totale delle importazioni dalla Libia oscilla tra il 95,5 per cento della Sardegna, il 78,8 per cento della Sicilia e il 70,9 per cento della Lombardia.

 


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