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CAFONALINO PRO-CESSO (BREVE) - FOTOCRONACA DELLA MARATONA DI DUE GIORNI CHE HA SALVATO IL BANAN (COMPRESO L’INCIUCIO TREMONTI-SCAJOLA) - LA CAMERA APPROVA E L’OPPOSIZIONE GRIDA “PI-DUE, PI-DUE, PI-DUE” A CICCHITTO CHE SE LA RIDE: “ALCUNI DEI VOSTRI HANNO VOTATO CON NOI” - E INFATTI SUI TRADITORI INFURIA LA POLEMICA TRA I TIPINI FINI: URSO E RONCHI SUL BANCO DEGLI IMPUTATI SMENTISCONO INDIGNATI, MA CON IL BOCCHINO INCARFAGNATO LA RESA DEI CONTI È SOLO RIMANDATA ALLE AMMINISTRATIVE…

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Foto di Umberto Pizzi da Zagarolo

PRESTIGIACOMO BRAMBILLA ALFANO GELMINI


1 - IL VOLERE DEL RE È STATO ESAUDITO
Fabrizio D'Esposito per "il Fatto quotidiano"

Alle otto e venti di sera l'ultima immagine sono i cartelli alzati dai deputati dipietristi. Indicano i processi ammazzati dalla legge ad personam voluta dal Caimano. Su uno giallo c'è scritto: "Strage di Viareggio, nessuna giustizia". Il processo breve, anzi la prescrizione breve come precisa il democrat Fassino, già guardasigilli, è stato appena approvata.

RENATO BRUNETTA GIULIO TREMONTI

Alla votazione nominale numero 138 della maratona di due giorni imposta dal centrodestra. In aula i presenti sono 610. Votano a favore 314, contro 296. Fine. Dopo qualche minuto il Cavaliere tronfio e trionfante annuncia: "Adesso, avanti come i treni".

RENATO BRUNETTA GIULIO TREMONTI

Un film tragico che ha nei titoli di coda l'intervento grottesco e un po' stantio di Fabrizio Cicchitto. Il capogruppo del Pdl, già socialista, fa la dichiarazione di voto e ritira fuori la solita solfa dei due pesi e delle due misure di Tangentopoli, dei pm che hanno salvato il Pci (cita Di Pietro, Occhetto e la famosa storia del miliardo portato da Gardini a Botteghe Oscure ma non si sa a chi). Imita pure, sfondando il muro del ridicolo, il Moro democristiano che nel pieno dello scandalo Lockheed gridò: "Non ci faremo processare nelle piazze".

RIZZOLI E BETULLA

Né nelle "aule giudiziarie", aggiunge Cicchitto qualora non si fosse ancora capito. A quel punto dai banchi del Pd parte un coro perentorio. Al falco berlusconiano viene ricordata la sua provenienza piduista, tessera numero 2232: "Pi-due, Pi-due, Pi-due". Cicchitto reagisce sbattendo in faccia all'intera opposizione l'esito di uno scrutinio segreto su un emendamento dell'Italia dei valori, di tre ore prima: "Alcuni voti vostri sono venuti a noi". È accaduto alla votazione numero 91 delle 17 e 15.

PANIZ ALFANO LA RUSSA

La maggioranza che da due ore oscilla tra 307 e 310 s'impenna d'improvviso: 316 recitano i due tabelloni luminosi. Sono sei franchi tiratori che mandano segnali rassicuranti al premier, che due settimane fa circa parlò di nuovi sette arrivi. I sospetti si addensano tutti verso i banchi di centro tendenti a destra di Futuro e Libertà, il partito del presidente della Camera, dove il gruppetto delle colombe di Urso e Ronchi è da tempo in sofferenza e cerca il pretesto per la rottura definitiva. Ma forse qualche mal di pancia a rischio c'è anche nel Pd.

MINISTRE ATTENTE AL IPAD

La tappa finale della prescrizione breve, dopo la "notturna" di lunedì, comincia alle 9 e 40. Il processo verbale offre una lunga sequenza di epiteti e aggettivi che l'opposizione adopera per il Caimano: "criminale", "delinquente", "eversivo e dannoso". Viene evocata "la suburra triviale" delle sue residenze private. Qualcuno motteggia: "Berlusconi non è fortunato in amore ma con la giustizia sì". Il premier è il Grande Assente che incombe su Montecitorio.

MASSIMO DALEMA HORIGAMI

La sua sedia ai banchi del governo rimarrà quasi sempre vuota (occupata simbolicamente da Tremonti per un'ora), a conferma del "conflitto d'interessi" generato dalla prescrizione breve (parole di un La Malfa di nuovo all'opposizione applaudito finanche da Di Pietro). Il mattatore della mattinata è l'ormai famoso Domenico Scilipoti detto Mimmo, l'ex Idv passato con i Responsabili filoberlusconiani. Scilipoti sgambetta avanti e indietro per l'aula, poi accelera per votare.

MARIAROSARIA ROSSI SI AGGIUSTA

Ma l'imprevisto è in agguato. Il suo congegno elettronico non funziona. Rosy Bindi è la presidente di turno. Segnala col microfono i deputati in difficoltà, che non riescono a esprimere il voto. Nomina "Scilipoti" tre volte e partono gli sfottò. Poi un coro a due dei dipietristi Barbato e Borghesi. Un grido alto e nitido: "Muunnezza".

LA RUSSA DA BATTAGLIA

Spazzatura in dialetto napoletano. Il finiano Menia infierisce: "Signor presidente, Scilipoti è la terza volta che non riesce a votare. Suggerisco di trasferire lui e la Siliquini (ex di Fli ricompensata con una poltrona nel cda delle Poste, ndr) direttamente ai banchi del governo. Così otterranno un pagamento anticipato".

LA RUSSA PRESTIGIACOMO PAOLO BONAIUTI

Alle tredici e trenta la seduta viene sospesa per la farsesca pausa pranzo che consente ai ministri impegnati nel voto di fare una riunione di governo. Si riprende alle tre del pomeriggio. Ancora un grido di Barbato e Borghesi a Scilipoti: "Munnezza". Il centrodestra procede blindato una votazione dopo l'altra e boccia tutti gli emendamenti, compresi quelli per salvare i processi dell'Aquila e di Viareggio. Alle sette di sera comincia il giro finale delle dichiarazioni di voto. Antonio Di Pietro conia la figura del "delinquente del terzo tipo": "Ai tempi di Tangentopoli o facevi il latitante ad Hammamet oppure venivi da me e confessavi.

JOLE SANTELLI

Adesso invece prevale la logica del ‘me ne vado in Parlamento e mi faccio la legge'". Casini e Fassino prevedono che la legge non reggerà all'esame della Corte Costituzionale. Per la Lega parla la Lussana, moglie di un futuro sottosegretario centrista, il calabrese Galati. Poi Cicchitto, che ammette il vero intento della legge contro la "persecuzione ad personam" del Caimano.

GIULIO TREMONTI CLAUDIO SCAJOLA

Il centrodestra fischia anche i morti, quando la finiana Chiara Moroni, figlia del socialista Sergio, suicidatosi nel ‘92, invita a non strumentalizzare le vicende di Tangentopoli. Si vota e i deputati del Pd alzano le copie della Costituzione.

2- IL GIALLO DEI NUMERI - SOTTO ACCUSA URSO E RONCHI: NOI INNOCENTI...
Monica Guerzoni per il "Corriere della Sera"

UN PO DI RIPOSO

«Noi i franchi tiratori? Impossibile» . Andrea Ronchi esce dall'Aula e si infila alla buvette, inseguito dal sospetto di essere uno dei sei che, dai banchi delle opposizioni, hanno regalato a Berlusconi il brivido dei 316 voti, la maggioranza assoluta: «Ho votato col partito, io sono uno che ci mette la faccia» . Ma dentro Fli si è riaperta la caccia ai filoberlusconiani e poco importa che lo stesso presidente dei deputati finiani, Benedetto Della Vedova, scagioni i leader della minoranza: «Abbiamo votato compatti a favore dell'emendamento sottoposto a voto segreto.

VERDINI DI GIROLAMO

Come ho detto a Franceschini, il Pd ha sbagliato a chiederlo. Mandiamo sotto la maggioranza e andiamo a votare a giugno? Ma lo sanno o no che in Parlamento non ne trovi uno che vuole andare a votare?». Eppure basta percorrere pochi metri di tappeto rosso e scambiare due battute con Italo Bocchino, per capire quanto poco compatta sia la compagine del presidente della Camera. A pranzo Adolfo Urso ha riunito i suoi nella sede di Fare Futuro e, presenti una ventina fra deputati, senatori ed europarlamentari, ha fatto rullare i tamburi: «Tregua fino alle amministrative» .

ROSY BINDI

Un avviso che il vicepresidente di Fli interpreta come la più bellicosa delle dichiarazioni. «Cosa vuol dire tregua? Io proprio non l'ho capito - raccoglie la sfida Bocchino -. Dopo le elezioni si faranno i congressi e la tregua finirà per forza. Chi ha i numeri, vince» . La componente di Urso e Ronchi prevede per Gianfranco Fini una secca sconfitta alle Amministrative e alle assise di Futuro e libertà presenterà una sua mozione, con la speranza di sfilare il partito a Bocchino e riportarlo nell'alveo del centrodestra.

PAOLO ROMANI

E il vicepresidente attacca: «Non condivido le dichiarazioni che hanno fatto oggi dall'ala berlusconiana. Se parlano di tregua vuol dire che hanno fatto una guerra non utile al partito e che intendono continuare a farla» . E i franchi tiratori? Sono roba vostra, o no? «Uno può anche essere nostro- ammette Bocchino -. Ma non penso a una cosa strutturata. Da noi chi dissente lo fa fin troppo apertamente. E poi anche nel Pd ci sono gli ipergarantisti e i tacchini che non vogliono finire sulla tavola del Natale...» .

OVERSIZED

Il giallo è dunque svelato. Non finiani, ma tacchini. Cioè i deputati che, pur di scongiurare la fine prematura della legislatura e salvare la poltrona, sono disposti a votare con la maggioranza. «Sono convinto che Urso e Ronchi non si siano nascosti dietro il voto segreto - li difende Alessandro Ruben, uno dei deputati più vicini a Fini -. Se avranno qualcosa da dire lo faranno alla luce del sole» .

MARIANNA MADIA

Resta il fatto che il voto sul processo breve ha risvegliato i tormenti del Fli. Roberto Menia, solitamente moderato, è durissimo: «Chiunque ha votato col governo deve vergognarsi. Mi auguro che non si tratti di deputati del Fli e lo dico per la loro dignità. Qualcuno di noi ha paura e vuole tornare indietro? Lo faccia, va bene lo stesso» .

Flavia Perina getta acqua sul fuoco e spera che i franchi tiratori siano peones che hanno ceduto «allo spirito di autoconservazione» . Ma Fabio Granata è furioso: «Certezze non ne abbiamo, però ho paura che qualcuno dei nostri abbia voluto mandare un segnale. Ormai lo dicono apertamente, che aspettano solo le Amministrative per tornare con Berlusconi...»

 


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