Vittorio Malagutti per "il Fatto Quotidiano"
Elkann, Montezemolo, Botìn e MarchionneNel gran premio degli stipendi Luca di Montezemolo su Ferrari batte Sergio Marchionne. Il primo l'anno scorso ha incassato la bellezza di 8,7 milioni di compensi, mentre l'amministratore delegato del Lingotto si è fermato a quota 3,4 milioni. La performance dell'ex capo di Confindustria è merito in gran parte di stipendio e superbonus, 7,4 milioni in tutto, ricevuti come presidente dell'azienda di Maranello.
A questa somma vanno aggiunti 1,3 milioni versati direttamente da Fiat e così suddivisi: poco più di 200 mila euro per i quattro mesi del 2010 in cui Montezemolo è stato presidente del gruppo automobilistico, prima di lasciare il posto a John Elkann. E poi c'è la buonuscita: oltre un milione di euro.
Marchionne John Elkann e Luca Cordero di MontezemoloI dati sui compensi dei dirigenti del Lingotto sono riportati, come prescrive la legge, nel progetto di bilancio Fiat per il 2010 reso pubblico ieri. Conti alla mano, si può già anticipare che Montezemolo corre spedito verso il titolo di manager più pagato d'Italia, escludendo dalla graduatoria gli emolumenti una tantum come i 40 milioni ottenuti come liquidazione dall'ex numero uno di Unicredit, Alessandro Profumo.
Montezemolo Marchionne John ElkannInsomma, la Ferrari rende, eccome. La casa di Maranello avrà anche perso gli ultimi due titoli mondiali di Formula Uno, con utili aziendali in aumento solo nel 2010, ma evidentemente i compensi di Montezemolo sono blindati da un contratto d'oro. Se si sommano i compensi percepiti dall'ex presidente di Fiat negli ultimi tre anni si arriva a 17,1 milioni: 3,3 milioni nel 2008, 5,1 nel 2009 e, come detto, 8,7 per l'anno scorso.
Montezemolo Marchionne e john Elkann lasciano palazzo chigiMarchionne invece è in calo. Il capo della Fiat si deve accontentare (si fa per dire) di 3,4 milioni per il 2010 contro i 4,7 milioni ricevuti nel 2009. Da un anno all'altro il manager italo-canadese ha perso per strada il bonus di 1,3 milioni. È probabile, anche se il bilancio non lo dice, che i magri risultati del 2009 (848 milioni di perdite) abbiano avuto l'effetto di azzerare i premi per quell'anno, eventualmente da incassare nel 2010.
MARCHIONNE E CORDERO DI MONTEZEMOLOPoi c'è il capitolo stock option. Il tesoretto dell'amministratore delegato nel corso del 2010 si è un po' ridotto. Adesso Marchionne può contare su 16,9 milioni di opzioni di acquisto di titoli Fiat, contro i 19,4 milioni di cui disponeva l'anno scorso. Vuol dire che nell'arco di 12 mesi sono scadute 2,5 milioni di opzioni, probabilmente perchè non sono stati raggiunti gli obiettivi di redditività a cui era legato il loro esercizio. Poco male. Se il numero uno del Lingotto decidesse di passare alla cassa domani le sue stock option gli garantirebbero un profitto personale di circa 130 milioni di euro.
Montezemolo e Marchionne zona rimozione da l'UnitàLe opzioni ancora intestate a Marchionne danno diritto a sottoscrivere azioni Fiat in media a un prezzo di 9,09 euro, che è una quotazione riferita al gruppo tutto intero, prima della scissione varata a gennaio tra Fiat auto e Fiat industrial. Quindi, quei 9,09 euro vanno confrontati con 16,8 euro, che è la somma delle quotazioni dei due titoli attualmente sul listino. Marchionne, comunque, può prendersela comoda: le sue stock option scadono solo a novembre 2016.
fer07 montezemolo marchionneInfine, la retribuzione dell'amministratore delegato di Fiat comprende un'altra voce: le cosiddette stock grant. Tradotto, significa azioni in regalo, che vengono effettivamente assegnate solo se vengono centrati di particolari obbiettivi di bilancio. Su questo fronte Marchionne è andato al raddoppio. Nel 2009 disponeva di due milioni di stock grant, che adesso sono diventate quattro milioni. È un altro tesoretto, del valore, questa volta, di quasi 68 milioni. C'è una condizione però.
luiss32 marchionne montezemoloSe il manager vorrà trasformare in azioni le sue stock grant dovrà restare alla Fiat almeno fino alla fine del 2011. Cioè in pratica sino al termine del suo mandato che, salvo rinnovi, andrà in scadenza con l'assemblea dei soci della primavera 2012. Se poi Marchionne vorrà andarsene è già stata calcolata la sua buonuscita. Gli spetterebbe una somma, pagata a rate per 20 anni, pari a cinque volte il compenso fisso annuale. Totale: 15,5 milioni di euro.