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LIBIA, CHE FARE? - DOPO 2000 MISSIONI E 800 ATTACCHI, GHEDDAFI è ANCORA A TRIPOLI - I \"RAMBO-BENZINAI\" SARKO E CAMERON SENTONO ARIA DI FALLIMENTO E PROPONGONO ALLA NATO DI VOMITARE ALTRO PIOMBO SULLA LIBIA CON LA MOTIVAZIONE IPOCRITA: “DIFENDERE I CIVILI” - LE OPINIONI PUBBLICHE DI FRANCIA E INGHILTERRA SONO STANCHE DEL CONFLITTO, GLI USA SI SONO DEFILATI, ITALIA E SPAGNA SI GUARDANO BENE DALL’IMPICCIARSI E LA GERMANIA SE NE è SEMPRE FREGATA - IL NANO DELL’ELISEO SA CHE SENZA TRUPPE DI TERRA TUTTO RIMANE COM’È…

Next: 1- NELLA SOLITA FANFARA DEI GIORNALI SULLE GESTA DI MARPIONNE, CI PENSA “FT” A SEGARE LE GAMBE AL “SUPER-AMBIZIOSO MANAGER”: “IL SOGNO DI UN’AZIENDA DI SUCCESSO È ANCORA LONTANO. ANCHE SE SI RIUSCISSE AD ARRIVARE A UN’IPO NEL 2011, I DEBITI DI CHRYSLER RIMANGONO UN PESO ENORME. PER RAGGIUNGERE UN SOSTANZIALE PROGRESSO FINANZIARIO, NECESSARIE MOLTE PIÙ OPERAZIONI REDDITIZIE\" 2- POI GLIELA TIRA: “MARCHIONNE HA DEI PIANI PLAUSIBILI (NUOVI PRODOTTI, MENO COSTI) PER MIGLIORARE ENTRAMBE LE COMPAGNIE. MA I PROBLEMI CHE HANNO AFFLITTO CARLOS GHOSN SONO UNA LEZIONE DA NON SOTTOVALUTARE. NON SOLO IL SUPER-AMBIZIOSO AMMINISTRATORE DELEGATO FRANCO-LIBANESE DI RENAULT E NISSAN NON È RIUSCITO A GESTIRE BENE ENTRAMBE LE COMPAGNIE, MA IL CHIEF OPERATING OFFICER DI RENAULT È APPENA STATO MANDATO VIA - A CAUSA UNO SCANDALO CHE HA LA SUA ORIGINE IN UN ECCESSO DI SICUMERA MANAGERIALE\"
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Marco Zatterin per "la Stampa"

libia

Fuoco amico diplomatico sulla Nato, criticata da francesi e britannici, entrambi convinti che si potrebbe fare di più per i civili a Misurata. L'Alleanza Atlantica assicura che «stiamo facendo un grande lavoro con le nostre forze e stiamo ottemperando ai compiti della missione che c'è stata affidata». Le fanno da sponda Spagna e Italia, ma è chiaro che sull'intensità dell'azione militare gli alleati non hanno le stesse intenzioni e misure.

SITUAZIONE MILITARE IN LIBIA

Si vede anche su Eufor, il piano umanitario varato dall'Ue che potrebbe esordire in Libia su mandato Onu. Fra le ipotesi c'è l'utilizzo di soldati europei per proteggere i convogli. Molte capitali, fra cui Roma, hanno dubbi in proposito. Londra e Parigi però ora viaggiano in perfetta sintonia. Oggi fra l'altro Sarkozy riceverà a pranzo Cameron e i due delinearanno ulteriormente la strategia.

SARKOZY

Le missioni della Nato nei cieli della Libia hanno raggiunto quota duemila e il conto della azioni di attacco ha superato quota 800. La Francia ritiene siano insufficienti e mostra un'evidente frustrazione causata da carenti risultati in termini di gestione dell'opinione pubblica. L'Alleanza «deve interpretare la sua parte sino in fondo - ha dichiarato il ministro degli Esteri francese Alain Juppé. - Gli sforzi, sinora, non sono stati sufficienti».

Guerra in Libia

D'accordo gli inglesi, co-piloti dei bombardamenti prima che i generali di Bruxelles ne prendessero il timone. «Dobbiamo intensificare gli sforzi - ha affermato il capo del Foreign Office William Hague -, è per questo che nelle scorse settimane abbiamo offerto nuovi aerei capaci di colpire i bersagli da cui parte la minaccia per i civili». Parlando a Lussemburgo, a margine del Consiglio esteri Ue, il britannico ha detto che «sarebbe contento se gli altri facessero lo stesso». Appello, per ora, caduto nel vuoto.

cameron big

L'Italia è fra quanti non ci stanno a scaricare razzi sulla Libia. Ricorda il 1911, l'invasione della colonizzazione. «Ho espresso perplessità che derivano dalla nostra storia - ha ammesso Franco Frattini -. Abbiamo già reso disponibili mezzi fondamentali; ne parleremo nel governo e coi partner Nato». Oltretutto, ha aggiunto, «non possiamo dire che la Nato non sta lavorando bene». «La zona di esclusione aerea è un successo», sottolinea il collega spagnolo Diego Lopez Garrido.

sarkozy berlusconi

L'arringa difensiva della Nato è velata da qualche nota di irritazione. Dal 27 marzo «il ritmo delle missioni non è mai diminuito ed è rimasto elevato», ha contabilizzato una portavoce. Certo, ha puntualizzato il capo delle operazioni del comando Nato Shape, brigadiere generale Mark Van Uhm, «con più forze è possibile fare di più».

10 Obama Sarkozy e la Merkel

In Europa si guarda al futuro. I ministri degli Esteri hanno lavorato sulla ricetta per Eufor e i criteri della sua attivazione «se l'Onu lo richiederà». La Svezia ha guidato la pattuglia degli scettici sull'uso di forze militari per proteggere i convogli degli aiuti alla popolazione di Misurata. «Chi ha dubbi ha ragione - ha spiegato Catherine Ashton, rappresentante Ue per la politica estera - bisogna essere molto cauti». A suo avviso l'intervento dei soldati «non sarà comunque tradizionale» e ha fatto l'esempio dei cortei scortati dopo il terremoto di Haiti. Frattini, in precedenza, aveva sottolineato che «una cosa è proteggere una nave che trasporta aiuti umanitari, un'altra cosa è accompagnare la Croce Rossa sul territorio con forze armate di terra».

IL DISCORSO DI GHEDDAFI

Contatti in giornata anche con i ribelli del Consiglio nazionale temporaneo. Hanno presentato «una road map molto precisa», sottolinea Frattini assicurando che gli insorti sono in grado di assumere le redini del Paese in due settimane. Il ministro s'è detto possibilista rispetto alla richiesta del Cnt di ottenere armi. Un'ipotesi, a suo avviso, compatibile con la risoluzione dell'Onu. Discussione difficile. La pace è ancora lontana.

 


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