a cura di Minimo Riserbo, Falbalà e Pippo il Patriota
FAMIGLIA LIGRESTI1 - CHAPEAU!...
L'ex inviato dell'Espresso Vittorio Malagutti si dedica con amor di precisione a don Salvatore, il finanziere di Paternò al quale la Milano da bere (e da pere) non ha mai saputo dire di no. "Beffa Fondiaria, i soci pagano i lussi dei Ligresti. La famiglia usa i soldi degli azionisti per finanziare i propri passatempi. Le perdite di Atahotels e il purosangue di Jonella, tutto a spese del gruppo assicurativo" (CQ, p. 8). Che triste, quando tutti i figli messi insieme non valgono un pur poco commendevole padre.
2 - DIMENTICARE GERONZI...
Mentre Giulietto Tremendino gioca la carta Verderami per smentire qualunque complotto anti-Papi ("Tremonti e i sospetti: il complotto? Inesistente", Corriere p. 15), oggi vedremo in piazzetta Cuccia se il trio meravigliao Doris-Ben Ammar-Marina B. ha davvero le palle. Lo spiega un pezzo preciso e ordinato di Sergio Bocconi a pagina 37 del Corriere ("Ribaltone Generali, in Mediobanca il primo confronto"). Mentre su Repubblica, Giovanni Pons ha il diritto di divertirsi e svela ripicche e dispettucci vari tra Bernheim-da Rold e Sbulloné-Bollorè (p. 28).
3 - STATISTI DI PROFILO. FACCE DI CULO DA DAVANTI...
Anche ieri, grande successo di pubblico e di critica per Bobo Maroni, e le sue manine rubate all'organetto. "La Ue boccia l'Italia, ira di Maroni. Non passa al vertice europeo il piano di protezione temporanea dei rifugiati" (Sole 24 Ore, p. 12). Ma soprattutto, la cialtronaggine delle menti raffinate che guidano il Viminale si apprezza nel secondo pezzo di Marco Ludovico, che spiega perché i tunisini non possono essere considerati "sfollati" e perché l'Italia non ha ancora recepito la direttiva Ue sui rimpatri: sbatte appena appena con quel capolavoro del diritto che è la famigerata Bossi-Fini. Non ditelo agli abitanti di Lampedusa e neppure agli elettori di Alfredo Mantovano.
Ancora un figura di merda, ancora parole in libertà, che si stagliano perfino sul Corriere delle elite corrucciate. "La Ue boccia Roma sui migranti" (ormai si usa solo la dizione della Cei). "Maroni: perché stare in Europa?" (p. 1). Certo, se il solo Zaia, a pagina 11 di Repubblica, parla da uomo delle istituzioni, c'è veramente da riflettere.
Marina Berlusconi4 - NESSUNO LO PUO' GIUDICARE (IL SUO GIUDICE NATURALE È UNA MINORENNE)...
Ennesima, patetica piazzata del CaiNano. Ieri a Milano per processare in piazza i suoi giudici. Come scrive saggiamente Peter Gomez sul Cetriolo Quotidiano, "cerca l'incidente". Ma trova più facilmente l'indecente, vista la cricca che anche ieri si è trascinato in aula, capitanata da Betulla Farina e dalla botulinica Santadechè.
Tra l'altro, nelle sue intemerate con i giornalisti, ieri il Banana si è fatto del male da solo, perché ha fatto capire che sapeva perfettamente che Ruby era una prostituta e non certo la nipote di Mubarak, come credono Ghedino Ghedino e Ciquito Cicchitto nell'ansia di salvarlo dalla concussione. Il Banana non avrebbe detto: "Volevo aiutarla ad aprire un centro estetico e le ho dato soldi perché non si prostituisse" (CQ, p. 2). Avvocati disperati.
Sul Corriere, il mitico professor Ferrarelle, che ieri ha tradito la sua vicinanza ai bolscevichi sfoggiando in aula dei calzini bordeaux corti, semina ancora il panico tra i berluscoidi: "Mediaset, testimoni tagliati. I giudici potrebbero fermare il "conto" della prescrizione" (p. 11).
BERNHEIMMentre la partita giudiziaria oggi si sposta a Roma, nella premiata Sartoria Monteclitorio, dove orde di Forzagnocchisti preparano l'ennesima mutanda di contenimento per il CaiNano: "Prescrizione breve, ultimo round. Maggioranza e opposizione mobilitate. Rischio di colpo di spugna sulla strage di Viareggio" (Corriere, p. 12). Non a caso il compagno macchinista Moretti è uno dei corifei di questo Ventennio a colori. E noi ricorderemo sempre con gli occhi lucidi le ducesche inaugurazioni dell'Alta Voracità.
Poi prendi Illustrato Fiat e diciamo che la titolazione, nonostante l'ottimo lavoro degli inviati Paolo Colonnello e Giovanni Cerruti, sembra tanto filo-Banana. Dal titolo in prima: "Il premier: "Pm contro il Paese". A tutta la cucina delle due striminzitissime pagine 8 e 9. Coraggio ragazzi! Perfino la Marcegaglia ormai si è rotta le palle del Banana. E non sarà certo questo governo, privo di cassa e di politica economica, a ridare al Lingotto i finanziamenti perduti.
ROBERTO MARONI5 - UNO SBIRRO PER AMICO...
Al signor prefetto piacciono giovani e loro speravano di entrare in polizia o nei nostri fantastici (e super pagati) "servizi di sicurezza". Con micidiale tempismo, ieri il gip di Milano ha dato il via libera agli arresti di Carlo Ferrigno: "prometteva fondi antiusura e favori in cambio di incontri" (Corriere, p. 17).
E' un peccato, non potrà testimoniare al processo Ruby contro il Cainano, che aveva provato a fregargli con il bunga bunga una danzatrice del ventre. Godono Libero e Giornale, che oggi ridono del "prefetto che faceva la morale" al loro Padrone. Teste distrutto? Diciamo, inutilizzabile. La macchina del fango, il povero Ferrigno, se l'è azionata da solo.
Immigrati scappano dal CIE di Manduria6 - LA BELLA POLITICA...
Per la serie, "Soldi sprecati", qualcuno spiava la presidentessa del Lazio, meglio nota anche come la Reginetta di San Saba (con una "b" sola). "Cimici e telecamere in Regione, Polverini spiata. Il governatore del Lazio: "Vogliono bloccare la riforma della Sanità" (Repubblica, p. 23).
La solidarietà di Storace. La solidarietà di Storace? La solidarietà di Storace! Vabbè, lasciamo perdere.
Berlusconi arriva al tribunale con il suo medico Zangrillo7 - IO LOBBY, TU ANCHE...
per la serie "il tennico in redazione", sulla Stampa va in onda un'intervista di Marta Dassù a se stessa e al politologo Dominique Moisi sui rapporti tra Libia e Francia (p. 7). L'attacco del paginone sembra una didascalia ed è uno dei più sciatti e orrendi incipit della storia del giornalismo. Ma si possono forse correggere i pezzi di cotanta griffe? Un nuovo modo di "fare informazione" si avanza. E a breve, sulla Stampa, avremo Zeman che intervista Del Neri sul momento d'oro della Juve.
8 - ANCHE I RICCHI PIANGONO (ED EVADONO GIUSTO UN PO')...
sempre nuovi esilaranti particolari nella storia del Madoff dei Parioli, alla quale oggi si dedica con profitto la mitica Fiorenza Sarzanini, che si astrae dai profughi per la disperazione. "Le feste nei castelli con gli importantissimi. C'è chi dava 30 milioni di euro". Parla Castellacci, socio del Madoff dei Parioli" (Corriere, p. 25). E si scopre che "centinaia di clienti sono senza lo scudo fiscale".
Insomma, l'Agenzia delle Entrate li farà neri e dovranno scegliersi dei bravi tributaristi. Nomi non ne facciamo, ma su, non è difficile sapere con quali avvocati vengono meglio le famose transazioni per Svippati (tutti gli altri debitori del Fisco, mediamente, vengono invece strangolati dalla sedicente Equitalia senza alcuna possibilità di transazione).
9 - IL QUARTIER GENERALE BANCARIO INFORMA...
Mentre il Corriere delle banche creditrici presenta l'assemblea di oggi in modo soft e totalmente decontestualizzato, Repubblica fa il suo dovere: "Telecom, resa dei conti sul controllo del gruppo. In assemblea più del 50% del capitale, Telco a rischio consolidamento. La battaglia di Fossati" (p. 29).
10 - FREE MARCHETT NAPOLETANO STYLE...
Con sprezzo del ridicolo, e come in qualche modo anticipato ieri da questa infima rassegnuzza, ecco il primo giornale che si gioca la Cinquechiappe di Lapo in prima pagina. E' il nuovo Sole 24 Ore di Roberto Napoletano, che oggi illustra la propria copertina con, testuale, "un omaggio alla Fiat 500".
11 - CALABRESI IN MONTAGNA (QUELLA SBAGLIATA)...
"Sul Monte Bianco la nuova funivia delle meraviglie" (Stampa, p. 25). Ci voleva un direttore con casa a Courmayeur perché Illustrato Fiat scoprisse l'esistenza, a soli 134 chilometri da via Marenco, di quella montagnola un filo più eccitante del Sestriere. Ah, quando c'erano Giraudo e il povero Umberto Agnelli! Queste diseconomie interne non finivano sulla Busiarda, dove ritoccavano perfino il bollettino delle neve per convincere gli operai che la Via Lattea era il non plus ultra.