1- AVVISO AI NAVIGANTI: IL CAV PUÒ MOLLARE
Giuliano Ferrara per Il Giornale
Ognuno ha i sogni che si merita. Io ho sognato Berlusconi. Aveva riunito i suoi, che litigano come facevano le lavandaie d'inizio secolo. Litigano a gran voce, in parlamento, alla televisione, nei corridoi del palazzo, concedendo interviste a raffica a giornali amici e nemici, gridando qualunque cosa venga loro in mente, basta che sia insidiosa, distruttiva, basta che metta in luce la nevrosi collettiva del Popolo della libertà e una inaudita licenziosità politica.
Ferrara, Gianotti, Tatò, Berlinguer, Fassino«Cari amici - diceva Il Cav. nel mio sogno dell'altra notte - consentitemi una fraterna messa in guardia: se continua così, con la stessa rapidità con cui sono sceso in campo me ne torno in tribuna a godermi lo spettacolo. Ho buoni avvocati, e fuori dalla politica, dove sono stato un elemento di disturbo insopportabile per tanti anni, e ancora adesso, diventerei una preda meno ambita dai rapaci delle procure combattenti e delle opposizioni al loro laccio.
Me la cavo, state certi. E se proprio fosse necessario, un patteggiamento per levarsi di torno la malagiustizia alla fine non si nega a nessuno, come un sigaro o un'onorificenza di cavaliere al merito. Le mie paure per le scorciatoie giudiziarie sono solo indirettamente personali, in primo piano sta la libertà politica e civile, che viene negata in radice da questa specie di Stato di polizia in cui i magistrati fanno comizi in piazza, le loro avanguardie si sono massicciamente presentate in politica fa¬cendosi eleggere in parlamento e fondando partiti dopo avere distrutto quel che c'era prima, con il suo male e con il suo bene.
LIBERO-BERLUSCONIUn ap¬parato di giustizia che lavora su pretesti di reato, invece che su fattispecie concrete, e dispone spionaggio, pedinamento, intercettazioni allo scopo di sputtanare l'Arcinemico dando in pasto all'opinione pubblica il suo privato, per di più deformato in maniera grottesca nel circo mediatico-giudiziario, tra gli applausi ipocriti degli acrobati del neopuritanesimo, non poteva che indebolirmi, almeno un po'.
LASSE NORD BERLUSCONI CALDEROLI TREMONTI BOSSIMa non vi illudete: la mia relativa debolezza, il fatto che io sia costretto a difendermi mentre avanzano crisi a ripetizione nello scenario mediterraneo, mentre premono mille cose da fare per il rilancio dell'economia e per le riforme, non è un fattore di forza per le vostre ambizioni, personali e di gruppo. Lo champagne che qualcuno di voi stapperebbe dopo il 25 luglio avrebbe un retrogusto amaro, e in breve tempo vi ritrovereste assetati e affamati, con i vostri progetti e la vostra dignità politica a disposizione della Repubblica delle procure e dei suoi speaker politici.
berlusconi contestazione«Non ho fondato una caserma. Mi piace perfino il caos creativo, il peso irriducibile della personalità in politica, sopporto cristianamente e allegramente le idiosincrasie, esercito l'ironia e l'autoironia per debellare il linguaggio politico pesante e protocollare che è il vero inganno ai danni dei cittadini, e nessuno mi può insegnare l'arte del comando e anche il suo risvolto, una tolleranza ai limiti dell'anarchia liberale, della stessa licenza.
Siamo un non-partito, un popolo, e questo di noi piace agli italiani. Quindi capisco tutto il bailamme che caratterizza la nostra creatura politica, e anche l'energia frammentaria e vario¬pinta che connota la maggioranza parlamentare e lo stesso governo. Ma ogni limite ha la sua pazienza, come diceva Totò.
cesare berlusconi«Di tanto in tanto dovreste ricordarvi il sale di questa nostra av¬ventura: iniettare dosi massicce di libertà in un paese che era bloccato, che non conosceva l'alternanza di forze diverse al governo dello Stato, un paese in cui piano piano alla dittatura morbida delle ideologie nazional-popolari in declino si andava sostituendo quella, ancora più tignosa e illiberale, delle burocrazie giudiziarie d'assalto e di poteri economici senza inventiva e senza capitali ma con molte immodeste ambi¬zioni di dominio. Un progetto nobile e pericoloso, per il quale si è chiamati a pagare dei prezzi, non solo a riscuotere gli onori della carriera politica.
CArli Berlusconi DECRETA Dal RiformistaTra essere liberi e farsi del male per stupidità, tra la libertà responsabile e un'indisciplina irresponsabile e autolesionista, c'è tutta la differenza tra una politica e un Pdl ricchi di autentici e sani conflitti e un sistema-partito che si disintegra a forza di chiacchiere».
Così parlò il Berlusconi-Zarathustra nel mio sogno notturno. Nel quale, fluttuando amabilmente tra le insidie dell'inconscio, si era insinuato un elemento di sano realismo.
2- PURE SCAJOLA RADUNA I SUOI A CENA E GLI EX AN SI PREPARANO ALLA CONTA
Salvatore Dama per Libero
Curiosa analogia: i parlamentari vicini a Claudio Scajola hanno appuntamento per mercoledì sera, cena politica con il loro leader. Dove? Al Majestic. Stesso hotel scelto dai nove ministri di Liberamente per il pasto dell'altra sera. Condivideranno l'argenteria e giusto questa: tra i quarantenni di Forza Italia e l'ex ministro dello Sviluppo economico c'è tensione.
Berlusconi Dittatura Banner NonleggerloA maggior ragione dopo la tavolata di giovedì scorso. Nove coperti per altrettanti membri del governo: Alfano, Carfagna, Fazio, Fitto, Frattini, Galan, Gelmini, Prestigiacomo, Romani. La decima sedia era per Verdini, che non è andato. L'as - senza del coordinatore non ha pregiudicato la nascente alleanza: è su Verdini che hanno deciso di puntare i ministri di Liberamente per guidare il PdL nella fase di transizione fino al congresso.
BERLUSCONIDenis ricambia la simpatia, purché la nuova generazione azzurra non si sia messa in testa di organizzare un correntone. E ha avuto rassicurazioni in tal senso: l'unica colla è l'avversione per Scajola e per gli ex An. Sentimento, quest'ultimo, che Verdini non condivide (ha un ottimo rapportocon La Russa e i postmissini), ma va be'. L'ex ministro dello Sviluppo economico risponde facendo le cose in grande. Ha prenotato per cinquanta e passa persone: sono i parlamentari che aderiscono alla fondazione Cristoforo Colombo.
Ci saranno tutti? Dipende dalle intenzioni di Scajola, se vuole radicalizzare lo scontro si ritroverà un po' di coperti inmeno. Osvaldo Napoli, per esempio, pur figurando nel board della fondazione, si è già chiamato fuori: «In questo momento dobbiamo essere concentrati sulla campagna elettorale», è il monito del vice pre sidente dei deputati PdL ai colleghi.
BERLUSCONI jpegNapoli è duro con chi, in questa fase, pensa solo ai fatti propri: «Dietro a una finta fibrillazione politica si celano soltanto ambizioni personali». Meno egoismo. Ma il fedelissimo berlusconiano predica nel deserto. Il PdL è pentolone che cuoce a fiamma alta. E dire che è comininciata solo la battaglia tra Verdini e Scajola per la gestione della transizione.
BERLUSCONIQuando si aprirà la partita della successione a Berlusconi sarà guerra termonucleare. Il delfino è Alfano e pure ieri, parlando con Rotondi, Caldoro e Giovanardi, il leader ha ribadito il concetto: «Cosa ne pensate di Angelino? È bravo, preparato, serio...».
Ma tra i colleghi del Guardasigilli, pure quelli di Liberamente, la prospettiva crea crisi di isteria. Fin qui le spaccature che attraversano il mondo azzurro. Poi ci sono i contrasti tra gli ex forzisti e gli ex An. E sono dolori: a tavola, al Majestic, è stato riproposto il problema del doppio incarico di La Russa.
IGNAZIO LA RUSSA DENIS VERDINIPrima riguardava pure Bondi e allora si soprassedeva, ma adesso gli azzurri vogliono andare fino in fondo nel chiedere che il titolare della Difesa si occupi soltanto del suo ministero. Questione che cela una più generale crisi di rigetto verso i postmissini («Via le quote 70/30»).
Scajola- Corriere della SeraGli ex An percepiscono l'ostilità dei soci e fanno quadrato: «Il PdL è il nostro partito», l'altro giorno un deputato proveniente da via della Scrofa si sfogava in Transatlantico, «vogliono rifare Forza Italia? Se ne vadano loro».
E non ci sarà da stupirsi sedai camerati, in settimana, dovesse arrivare qualche imboscata: sono 55. Berlusconi? È preoccupato, Gianni Letta molto più di lui. «Girate per l'Italia, fate campagna elettorale», si è raccomandato il premier coi ministri. Parole al vento.
TESTA BERLUSCONI TRA DUE STIVALI