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1- BOATOS DE’ NOANTRI: VERO, FALSO O VEROSIMILE CHE LA CAMERA DEL COMMERCIO DI ROMA GUIDATA ALL’EPOCA DA ANDREA MONDELLO AVEVA DATO A SUO TEMPO DISPONIBILITà A COPRIRE I 25 MILIONI OCCORRENTI PER IL RESTAURO DELL’ANFITEATRO FLAVIO? 2- UMBERTO CROPPI, L’EX ASSESSORE ALLA CULTURA DEFENESTRATO DOPO IL SUO PASSAGGIO CON FINI, FA UNA ILLUMINANTE CRONOLOGIA DELLE DICHIARAZIONI DI ALE-DANNO, E INSINUA PERFIDO: \"NON SARÀ CHE IL SINDACO, CON LA SMANIA DI DICHIARARE, SIA PROPRIO LUI A LAVORARE INCONSAPEVOLMENTE CONTRO L’ATTUAZIONE DELL’ACCORDO?\" 3- DOPO IL GATTO DEL COLOSSEO, CROPPI MIRA LA VOLPE MARCHIGIANA:\"DELLA VALLE DOVREBBE CHIEDERSI COME MAI ALL’ASSESSORE COMPETENTE E AL PRESIDENTE DELLA COMMISSIONE CULTURA NON FOSSE STATO CONCESSO DI LEGGERE IL DOCUMENTO?\" 4- LA PALOMBA VOLA SULLA COPPIA MONTEZEMOLO-DELLA VALLE: \"CERTO, SE IL NUOVO POLO POLITICO-IMPRENDITORIALE DEBUTTA COSÌ, ACCHIAPPANDO TRENI PROTETTI SULLE ROTTE SICURE E MONUMENTI STORICI… ARIDATECE GIULIO ANDREOTTI TUTTA LA VITA!\"

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1- QUER PASTICCIACCIO BRUTTO DER COLOSSEO
Umberto Croppi per "Il Romanista"

(Membro della segreteria nazionale di Futuro e Libertà, ex assessore alle politiche culturali del comune di Roma)

Chiariamo una cosa, sul caso Colosseo-Della Valle, io non ho voluto aprire nessuna polemica, non ho "attaccato" nessuno, non ho mai usato termini quali "bluff', che pure mi sono stati attribuiti.

UMBERTO CROPPI

Tutto nasce nel salotto di una televisione romana in cui si parlava di beni culturali, insieme alla direttrice del Fai, ad una funzionaria del Mibac e al presidente della commissione cultura del comune di Roma.

ANDREA MONDELLO

La conduttrice mi ha chiesto di parlare dell'intervento di 25 milioni della Tod's per il restauro del Colosseo e io ho spiegato che, per come era stata spiegata a me, la cosa consisteva nella concessione alla nota azienda dell'uso in esclusiva dell'immagine del monumento in cambio dell'impegno di reperire le risorse necessarie al restauro e che, comunque, non disponevo di nessun dato certo in quanto non avevo mai potuto vedere il testo della convenzione.

DELLA VALLE-COLOSSEO

Ho anche detto che ritenevo l'operazione comunque encomiabile, anche se le sue Caratteristiche erano diverse da casi di restauri finanziati da privati che, nel corso della stessa trasmissione, erano stati raccontati. Figuriamoci se posso essere contrario a sponsorizzazioni culturali, io che ho modificato norme e atteggiamenti della burocrazia comunale che impedivano persino la pubblicità di cantiere.

ISABELLA RAUTI GIANNI ALEMANNO AMBASCIATORE FRANCISCO VAZQUEZ Y VAZQUEZ MOLLICONE

Del resto lo stesso Mollicone, interpellato sul caso, ha dichiarato che, pur avendo chiesto formalmente l'acquisizione del testo della convenzione da parte della commissione da lui presieduta, non era riuscito ad ottenerlo.

E' bastato questo a far scoppiare un caso e, non io che mi sono subito sottratto a qualsiasi polemica, ma altri hanno cercato e fornito tutta una serie di informazioni, sulle quali ho evitato e evito di fare qualsiasi commento.

E' emerso, per esempio, che esiste un esposto alla Corte dei Conti, presentato da un dirigente sindacale, nel quale si segnalano presunte anomalie nelIe modalità di aggiudicazione dell'incarico e nei contenuti stessi della convenzione. Di quest'ultima sono stati resi noti anche alcuni stralci, anche se non esiste ancora una versione ufficiale.

molliconi croppi e alemanno - Copyright PizziTOTO-COLOSSEO

Conosco la serietà professionale del commissario Cecchi e non dubito che lui abbia agito con un assoluto rigore nell'aggiudicazione e nella definizione della convenzione. Quello che mi lascia perplesso sono alcune dichiarazioni del sindaco, il quale ha affermato che tutto è "stato gestito dai massimi vertici dei Beni culturali" e che sì "Ci abbiamo messo quasi un anno a perfezionare la procedura".

Intanto perché il sottosegretario Giro e ii direttore per la promozione del Ministero, Resca, si son affrettati a dichiarare che la procedura non ha riguardato il ministero ma, essendo stata attuata con i poteri speciali del commissario, la Presidenza del Consiglio e poi se si e lavorato per un anno per perfezionare una procedura che prevedeva fin dall'inizio l'affidamento ad un determinato soggetto (vedi dichiarazioni del 14 aprile 2010), a cosa è servita la gara, andata deserta?

Del resto lo stesso Alemanno, il 3 dicembre scorso, aveva dichiarato che "A Diego Della Valle non può essere assegnato tout court l'incarico di restaurare il Colosseo, perché è stato fatto un bando, ed è dal bando che bisogna partire per individuare l'offerta migliore presentata".

MOLLICONE ALEMANNO MORABITO STIRPE

Aggiungendo che "è stata fatta una gara con vincoli molto stringenti e per questo non ha avuto una risposta adeguata". Non sarà che il sindaco, con la smania di dichiarare, sia proprio lui a lavorare inconsapevolmente contro l'attuazione dell'accordo?

Per quanto riguarda Della Valle, che ha tutto il mio apprezzamento, tutela i legittimi interessi della sua azienda ed è certamente estraneo ad eventuaIi gaffes commesse dai suoi interlocutori, non capisco perché sottolinei il fatto che il sottoscritto e Mollicone abbiano fatto dichiarazioni senza "aver letto le carte".

Lui per primo dovrebbe chiedersi come mai all'assessore competente e al presidente della commissione cultura non fosse stato concesso di leggere il documento? La giustificazione che si è data alla "segretazione" sta nel fatto che l'atto non è ancora stato perfezionato con tutti i visti degli organismi preposti. Ma se l'accordo non era ritenuto "perfetto" e quindi soggetto e revoca o modifica, perché rischiare dandone un annuncio pubblico con tanta enfasi?

DELLA VALLE-COLOSSEO

Insomma, io non posso che augurarmi che, effettivamente, nessuno abbia fatto pasticci e che i lavori di restauro possano procedere come previsto, per il bene del Colosseo, della città e dell'immagine del Paese.

Se, viceversa, qualche ostacolo dovesse frapporsi questo non potrà certo imputarsi a "piccole vendette di politica locale", come l'imprenditore ha dichiarato ma alla faciloneria di amministratori pubblici che rischierebbe di pregiudicare un intervento prezioso, pasticci che sarebbero comunque emersi a prescindere dal mio pacato, marginale intervento.

ANTONIO DORRICO BARBARA PALOMBELLI

Spero che Della Valle lo capisca, io sono pronto a chiarirmi con lui in qualsiasi momento.

2- ALTRO CHE GRANDE INIZIATIVA DI CUI VANTARSI. E' UNA COMICA, ANZI UNA TRAGEDIA
Barbara Palombelli per "Il Foglio"

Mamma mia, che figura faremo. Arriva l'estate, il mondo passeggerà dalle nostre parti. Uno arriva in vacanza qui e pensa: l'Italia starà per fallire sul serio, se non ha neppure i soldi per una pulitina al Colosseo. Un altro dice: questi stanno alla frutta? No, i romani dopo avere mollato perfino la squadra di calcio agli stranieri, e ceduto i marchi Gucci, Fendi, Bulgari, devono essere proprio all'amaro: hanno già bevuto il caffè.

L'operazione che viene pubblicizzata come una grande idea (certo, se il nuovo polo politico-imprenditoriale debutta così, acchiappando treni protetti sulle rotte sicure e monumenti storici... aridatece Giulio Andreotti tutta la vita!) si trasformerà in un boomerang di proporzioni molto sottovalutate.

Altro che grande iniziativa di cui vantarsi. E' una comica, anzi una tragedia. Totò e Peppino vendevano la fontana di Trevi (nel caso venisse in mente a qualcuno, prego occuparsi di noi eredi legittimi: i Bracci e i Guidi, miei antenati, si rivolteranno nelle loro tombe monumentali più tranquilli), ma era un film e comunque arrivavano i vigili e i carabinieri. C'è da dire che anche qui probabilmente arriverà la Corte dei Conti, con quel che segue, grazie all'esposto della Uil.

montezemolo dellavalle

Non ci resta che piangere, o cambiare strada quando arriviamo nella capitale, fare un giro largo per non deprimerci. Ci potrebbe salvare soltanto Giulio Tremonti. Dai, ministro, metti un centesimo sulla benzina per una settimana e restituisci al paese l'Anfiteatro dei Flavi (nota per i colleghi: non mescolate Nerone con le polemiche, ai suoi tempi là c'era solo il suo laghetto privato)!!! Confesso di non avere mai amato le privatizzazioni, anche perché da ragazzina me le spiegavano - con la loro malizia - i craxiani.

Rutelli e Palombelli

Raccontavano di una società civile e di imprenditori incapaci di idee originali, senza palle e senza coraggio, con pochi soldi - tutti pubblici, tutti acchiappati dai nostri conti correnti, si chiamava Mediobanca, era un sistema geniale per mollare miliardoni veri a capitalisti che in compenso avevano stile - avidi di comprare a prezzi scontatissimi lo stato. E, infatti, i ragazzi di Bettino amavano i nuovi: stilisti, televisivi, arrampicatori anche un po' sui generis ma che almeno inventavano prodotti.

Trenta anni dopo, il flop dei salotti buoni è colossale. Nulla di ciò che è passato dalle partecipazioni statali ai privati ha migliorato costi, bilanci, offerta di servizi. Per carità cristiana evito un elenco che sarebbe infinito. Un solo esempio? I fondi di un istituto bancario nato dalla fusione di solide banche pubbliche: offriva titoli che contenevano pasticci e perfino un po' di Madoff... quello vero.

TREMONTI profilo

Riepilogando: con soldi di tutti noi alcuni signori hanno arraffato pezzi di Italia, palazzi e banche compresi, hanno combinato un disastro evidente, hanno guadagnato e messo al sicuro - più o meno tutti in Lussemburgo - il capital gain e ora ci presentano il conto.

Ci dobbiamo ricomprare tutto l'usato, in una sorta di Porta Portese-Iri in cui per fortuna Tremonti riesce ad orientarsi. Meglio tardi che mai. Riprendiamoci, per favore, oltre alle banche e alle imprese, anche le università, le scuole, i telefoni, le autostrade. E il Colosseo: secondo me si potrebbe mobilitare la gente con una tassa di scopo simbolica, forse sarebbe sufficiente una moneta da collezione o un francobollo da vendere ai turisti...

Totò e Peppino erano più ironici, meno presuntuosi e - adorati - mentre vendevano le foto, fingendosi marchesi Trevi, almeno non volevano insegnarci come stare al mondo. Noi siamo romani, discendiamo da Cesare, non saremo proprio sempre simpatici a tutti. Detestiamo però chi viene qui a strapparci i nostri tesori millenari e poi ci vuole pure fare la predica. No, la predica no.

 


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