DAGOREPORT
Quando c'è uno scambio di amorosi sensi esistono cose che non hanno prezzo e la moderazione, neanche a dirlo, rimane nell'ombra. Così, per un mese, "Libero" sarà libero di mandare in edicola (da martedì) i diari patacca (con l'ipocrita dicitura "veri o presunti") di Benito Mussolini pubblicati dalla Bompiani dell'ineffabile Elisabetta Sgarbi e benedetti da "Macello" Dell'Utri.
Il comizio sugli scritti del 1939 (fitti di incongruenze, date sbagliate e improbabili scenari storici) che al senatore caro ai tribunali palermitani non riesce perché a ogni appuntamento pubblico piovono fischi, lazzi e lacrimogeni, si terrà sulle pagine del duo Feltri-Belpietro.
Un quartino quotidiano e gratuito per 30 giorni 30. Un'iniezione di ventennio alla quale il lettori di "Libero" sono già abituati. Prima sei dvd con i discorsi del duce regalati nella scorsa primavera, poi la pubblicistica sul tema reclamizzata quasi quotidianamente tra le pagine, infine i diari fasulli presentati sardonicamente dalla diarchia direttoriale in uno spot che andrà in onda da venerdì su radio e televisioni in cui rimpallandosi le battute, Feltri e Belpietro sussurrano soavi: "E' una cosa che farà un po' discutere".
FELTRI BELPIETRO bNell'alveo di una lotta senza esclusione di colpi e visti i tempi, alle belliche milizie di ''Libero'', Angelucci offre qualche colpo di manganello. Peccato che nessuno storico, più in là di qualche apertura avanzata (ma era il '94) da Denis Mack Smith abbia concesso credibilità agli scritti di cui Dell'Utri parlò fin dal 2007. Per De Felice erano una "patacca", per Canfora "un falso ideologico".
Nei diari, Mussolini appare diverso e lontano da quel che la Storia ha decretato. Ostile alle leggi razziali, buono, meditativo. Un filantropo. Dopo il flop in libreria, il quartino di "Libero". Ad alto tasso etilico. Scrivete, scrivete, pubblicate. Qualcosa resterà.
2- DELL´UTRI E LELE MORA CHE A LUGANO SI LEGGONO A VICENDA I DIARI (FALSI) DI MUSSOLINI. NON CI SONO PIÙ I FASCISTI DI UNA VOLTA
Michele Serra per "la Repubblica"
Sensazionale intervista radiofonica di Lele Mora (autore Giuseppe Cruciani), che confida il suo estatico amore "per la persona di Mussolini", poi sfociato in una più misurata passione senile per Silvio Berlusconi. Questo non è uno scoop: il culto di Mora per Faccetta nera e per il Duce, per altro condiviso da legioni di italiani, era già noto. Idem il suo berlusconismo fisiologico.
Piuttosto uno scoop (di quelli storici) è il successivo resoconto che il Mora ha offerto di certe "serate culturali" nella sua casa di Lugano, con Marcello Dell´Utri e altri non specificati intellettuali. "Dell´Utri e io leggiamo ad alta voce i diari di Mussolini - racconta - lui ne ha tre, io due". "Ma guardi che sono falsi", mette in guardia l´intervistatore. "Ma sono di altissimo livello culturale", chiosa il Mora.
DELL UTRIIl fascismo quello vero, e più ancora il nazismo, ebbero un crollo tragico e dai riverberi sanguinosi e fiammeggianti: la Caduta degli Dei meritò la regia di Visconti. Forse nemmeno un Corbucci o un Vanzina saprebbero rendere merito al fascino terminale di questa scena: Dell´Utri e Lele Mora che a Lugano si leggono a vicenda i diari (falsi) di Mussolini. Non ci sono più i fascisti di una volta.
3- IL CAMERATA LELE
Alessandra Menzani per "Gioia"
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Lei si è definito mussoliniano. Perché?
La cultura mussoliniana mi è stata trasmessa dai miei. I valori sono la terra, la campagna, la religione.
Ci racconta una volta per tutte la storia dei diari del Duce?
Io ne ho due. A casa ci riuniamo come in un refettorio dei frati cappuccini. Il "priore" è il senatore Marcello Dell'Utri. I "confratelli" preferisco tenerli segreti. Dell'Utri legge i diari, noi mangiamo in silenzio. Ci sembra di rivivere i tempi di Mussolini.
Quanta passione!
Ho sempre amato la storia mussoliniana che magari non rispecchia effettivamente il fascismo o la politica finiana. Quando una famiglia metteva al mondo un figlio, Mussolini la premiava con somme in denaro. Se non andavi a messa la domenica, non mangiavi e non ti davano la mancia.